Palio di Siena

Palio di Siena

Cronache dei Palii del 1909


4 LUGLIO 1909

Le ultime prove

Sabato sera una folla grandissima era presente alla prova generale che di solito presenta molto interesse, perchè tutti i cavalli sono lasciati liberi di dimostrare la propria forza. Questa volta non è stato così, ed alcuni dei cavalli evidentemente erano trattenuti dai rispettivi fantini. Tuttavia la corsa riuscì abbastanza bene e venne vinta dall'Unicorno.
La provaccia di ieri mattina procedette anche più flemmatica del solito.
Ognuno si studiava di arrivare il più tardi possibile, sicché il pubblico, abbastanza scarso, perse la pazienza e si mise a fischiare di santa ragione.
L'Unicorno giunse primo.

L'animazione in città

La città era ieri tutta adorna di drappi e di bandiere. Ai confini d'ogni contrada e alle abitazioni dei capi di esse sventolavano altre bandiere e le une e le altre destavano la più piacevole sorpresa in coloro che per la prima volta visitavano Siena in occasione del palio.
Le vie rigurgitavano di forestieri.
Gli alberghi, dai più eleganti ai più modesti, erano pieni.
Nel pomeriggio, dalle ore 16 in avanti, la circolazione era resa oltremodo difficile da una folla compatta, in mezzo a cui si udivano tutte le lingue d'Europa e tutti i dialetti d'Italia e che si era raccolta nel centro della città per assistere al passaggio delle comparse delle contrade.
La ricchezza e l'eleganza artistica dei vessilli e dei costumi sollevavano continue esclamazioni ammirative. Moltissimi dilettanti mettevano in moto le macchine fotografiche.
Abbiamo visto in via Cavour una elegantissima signora che trovandosi nell'automobile ed avendo della folla davanti a sé, non poteva prendere un'istantanea di una comparsa, la quale si era fermata a rendere le onoranze ad un protettore. La signora, allora, senza esitanza si fece spingere nel cielo della carrozzeria e di lassù fece la fotografia, tra gli sguardi curiosi dei presenti.

La piazza del Campo

La bellissima piazza del Campo si era riempita di pubblico, moltissimo tempo avanti allo spettacolo.
Alle ringhiere ed alle finestre erano appesi arazzi multicolori che davano al severo ambiente un carattere di gaiezza.
Non potevano essere presenti meno di trentamila persone.
Presso la Fonte Gaia, il corpo musicale delle bande riunite di S.Marco e della Quercia, eseguì, nell'attesa, degli scelti pezzi di musica.
Dopo che la pista fu sgombrata dagli agenti della forza pubblica e dai carabinieri a cavallo, questi, quando fecero al trotto il giro della piazza, salutati dalla colonia dei forestieri, che occupava il palco sotto il Circolo degli Uniti, da un prolungato applauso.

