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GENTILI GIUSEPPE
(Ciancone) 9/40

- detto anche Coscione, Calia e Gentilino -

Nato a Manziana (RM) il 27 settembre 1917
Morto a Perugia il 24 giugno 1978
Fratello di Sughero (Luigi Gentili)

1. 16 agosto 1945 GIRAFFA Mughetto
2. 2 luglio 1946 ONDA Lampino
3. 16 agosto 1946 GIRAFFA Piero
4. 18 maggio 1947 1 TARTUCA Pallino
5. 2 luglio 1947 NICCHIO Salomè
6. 16 agosto 1947 NICCHIO Brillante
7. 2 luglio 1949 TARTUCA Piero
8. 16 agosto 1949 OCA Bianchinetta
9. 28 maggio 1950 1 ONDA Miranda
10. 2 luglio 1950 ONDA Gioia
11. 16 agosto 1950 ONDA Bottarella
12. 2 luglio 1951 PANTERA Archetta
13. 16 agosto 1951 TARTUCA Bagnorea
14. 2 luglio 1952 ONDA Sanzio
15. 16 agosto 1952 ONDA Gaudenzia
16. 2 luglio 1953 ONDA Lirio
17. 16 agosto 1953 ONDA Tarantella
18. 2 luglio 1954 TORRE Rosella
19. 16 agosto 1954 BRUCO Forletto II
20. 5 settembre 1954 1 TARTUCA Buriana
21. 2 luglio 1955 BRUCO Sturla
22. 16 agosto 1955 TARTUCA Gaudenzia
23. 2 luglio 1956 BRUCO Ravi II
24. 2 luglio 1957 OCA Raffica
25. 16 agosto 1958 PANTERA Tanaquilla
26. 2 luglio 1959 OCA Rosella
27. 16 agosto 1959 OCA Tanaquilla
28. 2 luglio 1960 LUPA Gavottina
29. 16 agosto 1960 LUPA Gavottina
30. 4 settembre 1960 1 CIVETTA Uberta de Mores
31. 5 giugno 1961 1 LUPA Salomè de Mores
32. 2 luglio 1961 OCA Capriola
33. 16 agosto 1961 OCA Capriola
34. 17 agosto 1966 ONDA Sambrina
35. 16 agosto 1967 BRUCO Arianna
36. 16 agosto 1968 ONDA Ringo
37. 2 luglio 1969 ONDA Sambrina
38. 2 luglio 1970 SELVA Ercole
39. 16 agosto 1970 ONDA Livietta
40. 2 luglio 1971 ISTRICE Topolone

1 Palio straordinario.

- Dopo Andrea Degortes detto Aceto, è il fantino che ha corso di più in una stessa contrada: 12 volte nell'Onda (2 vittorie) (cfr.).


  


           

