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Non è facile far luce su uno degli argomenti più “spinosi” che riguardano l’evoluzione tecnica della nostra secolare Festa. Non è facile per tutta una serie di motivi, primo tra i quali la mancanza di fonti certe e documenti specifici che trattano l’oggetto della nostra analisi. Sebbene questo lasci ampio spazio ad una ricerca che reclama finalmente un suo sviluppo puntuale, rigoroso ed approfondito, voglio precisare che l’approccio che indirizza il mio elaborato è di massimo rispetto e contemplazione verso chi, con passione, dedizione e sacrificio, si è cimentato fino ad oggi nell’impresa, non proprio banale, di far luce su la nascita, l’affermazione e il “fissaggio” in forma definitiva della Rincorsa nel Palio di Siena.
Come accennato, il fatto che viene meno uno strato documentativo vero e proprio riguardo come e quando la rincorsa si attua e si afferma nella storia del Palio di Siena, lascia un margine di scoperta e di interpretazione notevole. Tuttavia è giusto far presente che, almeno negli ultimi 4 decenni, uno dei pochi, forse potremmo asserire l’unico studioso che si è cimentato in questa ricerca è stato Sergio Profeti. Nel suo preziosissimo “Il Segreto della Mossa” pubblicato il 15 Dicembre 1985 (Ed. Sunto), troviamo una importante affermazione, la quale, essendo fondamentalmente frutto dell’unico lavoro (considerati i tempi recenti e livello di autorevolezza) pubblicato in materia, si è istituita nel corso degli anni come riferimento assoluto; citata e riportata da chiunque (non molti!) si ponga il “quesito della rincorsa”.
Di quale affermazione stiamo parlando?
IL TESTO CONTINUA AL TERMINE DELLA TABELLA...
¹ Palio non ordinario
* Contrada estratta a sorte
Pertanto, la tabella ci mostra che:
- Il fantino che ha vinto di più è stato Aceto (quattro volte), seguito da Vittorino con tre.
- Le Contrade più vittoriose sono state l'Onda e la Selva (tre volte), seguite da Oca e Nicchio e con due.
- Il Cavallo che ha vinto di più è stato Topolone (tre volte), seguono Gaudenzia, Panezio e Lina con due.

...CONTINUA
Nel "Segreto Della Mossa" avviene una cosa curiosa; dopo una breve introduzione ed un illuminante ragionamento sulla “logicità” del gioco del Palio, ed un excursus cronologico sul processo evolutivo della Mossa e della figura del Mossiere, a pagina 17 viene mostrata una bellissima foto, di una prova di mattina di inizio ’900, e candidamente nella didascalia viene affermato che “l’impressione che si ha è che il l’ultimo chiamato entri di rincorsa”.
A questo punto il lettore si aspetterebbe che leggendo i paragrafi successivi “La nascita della rincorsa” e “Chi ha inventato la rincorsa”, la dissertazione prendesse come riferimento l’inizio del secolo scorso, tuttavia questo non avviene. Profeti ci spiazza e formula una potente, quanto arbitraria Tesi, dove afferma che La rincorsa nel Palio di Siena nasce intorno agli anni ’20 del 1900, per trovare la sua affermazione e cristallizzazione negli anni ’30. Ovviamente l’autore a sostegno delle sue tesi ci porta in essere tutta una serie di ricostruzioni, considerazioni e deduzioni ( che non riportiamo qui perché non è la sede appropriata) significative, aggiungendo un importante documento, reclamo, prodotto dalla contrada del Bruco nel 1932, relativo al fatto che l’ultima contrada chiamata, la decima, la rincorsa, appunto, “entrasse in carriera”, ovvero entrasse “lanciata al galoppo” .
Non è l’obbiettivo di questo articolo confutare la Tesi di Profeti e del suo Testo. E’ stato necessario citare però questa importante fonte in quanto, in virtù di un deserto documentativo oggettivo, la tesi de “Il Segreto della Mossa” viene ripresa e divulgata sia dai principali siti web che si occupano della nostra festa, sia dai autorevoli studiosi, quantunque nei loro lavori si trovino a citare l’evoluzione della dinamica della mossa. Con il massimo rispetto e con la massima umiltà, non mi trovo d’accordo con l’affermazione che vede la rincorsa affermarsi tra gli anni ’20 e ’30 del ’900, (come tra l’altro Profeti stesso, pubblicando la foto di cui sopra testimonia)
Cosa si intende per rincorsa? Questo è il quesito fondamentale. Quale è il significato oggettivo più che semantico che il senese attribuisce alla rincorsa ? A cosa pensiamo noi, contradaioli ed appassionati di Palio, quando pensiamo alla rincorsa? Proviamo a rispondere. A mio avviso non vi sono molti dubbi. La rincorsa è la decima contrada, quella che entrate le precedenti nove tra i canapi, rimane fuori, ed in virtù di questo è quella che dà il tempo di mossa. Ovvero, quando parte lei ( supera almeno con l’incollatura dello zoccolo il verrocchio vedi norma interpretativa all’ articolo 65 del regolamento) partono tutti gli altri. Quindi se prendiamo questo assioma come vero, oggettivo e generalmente riconosciuto è impossibile affermare che la rincorsa, nel Palio di Siena, sia nata e si sia affermata negli anni ’20 del XX secolo.
Un aspetto che sarebbe interessante chiarire e che potrebbe aiutarci a capire come si sia evoluta la pratica della rincorsa, è l’analisi dell’ ”eterno” quesito “Chi dà la mossa, il mossiere o la rincorsa?”. Non è questa la sede di tale analisi e lasciamo l’approfondimento ad alte occasioni, è però importante per i nostri fini divulgativi, chiarire un aspetto fondamentale su cui si poggia la nostra analisi. Obbiettivo di questo articolo è chiarire come non si possa affermare che la rincorsa, nel Palio di Siena sia nata negli anni ’20 del ’900, ma anzi che negli anni ’20 il fatto che la decima rimanesse fuori e desse a tutti gli altri il tempo della mossa era già una consuetudine consolidata.
1902