Il corteo

Alle 18,15 fece l' ingresso in piazza lo storico corteo, al suono del campanone della Torre del Mangia.
I giuocatori di bandiera, specialmente quelli del Drago che con rara maestria si scambiavano le bandiere e il Forni, detto " Mastuino ", alfiere dell'Aquila, il quale eseguì il difficilissimo "salto del fiocco", raccolsero applausi continui dai forestieri.
Nell'insieme lo sfilamento riuscì ordinato.
Verso la fine, forse perchè il tempo minacciava pioggia, che fortunatamente non si verificò, fu affrettato il passo delle comparse e rimasero alquanto distanziate le ultime contrade.
Alle 19 i cavalli uscirono dal cortile del Podestà.
I cavalli ed i fantini erano irrequietissimi ed in orgasmo. Non erano ancora entrati tutti fra i canapi, quando quattro o cinque fantini spronarono il cavallo, e sarebbero certamente caduti, con gravi conseguenze, se l'occhio vigile del mossiere Sig. Balbi non avesse fatto scattare il canapo.
I tre o quattro che avevano da entrare si fermarono; gli altri, dopo essersi urtati fortemente, si slanciarono nella pista.
Tra i pochi che erano rimasti a correre prese la testa il cavallo della Chiocciola. Il fantino, non badando ai ripetuti colpi di mortaretto che segnalavano la non validità della mossa, continuò, seguito dagli altri, a correre con quanta forza aveva.
Al secondo giro il fantino della contrada dell'Istrice cadde presso i palchi del Casato.
I cavalli finalmente si fermarono e furono ricondotti al cortile del Podestà, in mezzo all'evidente agitazione della folla.
Il fantino del Montone venne portato laggiù quasi a braccia perché alla voltata del Casato aveva fortemente battuto il piede destro nella cancellata.
Alla seconda mossa prese la testa la Civetta che si mantenne prima per due giri e mezzo ed era subito seguita dalla Chiocciola. Al primo giro i cavalli dell'Aquila e del Drago entrarono direttamente in S.Martino, con grandissima paura delle persone che vi si trovavano.
Fortunatamente nulla di grave successe.
Il fantino dell'Unicorno cadde al Casato, come pure quello dell'Istrice.
La lotta era accanitamente combattuta fra la Civetta, la Chiocciola e la Lupa, quando, al terzo giro, passata la cappella, il cavallo della Torre che era rimasto addietro d'un giro, si fermò, e il fantino incominciò a nerbare con violenza quello della Civetta, riuscendo a fermarlo e dando così agio alla Lupa di passare, in quel parapiglia, la Chiocciola e di conquistare la vittoria.
L'atto brutale e insidioso del fantino della Torre sollevò l'indignazione di tutto il pubblico. L'anno scorso un altro fantino fece consimile tentativo che non riuscì; ma la sospensione applicata allora al colpevole pur troppo, non ha impedito che un altro seguisse e anzi perfezionasse il sistema, le cui conseguenze potrebbero riuscire oltremodo luttuose.
L'opinione pubblica unanime invoca dalle autorità provvedimenti energici e capaci di rendere impossibile per l'avvenire il ripetersi di tali vergogne.
Come era a prevedersi, i più indignati per questo episodio sono gli abitanti della Torre, sia per il fatto in sé stesso, sia per la mortificazione inflitta ad una contrada, alla quale sono stati sempre legati da cordiale amicizia. Siamo anzi stati autorizzati a dichiarare pubblicamente che il fantino della Torre aveva avuto il preciso ordine di uscire da S.Martino subito dopo il primo giro e ciò per impedire che il cavallo, assai debole, potesse anche involontariamente creare ostacoli al regolare svolgimento della corsa.
Disgraziatamente ieri più d'uno dei fantini doveva aver perduto la testa.
Il fantino della Chiocciola, terminata la corsa, anziché scendere, spinse il cavallo fra la gente che aveva scavalcato i cancelli, e si aprì il passo, minacciando col nerbo e rovesciando a terra due ragazzi che fortunatamente non riportarono danno. Quindi andò, sempre a cavallo, a rifugiarsi giù al Comune.

Nella "Lupa"

Il palio, artistico lavoro del pittore Merlini, venne portato in trionfo nella contrada vincitrice. E' impossibile descrivere la gioia che invase il popolare rione. Intanto che in chiesa si facevano funzioni di ringraziamento e il rullo dei tamburi si mescolava alle grida altissime di giubilo, venivano aperte le sale della contrada per ricevervi i visitatori con la tradizionale generosa cortesia.
Il Priore avv. Bartalucci, il Vicario prof. Lusini, il Capitano barone dott. Alessandro Sergardi-Biringucci, i signori Augusto Pacini e Umberto Rossi del Consiglio Direttivo, facevano squisitamente gli onori di casa.
Tra i personaggi intervenuti notammo S.E. Lutzow, le baronesse Sergardi, il conte cav. Silvia Piccolomini con la sua distinta signora, il comm. Cambi-Gado presidente del Magistrato delle Contrade, il marchese Albergotti e moltissime dame straniere.
Fu offerta della champagne e vennero fatti numerosi brindisi.
Il fantino Domenico Fradiacono, di Tivoli, detto Scanzino, venne da tutti complimentato.
Il rione, illuminato a padellette, fu sino a tardissima ora, stipato di pubblico.
Il Palio fu per tutta la sera portato in trionfo anche nelle limitrofe contrade amiche, dove fu accolto con entusiasmo e al suono delle campane.
In vari punti della via Vallerozzi erano collocati dei barili di vino, gentilmente offerto a chiunque passava.
Presso la chiesa, una banda improvvisata, suonò sino alla mezzanotte numerosi ballabili.
La Lupa riportò l'ultima vittoria il 18 agosto 1907.
Avendo questa contrada vinta anche la corsa dell'aprile 1809, festeggerà quest'anno, con la vittoria di ieri, anche quella, di cui ricorre il centenario.

