In questa carriera si ha una svolta epocale, c'è l'addio del grande Ganascia che coincide con l'esordio di Vittorino, due veri miti del Palio, entrambi di Monticello Amiata.
La situazione è incertissima sin dalla vigilia, fra i dieci cavalli presenti solo il vecchio Lirio ha già vinto in precedenza e la monta del solito Ciancone mette l'Onda in primo piano.
La promettente Gaudenzia, toccata alla Selva, si infortuna durante una prova ed arriva al Palio in precarie condizioni.
Nelle prove pochissimi movimenti, di rilievo solo lo scambio dei fantini fra Tartuca ed Onda che poi risulterà decisivo.
Dalla mossa esce primo con grande destrezza e tempismo l'esordiente Vittorino, dietro Tartuca, Oca, con l'Onda in ritardo.
Il giovane fantino del Nicchio sembra aver in mano la corsa, dietro di lui si affannano Tartuca, Onda e Selva.
Al primo Casato cade la Torre, mentre Vittorino si avvia deciso ad affrontare il secondo San Martino, dove il purosangue Turbolento non regge, cade e muore sul tufo. È la svolta di questo Palio, Ranco prende la testa, tallonato da Oca ed Onda. Al secondo Casato casca la Selva, Ciancone sembra potersi avvicinare alla Tartuca, ma l'esperto Ranco controlla abilmente il ritorno dell'Onda e del Biondo nell'Oca.
Per la Tartuca è un bis inatteso, seconda vittoria di fila dopo quella dell'agosto 1951, ottenuta ancora con un soggetto esordiente scarsamente considerato.
La Piazza saluta il grande Ganascia, eroe del Palio, uno dei fantini più amati di tutti i tempi, con le sue otto vittorie su trentasei Palii corsi e con le sue nerbate che resteranno per sempre nella storia.
(Da "Daccelo!" di Roberto Filiani)

















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