Questo Palio rappresenta una tappa decisiva nella storia paliesca perché sancisce la rottura tra Torre ed Onda.
La tratta favorisce proprio queste due contrade, fino ad allora alleate in virtù delle tensioni nate fra Oca ed Onda degli anni venti.
La Torre affida il veloce Burattino al promettente Smania e conta sull'aiuto dell'Onda che su Lina monta lo Sgonfio.
Curioso avvicendamento nella Pantera dove Grattapassere, molto amato dai contradaioli, prende il posto dell'inviso Ciambella, dopo un sorteggio truccato. Tutto scorre liscio fino alla Prova Generale quando si concretizza un inatteso scambio di fantini fra Oca ed Onda.
Picino, reduce dalla squalifica del 1928, passa dall'Oca all'Onda, lo Sgonfio fa il percorso inverso.
Il lavoro della dirigenza torraiola è da buttar via, l'Onda tirerà a vincere col fantino da sempre legatissimo a Fontebranda.
Nella prova Smania e Picino hanno un duro contatto a San Martino e rischiano di cadere, gli animi si surriscaldano, scoppia una violenta rissa fra torraioli ed ondaioli con la conseguente ed immediata rottura dell'alleanza. Il Palio si corre in un clima di estrema tensione.
Picino è di rincorsa con Lina, barbero di sua proprietà con cui ha già vinto nel luglio 1928. Il fantino dell'Onda entra lanciato ed in un attimo la progressione di Lina si fa irresistibile.
Chiocciola e Torre, partite prime, già a San Martino sono staccate dall'Onda. L'andamento della carriera è molto lineare, si registra solo la caduta del Montone.
Picino riesce a rintuzzare tutti gli attacchi di Ruscetto, Smania resta sempre terzo. Alla soglia dei cinquant'anni il grande Picino conquista la sua tredicesima ed ultima vittoria.
(Da "Daccelo!" di Roberto Filiani)
STUDIO LUCE














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