Ancora una volta ci sono notevoli difficoltà a reperire cavalli per la tratta, questa volta all'orario stabilito sono presenti addirittura solo quattro soggetti. Si parte in ritardo e la fortuna bacia le tre contrade che non vincono da più tempo.
Alla nonna Selva tocca ancora una volta la grigia Salomè, al suo quattordicesimo Palio, a montarla c'è il minuscolo Mezzetto, fantino siciliano che sfila nel corteo con una montura ottocentesca, visto che in quella solita per il fantino ci sta larghissimo. Nel Bruco, a secco dal 1922, si riforma per la terza volta consecutiva, negli ultimi tre Palii disputati, la coppia Rompighiaccio-Niduzza. Anche la Pantera, a digiuno da venticinque anni, spera molto, con l'esordiente Archetta e Ciancone, ormai leader indiscusso fra i fantini, che arriva in "prestito" dalla Tartuca.
La sera del Palio c'è molta tensione fra i canapi, due allineamenti non vanno a buon fine, ci vuole tutta l'abilità del Mossiere Guidarini per far partire i cavalli. Il più lesto è Ciancone che porta in testa la Pantera, seguono Selva, Nicchio e Torre, il Bruco parte decisamente male.
Per la Pantera è una costante corsa di testa, le uniche insidie sono portate al primo giro da Nicchio e Selva, con i debuttanti Falchetto e Mezzetto in grande evidenza. Il Nicchio però cade al primo Casato, per Ciancone la corsa si fa ancora più lineare, mentre nelle retrovie finisco sul tufo le speranze del Bruco, Ganascia cade all'ultimo Casato.
Il Gentili arriva al bandierino sorridente, dietro, staccate di molto la Selva e lo scosso della Torre.
(Da "Daccelo!" di Roberto Filiani)
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