16 AGOSTO 1909

Prima della corsa

Senza tema di errore, si può affermare un crescendo meraviglioso nel concorso dei forestieri che vengono a Siena per godere l'eccezionale spettacolo dei nostri palii.
Le vie cittadine furono tutto il giorno affollatissime; nel pomeriggio, prima della corsa, specialmente fra Piazza Tolomei e la Costarella, la circolazione rimase per qualche momento arrestata. Le nostre brave guardie municipali diedero prova di grande zelo ed avvedutezza nell'impedire che l'insolito movimento desse luogo ad inconvenienti.
Le comparse delle contrade, che indossavano la nuova montura, erano accolte al loro passaggio con viva ammirazione ed erano di continuo bersagliate dalle macchine fotografiche dei forestieri.
Alle 17,30 tutte le comparse si trovavano riunite nell'atrio della Prefettura in attesa degli ordini dell'Autorità comunale.
Di qui, formato il corteo, proseguirono per via S. Pietro e via del Casato per fare poi solenne ingresso nella Piazza del Campo, ove si giudica che fossero presenti circa quarantamila persone.
Alle ore 18 incominciò il servizio per lo sgombero della pista.

Il corteo

Alle 18,20 il corteo ha fatto ingresso nella Piazza del Campo al suono del Campanone e della marcia trionfale intonata dai trombetti e musici di palazzo.
I tamburi hanno cominciato a rullare e le comparse hanno sfilato nel magnifico anfiteatro.
I forestieri, specialmente alla mossa e sotto il Circolo degli Uniti, hanno frequentemente ed entusiasticamente applaudito i giuocatori di bandiera, fra i quali si sono distinti, come sempre, i signori Gerli Primo e Brecchi Agostino della contrada del Drago, che hanno eseguito a più riprese il difficile cambio di bandiera, ed il signor Forni, conosciuto col nomignolo di Mastuino, della contrada dell'Aquila, che ha eseguito il cosidetto salto del fiocco.

La corsa

Alle ore 19,15 le comparse con il resto del corteggio hanno preso posto nel palco appositamente eretto alla base del palazzo Comunale; ed uno sparo di mortaletto ha annunziato che i cavalli uscivano dal cortile del Podestà. Allorchè hanno fatto ingresso nella pista dirigendosi al canape, sono stati accolti da un mormorio prolungato.
Fra i canapi hanno preso posto nell'ordine seguente:
Aquila, Selva, Bruco, Nicchio, Leocorno, Lupa, Civetta, Drago, Torre e Pantera.
La mossa, per merito del mossiere dott. Meucci, è riuscita ottimamente. I cavalli sono partiti in gruppo serrato.
Drago e Nicchio sono scappati primi, nerbandosi di santa ragione. A S.Martino il Nicchio è stato raggiunto dalla Pantera e la lotta è diventata così, tra queste tre contrade, asprissima. Al secondo giro, il fantino del Leocorno è caduto al Casato senza farsi alcun male.
La vittoria, disputata sempre dalla Pantera, ha arriso alla contrada del Drago.
Il pubblico che ha seguito la corsa con entusiasmo ed emozione è scoppiato infine in un applauso fragoroso.
I tre giri sono stati compiuti in tre minuti.
Il fantino del Drago è andato a cadere nelle braccia dei carabinieri che lo hanno accompagnato nel rione.

La consegna del Palio

Sabato i dragaioli e le contrade alleate si sono recati sotto il palco dei Giudici a prendere il palio.
Questo è stato calato in mezzo alle grida di giubilo, al rullìo dei tamburi e allo sventolare delle bandiere di tutte le contrade.