(Prova mattutina: ben visibile l’allineamento e la rincorsa che entra da dietro)
Qui entra in gioco quindi il nostro “eterno quesito”. Quando la decima inizia a rimanere fuori ed essere arbitro, insieme al mossiere, del tempo di mossa? Tra gli anni ’20 ed i ’30, come sottolinea Profeti, probabilmente cambia l’interpretazione della dinamica della rincorsa, ma da qui ad affermare che la rincorsa nasce alla fine del primo ventennio del secolo vi è una profonda differenza, anche perché come vedremo, esistono documenti fotografici e non solo, che attestano chiaramente il fatto che già ad inizio ’900 la decima rimaneva fuori e partiva da dietro. Probabilmente entrava a passo, o mezzo trotto, ed una volta vicino al canape il mossiere abbassava ? (e per questo allora prenderebbe senso la protesta del Bruco del ’32 o la squalifica a Picino del ’28) Probabilmente era il mossiere a chiamarla ( e qui torna il quesito) quando sentiva che la mossa era matura? Non possiamo rispondere con esattezza a tali quesiti, ma cerchiamo sostegno in ciò che abbiamo al fine di mettere in chiaro il fatto che a nostro avviso, la rincorsa nel Palio di Siena, nasce e si consolida tra la fine del 1800 e l’inizio del 1900. Come?, Andiamo a vedere.
1901