Roberto Neri racconta

 
Nato in un paesino della provincia di Roma proveniva da una famiglia di cavallerizzi.
Il fratello Gino aveva corso due Palii a Siena nel 1938 col soprannome di "Sughero" nella contrada del Valdimontone senza peraltro ottenere grandi risultati: infatti il deludente risultato del Palio d'agosto sul veloce cavallo Giacchino scatenò l'ira dei contradaioli e segnò la fine della carriera senese del fantino.
Giuseppe tornò a Siena, forse spinto dal padre che voleva lavare l'onta del 1938, sotto l'egida di Ettore Fontani, noto dirigente senese della contrada dell'Oca che gli dette la possibilità di provare la Piazza del Campo. Nell'agosto del 1945 esordì al Palio correndo per la Giraffa con il soprannome di Ciancone (era anche conosciuto come Calia o Coscione) e dimostrando subito personalità e sicurezza tra i canapi ottenendo un secondo posto finale tutt'altro che disonorevole. Dopo un palio incolore nell'Onda nel luglio del 1946 arrivò la prima vittoria nell'agosto dello stesso anno con il giubbetto della Giraffa, montando il forte cavallo Piero, al termine di un appassionante testa a testa con l'Oca.
In questa corsa cominciarono ad emergere in maniera prepotente quelle qualità che lo avrebbero contraddistinto durante tutto l'arco della sua carriera di fantino: la lucidità tra i canapi,la precisione con la quale "disegnava" le traiettorie delle curve e soprattutto lo stile e l'eleganza nell'andare a cavallo che saranno in seguito eguagliate soltanto dal grande Andrea Degortes detto Aceto alcuni anni dopo.
Altra vittoria giunse nel luglio del 1947 con i colori del Nicchio e conducendo il cavallo Salomè ad una grande vittoria dopo una grande mossa e tre giri in testa.
Mentre ad agosto, sempre nel Nicchio, non riuscì a bissare il successo di luglio cominciavano le prime perplessità sul suo conto dovute a quella a quella debolezza del suo carattere che assieme all'innata classe lo contraddistinguerà per tutta la vita: la sua grande avidità, che già suscitava le perplessità di colleghi e contradaioli. Nel luglio del 1949 una deludente corsa nella Tartuca con il favorito Piero gli fa perdere altri consensi e da allora in poi saranno poche le occasioni di montare cavalli favoriti.
La terza vittoria arrivò nell'agosto del 1950 con i colori biancoazzurri dell'Onda conducendo per tre giri e riuscendo a tamponare la potente rimonta del Drago (costrinse con una mossa da geniale cavallerizzo il cavallo avversario ad arrestarsi all'ultima curva). Il 1951 è anno di grazia con una doppia vittoria: a luglio nella Pantera (che non vinceva da 25 anni) e ad agosto nella Tartuca (a digiuno da 18 anni), entrambe le volte con due cavalli esordienti: Archetta e Bagnorea. Nei Palii successivi non arrivarono vittorie ma andò consolidandosi un rapporto con l'Onda che seppur altalenante durerà sino alla fine della sua attività a Siena. Nel luglio del 1953 intanto aveva esordito in Piazza un altro fantino di grande caratura tecnica che darà vita con Ciancone ad una confronto ravvicinato forse ineguagliabile nella storia del Palio: Giorgio Terni detto Vittorino.
La sesta vittoria arriva nel luglio del 1955 nella contrada del Bruco, a digiuno dal 1922, in groppa alla cavalla esordiente Sturla che Ciancone prese in mano dalla seconda prova portandola dalle iniziali difficoltà verso un miglioramento costante giunto al suo parossismo durante i tre giri della Piazza. Nel frattempo è iniziato un rapporto di collaborazione tra Ciancone e l'Oca nella quale dopo due palii corsi riuscirà a portare il drappellone. In groppa alla poco quotata cavalla Tanaquilla da vita ad una corsa spettacolare giostrata fino all'ultima curva con l'avversaria Torre. Dopo due palii corsi nel 1960 con la Lupa ottiene l'ottavo trionfo nel Palio straordinario di settembre con il giubbetto rosso e nero della Civetta: corsa dominata senza sbavature grazie anche alla potenza della forte cavalla Uberta.
Nell'agosto del 1961 Ciancone corse ancora con il giubbetto tricolore dell'Oca e si presentò ai canapi in groppa alla cavalla Capriola. Di rincorsa era proprio l'acerrima nemica dell'Oca, la Torre, con Vittorino e la forte Salomè de Mores. Quando Vittorino spinse la cavalla tra i canapi, Ciancone e Capriola si trovarono rigirati e praticamente tagliati fuori dalla corsa sin dalla partenza. Dopo i tre giri la Torre andò a trionfare e l'ira degli ocaioli fu tale da raggiungere nel tempo connotati quasi mitici. Quando Ciancone fu raggiunto e portato in contrada non fu certo per avere chiarimenti...
Per cinque lunghi anni Ciancone non osò rimettere piede a Siena e nessuna contrada provò neanche a contattarlo, almeno fino alla sera del 15 agosto del 1966. Infatti la mattina dopo, quella del Palio, Ciancone si presentò in Piazza con il giubbetto dell'Onda, storica alleata dell'Oca; seguirono disordini tra Oca e Onda e la conseguente rottura dell'alleanza. In quel Palio il fantino quasi cInquantenne dimostrò di non essere ancora arrugginito ma la vittoria non arrivò. L'ultimo sigillo della sua grande carriera arriverà tre anni dopo nel luglio del 1969 nell'Onda sulla grigia Sambrina. Nel luglio 1971 in groppa al fortissimo Topolone fu invece l'ultimo Palio corso all'età di cinquantaquattro anni.
Fuori dalla Piazza del Campo di Siena il "professore" come ormai veniva chiamato con doverosa riverenza continuava ad andare a cavallo e correre nelle gare di provincia o in altri palii. Nel giugno del 1978 corse e vinse il Palio dei Rioni di Castiglion Fiorentino a Castiglion Fiorentino per il rione di Porta Romana, montando il cavallo Frapalle. Il giorno dopo durante una corsa di consolazione accettò di montare il riottoso cavallo Pelin: partì primo ma giunto alla curva delle Mura Pisane fu scavallato dall'ingestibile animale e, senza la protezione alla testa, andò a schiantarsi rimanendo agonizzante a terra. Proprio in quella condizione che tante volte lo aveva portato alla gloria, il dominio di una corsa, stava trovando la fine più tragica. Ciancone morirà infatti una settimana dopo all'ospedale di Perugia senza riprendere più conoscenza.
Ciancone ha corso 40 palii, 12 dei quali nell'Onda e 6 nell'Oca. Delle 9 vittorie al Palio 2 sono state per l'Onda e 1 volta ciascuna per Giraffa, Nicchio, Pantera, Tartuca, Bruco, Oca e Civetta.
La traiettoria interna che disegnava in maniera perfetta alla difficile curva di San Martino veniva denominata "il viottolo del Gentili".
Nel 1951 Ciancone chiese alla contrada della Pantera, per la prima volta nella storia del Palio, una cifra "a perdere". Questo atteggiamento gli provocò una certa diffidenza da parte di dirigenti e contradaioli anche se poi l'innovazione avrebbe preso piede negli anni successivi.
Nell'agosto del 1956 avendo una grossa disponibilità economica l'Istrice si era assicurata l'aiuto di tutti i dieci fantini per la vittoria finale. Questi, una volta riunitisi, decisero che a montare il cavallo dell'Istrice Gaudenzia sarebbe stato proprio Ciancone. Durante le prove ebbe però un grave incidente che lo costrinse a saltare la corsa. il fantino che lo sostituì, Mezz'etto, riportò uno scontato trionfo e nei giorni successivi si recò all'ospedale dove Ciancone era ricoverato portandogli i migliori auguri insieme una busta che lasciò sotto il cuscino. Ciancone ringraziò il collega sorridente ma quando questi fu andato via e aprì la busta si accorse che dentro vi erano solo pochi spiccioli: il fantino andò su tutte le furie e per calmarlo dovettero intervenire gli infermieri...

Biografia tratta da wikipedia











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