Nel "Drago"

Nella piazza Umberto I e nella via del Paradiso, che sono le arterie principali della contrada del Drago, sono stati appesi subito i tradizionali braccialetti.
Il pubblico come è facile prevedersi è accorso numerosissimo.
La chiesa della contrada, in piazza Umberto I, si è subito affollata. Moltissima parte ha invaso i locali della contrada, annessi alla chiesa.
Il palio, dopo essere stato portato nella chiesa di S.Domenico, è stato recato nella chiesa della contrada, dove sono state celebrate le funzioni di ringraziamento.
In una sala della contrada è stato offerto agli intervenuti abbondante champagne e si è brindato naturalmente, alla vittoria riportata, alla contrada, al consiglio ed al fantino.
Costui, Angelo Meloni, è stato festeggiatissimo.
Facevano gli onori di casa il priore nobil Giulio Grisaldi Del Taia, il capitano Marchese Della Greca, ed i signori del Consiglio: Grassi Augusto e Cesare, Gerli Faliero, Baldacconi Antonio, Cambi Carlo e Coltellini Oreste.
Moltissimi sono stati gli intervenuti, che si sono soffermati ad ammirare i palii vinti da questa contrada. Essi sono, con questo, 24.
L'ultima vittoria venne riportata dal Drago il 2 luglio 1903.
Nel rione è stato, sino a tardissima ora, un affluire continuo di gente.
L'entusiasmo dei dragaioli ha raggiunto il più alto grado.
Tra le grida di Viva! e di Drago, si intrecciavano stornelli allegorici ed improvvisati, che venivano cantati dai giovani popolani.

Il Palio a sorteggio

Oggi, alle ore 18, avrà luogo il palio a sorteggio, ideato e organizzato dalla Società fra industriali, commercianti e affini.
Come lo indica la parola, la sorte presceglierà i fantini, i cavalli, le contrade e assegnerà il posto alla mossa.
I capitani, riuniti al Municipio insieme ad un rappresentante del Comitato delle feste, presieduti da un assessore e assistiti da un impiegato comunale che fungerà da segretario, sceglieranno i fantini che saranno subito rinchiusi in un locale appartato.
I proprietari dei cavalli che prendono parte alla corsa del 16, hanno l'obbligo di presentare i cavalli rispettivi per il palio a sorteggio. la mancanza di qualche cavallo, verrà sostituito con altri.
Si procederà all'estrazione nel modo seguente:
L'assessore estrarrà le contrade, i cui rappresentanti saranno invitati ad estrarre successivamente il numero del cavallo e il nome del fantino. Contemporaneamente sarà esposta al pubblico la bandiera della contrada estratta col numero del cavallo avuto in sorte.
Per ultimo sarà proceduto all'estrazione dell'ordine, con il quale i cavalli devono entrare fra i due canapi.
Quindi i fantini indosseranno i costumi da corsa delle contrade che corrono e muniranno la briglia del cavallo di analogo distintivo.
Dopo la corsa, i fantini dovranno ricondurre i cavalli nella Corte del Podestà per riconsegnarli ai proprietari.

*    *    *

Avvertiamo che i cavalli saranno contrassegnati con i medesimi numeri, con i quali furono consegnati nel primo palio.
La Selva ebbe il n.1, il Bruco il n.2, il Nicchio il n.3, la Pantera il n.4, la Torre il n.5, la Civetta il n.6, la Lupa il n.7, l'Aquila il n.8, il Leocorno il n.9, ed il Drago il n.1O.
Tenendo presenti questi dati, quando oggi saranno esposte al pubblico le bandiere delle contrade sorteggiate e i numeri dei respettivi cavalli, si potrà giudicare della forza dei cavalli toccati in sorte alle contrade e fare fondati prognostici sull'esito della corsa.