(Prova mattutina: ben visibile l’ultimo cavallo che entra di rincorsa)
Scendiamo un po' più nel dettaglio e cerchiamo di capire meglio perché possiamo parlare di rincorsa tra la fine del 1800 e l’inizio del 1900. Oltre alle foto, di cui sopra, che evidenziano abbastanza bene che già ad inizio ’900 la decima contrada rimaneva fuori ed entrava da dietro, dando il tempo di mossa, abbiamo trovato un documento molto interessante, riportato nel testo di Mauro Marzucchi “La Contrada Dell’Istrice – Memorie Storiche” . Nel testo di Marzucchi, a pagina 50 si narra di un’assemblea tenuta dal popolo di Camollia a seguito del Palio del 1904; testualmente si legge che “ ...Poi si insinua un sottile dubbio. E’ quattro volte che L’Istrice è di rincorsa. C’è qualche incaricato del Comune che ci danneggia “(in realtà saranno 3 volte consecutive). E’ importante questa ricostruzione storica offerta da Marzucchi, attraverso le memorie del popolo istriciaiolo, perché ci fa capire come nel 1904, già il concetto di rincorsa sia ampiamente sdoganato e non solo; si evince anche, in attinenza anche ai giorni nostri, come la posizione di rincorsa sia percepita come penalizzante, tanto da far insinuare la preoccupazione negli istriciaioli che ci sia qualcuno che voglia danneggiarli. Queste poche parole, ci offrono però anche un altro spunto di riflessione: Quale ?
Come già ampiamente detto non vi è purtroppo, almeno allo stato attuale degli eventi, una documentazione che ci permette di avere informazioni chiare, o quantomeno dettagliate su come e quando la dinamica della rincorsa sia nata e si sia cristallizzata. Oltre ai documenti fotografici, o a sporadiche testimonianze frammentate, come quella riportata da Marzucchi, le principali fonti per cercare di fare chiarezza, o quantomeno tentare di farlo, rimangono le cronache delle carriere e le schede relative ad ogni Palio, arricchite di commenti e o descrizioni, conservate per lo più nell’Archivio di Stato del Comune, ma sovente anche in collezioni private. Andando a leggere ordine di ingresso ai canapi e le descrizioni delle carriere possiamo evincere come ancora alla fine del ‘800 la situazione rincorsa fosse ancora in evoluzione: 3 luglio 1892: “Il Palio fu vinto dall'Onda. La mossa lasciò alquanto a desiderare, perché rimanevano ancora fuori dai canapi due cavalli quando venne abbassato il canape” (Da "I quaderni del Griccioli" della Nobil Contrada dell'Aquila). Ancora: 16 Agosto 1896 “I cavalli della Civetta e della Giraffa s'impuntarono a non volere entrare fra i canapi tanto che i relativi fantini dovettero scendere da cavallo per farveli entrare. La mossa fu un poco turbata da questo incidente, però il canape fu abbassato un poco troppo presto inquantoché il Nicchio che aveva l'ultimo posto non era ancora bene entrato fra i canapi. Innanzi a tutti partiva a gran distanza la Torre…” (Da "I quaderni del Griccioli" della Nobil Contrada dell'Aquila) .
1904

(si vede benissimo l’istrice di rincorsa, entrare fiancato a seguire la nona contrada)
1910

(si vede benissimo la Lupa di rincorsa, entrare fiancata a seguire la nona contrada)
In conclusione se consideriamo che il secondo canape viene consolidato nel 1884, le descrizioni del Griccioli ci dicono che nel 1896 “...la Contrada che aveva l'ultimo posto non era ancora bene entrata fra i canapi..” e nel 1904 gli Istriciaioli si lamentano perché gli ultimi tre palii consecutivi sono stati di rincorsa, possiamo asserire con una velata ma soddisfacente certezza che a nostro modestissimo ed umile parere la rincorsa nel Palio di Siena nasce a fine 1800 inizio 1900. Ripetiamo che quando parliamo di rincorsa assumiamo concettualmente l’ultima Contrada, la decima che viene chiamata, che non entra allineata come le altre, ma che rimane fuori e che, quando supera il verrocchino, che sia a passo, trotto o galloppo, dà il tempo della mossa, portando il mossiere ad abbassare il canape, facendo partire le altre nove. Rimangono aperti ancora tantissimi interrogativi e tantissimi quesiti da chiarire, scoprire ed approfondire. Questa ricerca ci immette in un palcoscenico dove operare, tanto ampio quanto difficile, offrendoci la possibilità di scavare nella storia, nelle memorie e nelle emozioni di questa grandissima epopea che è il Palio di Siena. Un filo che si snoda nelle traiettorie secolari della Festa e che non smette mai di stupirci. L’evoluzione del Palio tocca le corde dei nostri sentimenti, portandoci alla ricerca di verità che talvolta, in maniera sorprendente, si trasforma in domande oniriche che sfuggono alla comprensione del tempo e che solo con l’apertura del cuore è possibile intravederne le risposte.
La ricerca su la nascita, attuazione e consolidamento della rincorsa proseguirà assolutamente. Siamo ben lontani dallo scrivere la parola fine!
Antonio Marchi, 14 Ottobre 2025
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