La tratta favorisce il Drago con Stella, la Chiocciola con Calabresella ed il Leocorno con un baio molto veloce di proprietà del fantino Domenico Leoni. Tutte le favorite fissano subito con il rispettivo fantino, l'accoppiata più accreditata sembra quella del Drago, visto che Picino e Stella hanno già vinto l'anno precedente. La Lupa prova Fulmine, Moro e Nello Magnelli, per poi affidarsi a Scansino, lasciato libero dalla Torre in cui approda Martellino.
Dopo una mossa annullata escono primi dai canapi Chiocciola e Civetta. Al primo San Martino l'Aquila ostacola in maniera decisiva il Drago, Rombois spinge Picino ai materassi, la favorita è già fuori dai giochi.
Al Casato esce di scena anche il Leocorno che cade trascinando con se l'Istrice. In testa continua il duello fra Chiocciola e Civetta, la Lupa, partita male, recupera terreno, anche se la vittoria sembra ormai una questione a due fra Rancani e Testina.
Ma al terzo giro arriva il colpo di scena, il fantino della Torre, rimasto indietro di un giro, inizia a nerbare la Civetta, fermandola ad un passo dalla vittoria. In quel momento di estrema confusione anche la Chiocciola resta attardata, ne approfitta l'esperto Scansino che passa e porta il cencio in Vallerozzi.
Numerosi i provvedimenti disciplinari presi dopo questo Palio turbolento. Martellino viene squalificato a vita.
Rombois, reo di aver ostacolato Picino, viene squalificato per tre anni. Rancani, reo di non essersi fermato a fine carriera, restando a cavallo, per evitare le ire dei chiocciolini, viene squalificato per cinque anni.
Viene condonata la squalifica di un Palio comminata alla Torre per il comportamento del suo fantino.
(Da "Daccelo!" di Roberto Filiani)












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