17 AGOSTO 1909


Il palio a sorpresa

A questa corsa indovinata per la sua originalità e interessantissima per la focosa gara, cui ha dato luogo, assisteva ieri sera un pubblico numeroso quasi quanto quello dell'altro giorno.
Alle 18,30 i carabinieri a piedi e a cavallo e gli agenti di P. S. avevano già sgombrata la pista.
Quindi da una finestra del secondo piano del Palazzo comunale sono state annunziate le contrade ed i numeri dei cavalli estratti a sorte, in quest'ordine: Aquila, cavallo N.3, che nella corsa del palio aveva il Nicchio; Torre, cavallo N.5, che aveva nella corsa del palio; Drago, cavallo N.9, che aveva il Leocorno; Oca, cavallo N.2, che aveva il Bruco; Onda, cavallo N.7, che aveva la Lupa; Lupa, cavallo N.4, che aveva la Pantera; Pantera, cavallo N.10, che aveva il Drago; Istrice, cavallo N.6, che aveva la Civetta; Civetta, cavallo N.1, che aveva la Selva; Chiocciola, cavallo N.8, che aveva l'Aquila.
L'estrazione dei fantini, il vestirsi di costoro ed il montare in sella, ha fatto perdere una mezz'oretta di tempo, facendo così impazientire il pubblico.
Alle ore 19 i fantini sono usciti dal cortile del Podestà, brandendo il tradizionale nerbo.
Tra i due canapi hanno preso posto nell'ordine seguente: Drago, Istrice, Aquila, Onda, Civetta, Lupa, Chiocciola, Pantera, Torre e Oca.
La mossa è stata data magnificamente dal dott. Mecucci.
I cavalli sono partiti in gruppo serrato. Hanno preso subito la testa i fantini del Drago, dell'Istrice e della Pantera.
L'Istrice presso S.Martino è venuto primo, seguito dalla Pantera e dall'Oca.
Quest'ultima al secondo giro ha sorpassato le altre e si è mantenuta prima sino al termine della corsa. Il fantino, maneggiando continuamente ed energicamente il nerbo, ha tenuto sempre addietro la Pantera.
Una corsa così combattuta, così emozionante non si era veduta da molti anni. Il pubblico, elettrizzato, manifestava chiaramente il suo vivo entusiasmo.
Il fantino dell'Oca, Alduino Emidi, detto Fracassa o Zaraballe, è andato a cadere, estenuato, tra le braccia dei carabinieri e delle guardie di città che in gran numero gli si sono serrati intorno; tuttavia ha ricevuto una bastonata da un nicchiaiolo, perché, avendo questo fantino corso per il palio nel Nicchio e su di un cavallo buono, non aveva riportato la vittoria. Il bastonatore è stato arrestato.
Durante questo episodio veniva consegnato il palio, opera del signor Corrado Parenti, agli ocaioli, i quali, in mezzo a grida assordanti di giubilo, lo hanno preso e portato in trionfo nel rione.
Intanto il fantino, nonostante le sue proteste, è stato condotto a viva forza al Municipio, dove, per prescrizione, si dovevano recare tutti i fantini, appena terminata la corsa.
Molti hanno creduto che fosse stato arrestato e si son messi a gridare che rilasciassero il fantino.
Durante il percorso dalla mossa al Comune sono nati numerosi, ma insignificanti tafferugli.
Ci si dice che un carabiniere sia anche caduto in terra.
Sono stati fatti altri tre arresti, e gli arrestati sono stati condotti nel cortile del Podestà, di cui sono stati chiusi i cancelli in faccia al pubblico che vi era accorso gridando e protestando.
I presenti sono stati spinti indietro e trattenuti dai numerosi carabinieri e guardie.
Si è continuato a chiedere rumorosamente la libertà degli arrestati. Il clamore è durato più di un'ora.
Ad un certo momento è sopraggiunto il procuratore del Re cav. Ghidoli, il quale ha spiegato un'ammirevole opera di pacificazione.
Gli arrestati sono stati lasciati in libertà e fatti uscire da una porta di Salicotto ed il fantino, circondato da carabinieri e di agenti, è stato accompagnato in Fontebranda, seguito da un codazzo di ragazzi che gridavano e fischiavano.
Al contrario, nel rione, il comparire del fantino è stato accolto da applausi entusiastici.
Nelle sale della contrada, già aperte e piene di persone, il fantino è stato da tutti vivamente complimentato per la bella vittoria, guadagnata con la sua bravura.
Sino a tarda ora il rione è stato festante e affollatissimo.
Il palio è stato portato in trionfo nei rioni delle contrade alleate.
La contrada dell'Oca ha riportato con questa la 47a vittoria.

*    *    *

I premi in danaro offerti dalla Società dei Commercianti ai fantini, furono così distribuiti, secondo il loro ordine di arrivo al traguardo: Oca, Emidi Alduino L. 100; Pantera, Beligni Sallustio L. 70; Torre, Sampieri Guido L. 40; Lupa, Leoni Domenico L. 30; Aquila, Menichelli Francesco L. 20; Istrice, Menichetti Alfonso; Civetta, Fradiacono Domenico; Drago, Cerpi Giulio; Chiocciola, Del Porro Pilade e Onda Meloni Angelo, L. 10 ciascuno.

