Ancora il maltempo a condizionare il Palio che subisce un imprevisto doppio rinvio. La tratta fa felice la Civetta, con l'ormai imbattibile coppia Aceto-Panezio, il Bruco che sin dalla prima prova affida Rimini al debuttante Marasma.
A recitare il ruolo di outsider la Selva con Quebel e il Leocorno con Rucola, ma entrambi i barberi non sono in perfette condizioni fisiche tanto da essere esentati per alcune prove, lo stesso accade ai soggetti di Nicchio e Tartuca. Molti i cambi di monte, solo Bruco, Drago e Giraffa non cambiano mai fantino.
La mossa del Palio è molto caotica, la lunga attesa mette a dura prova fantini e cavalli che sono sudatissimi. Per la Civetta si mette subito male, la posizione di rincorsa, con il Leocorno al nono posto, è fortemente penalizzante per Aceto. Infatti partono primi Tartuca e Bruco, la Civetta resta imbottigliata nel gruppo anche per le nerbate del Leocorno.
Al primo San Martino il fantino della Tartuca cade, Quadrivio scosso continua la sua corsa seguito dal Bruco.
Al secondo giro inizia la sagra degli errori che favorisce il recupero vittorioso della Civetta.
A San Martino lo scosso della Tartuca non curva, passa al comando il Bruco, nel frattempo sono uscite di scena Leocorno e Selva.
L'inesperto Marasma ha praticamente il Palio in tasca, ma poco più avanti cade anche lui lasciando Rimini scosso alle prese con Aceto e Panezio.
All'ultimo San Martino lo scosso del Bruco si ferma, per la Civetta è fatta, il Palio torna nel Castellare dopo sedici anni.
Per Aceto e Panezio è la terza vittoria consecutiva nel Palio dell'Assunta che coincide con l'ultima presenza di Rondone.
Il cambio generazionale fra i fantini è inesorabile, la vecchia guardia continua ad essere rappresentata da Canapino e Aceto, dopo che in pochi anni si sono ritirati, Bazza, Tristezza, Canapetta, Rondone e Giove.
(Da "Daccelo!" di Roberto Filiani)


















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