Gli anni cinquanta si chiudono con un Palio altamente spettacolare e ricco di colpi di scena. La tratta è ricca di soggetti quotati e pone in primissimo piano Bruco, Torre ed Oca, rispettivamente con Salomè, Uberta e Tanaquilla.
Le tre favorite definiscono subito le monte, nel Bruco c'è Mezzetto che vince le prime quattro prove, nell'Oca il solito Ciancone, nella Torre c'è Vittorino. Il colpo di scena si ha alla terza prova, Vittorino non conclude i tre giri e sceso da cavallo lascia Uberta in pista, Ciancone ci va a sbattere sopra e fra Salicotto e Fontebranda si apre una battaglia "politica".
L'Oca riesce ad ottenere la squalifica immediata di Vittorino, nonostante la dura opposizione della Torre che rimane senza monta ed è costretta ad affidarsi a Biba che arriva dall'Istrice per la provaccia.
La mossa del Palio è perfetta, solo la Selva con la vecchia Gaudenzia resta ferma. L'Oca è di rincorsa ma la Torre riesce lo stesso a partire bene, insieme a Bruco, Giraffa e Leocorno.
Il primo giro è altamente spettacolare, si nerbano Oca e Torre, lo stesso accade fra Bruco e Giraffa, il solo Leocorno evita contatti e si porta a ridosso di Mezzetto e Salomè. Il Bruco, liberatosi dalla pressione della Giraffa, gira primo al secondo San Martino, il vantaggio è tale da far sembrare il Palio già chiuso.
Ma davanti la cappella Mezzetto si trova davanti lo scosso dell'Istrice che passeggia per la pista, l'impatto è inevitabile, il fantino del Bruco cade insieme ad un vigile urbano, brucaiolo, che era entrato in pista per togliere Briosa da quella posizione pericolosa. A sorpresa prende la testa il Leocorno, con la coppia di debuttanti Pennello-Sarna, dietro, dopo un nuovo scambio di nerbate con la Torre, l'Oca è passata al secondo posto.
Al terzo San Martino il cavallo del Leocorno si infortuna e l'Oca può passare al comando, il disperato tentativo della Torre si infrange all'ultimo Casato con la caduta di Biba. Uberta scossa non può nulla e per Fontebranda è un trionfo costruito con abilità, astuzia "diplomatica" e tanta fortuna.
Ultimo Palio di Ivan Magnani detto "Terribile" sempre presente dal luglio 1949, ventiquattro carriere consecutive.
(Da "Daccelo!" di Roberto Filiani)


















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