La "Pallonata"

Questa sera, nella piazza del Campo, sarà eseguito il medioevale giuoco della Pallonata senese, al quale prenderanno parte 15O ginnasti, istruiti e diretti dal Club Sport.
Come tutti ricorderanno la Pallonata fu riprodotta dalla stessa Società nel 1904 in occasione della Mostra dell'Antica arte senese.
Questo bellissimo giuoco riscosse il plauso e l'ammirazione di tutta la cittadinanza e dei numerosissimi forestieri che vi assisterono.
Dagli atti del Governo di Balìa, esistenti nell'Archivio senese, a proposito della Pallonata si legge che gli esecutori erano i cittadini nobili e venivano divisi in due fazioni. La fazione del Terziere di S.Martino e quella del Terziere di Città. Il Terziere di Camollia, come quello più deficente di nobili famiglie, divideva in due i pochi pugnaci giovani e cedevane metà per ciascun Terziere.
Ed ecco come mercoledì prossimo verrà riprodotto lo spettacolo:
I giovani giostranti in Numero di 100 divisi in due fazioni entreranno, nella Piazza del Campo: il terzo di S. Martino dalla Via del Casato, il terzo di Città dalla Via S.Martino. Vestiranno il costume del Secolo XV con copricapo alla Veneziana.
Comporranno i due cortei i Trombetti di Palazzo, suonanti una marcia dell'epoca, composizione del distinto M° Mascagni, il Gonfalone del Terzo accompagnato da due mazzieri, 4 Rotellini di Palazzo e il Gonfaloniere del Terzo, gruppo di 20 bambini cosidetti paggi, gruppo di 3 mantenitori della pugna, fazione giostrante composta di 50 giovani, gruppo di 34 paggi in costume medioevale, gruppo di 8 alfieri giuocatori di bandiera, gruppo di 8 tamburi. Le Contrade sono così disposte: (partito rosso) Terzo di S.Martino: Nicchio, Montone, Leocorno, Torre, Civetta, Oca, Drago, Istrice e Giraffa; (partito bianco) Terzo di città: Chiocciola, Tartuca, Pantera, Aquila, Selva, Onda, Lupa, Bruco e Civetta.
Al suono delle due fanfare i cortei entreranno in Piazza del Campo da S.Martino e dal Casato e per le omonime discese entreranno nel centro della Piazza, proseguendo in giro internamente fino a prendere le relative poste: a San Martino il partito rosso, al Casato il partito bianco.
I paggi delle due parti si staccheranno dalla loro relativa fazione e converranno nel centro del Campo preparandosi ad eseguire il Ballo così detto la Chiaranzana. Ballo figurato e mimico d'effetto bellissimo preparato dal distinto coreografo Oreste Staderini, nostro concittadino, allievo dell'Opèra de Paris.
Terminato il ballo al suono della campana maggiore, al rullo dei tamburi tutti e, allo squillo dei trombetti, verrà lanciata, dalla prima rocca della Torre del Mangia, la Palla.
Il giuoco avrà da quì il suo sviluppo e rimarrà vincitrice quella fazione che saprà lancarla al di là di un ostacolo posto alle due salite di S. Martino e del Casato.
E' raccomandato alla cortesia del pubblico di rimandare all'interno della Piazza la palla ogni qualvolta questa sia mandata fuori dal campo della giostra, essendo proibito ai pugnatori in modo assoluto, di uscire dal terreno al giuoco adibito.
Vinto che abbia un partito, avrà sviluppo un'azione coreografica generale, per mezzo della quale i partecipanti alla festa usciranno dal campo, dando così termine allo spettacolo.
Il rullìo dei tamburi tre volte ripetuto, il suono dei trombetti, è segnale di vittoria.
La commissione esecutiva della festa è composta dei signori Martini Augusto, direttore; Fattorini Marino, istruttore; Ioni Federico, disegantore dei costumi; Danielli ing. Ezio, Giardi Silvestro e Goretti Umberto, segretarii.
Il corteo entrerà in piazza alle ore 17,30. Il giuoco avrà principio alle ore 18.
Presterà servizio nella piazza, la Banda Pietro Mascagni, diretta dall'esimio maestro Bonnoli.


Testi tratti da "La Vedetta Senese" del 5 luglio, del 17 agosto e 18 agosto 1909, foto dei drappelloni da "Pallium"