Questo Palio è caratterizzato dal lotto di cavalli forse più scadente degli ultimi anni. Assenti Panezio e Rimini, vengono scartati Uana e Urbino, fanno ben sperare, le sorprese di luglio, Bellino e Black Magic e gli esperti Ascaro e Torquato Tasso. Aceto passa dall'Oca al Drago che non concede più fiducia a Canapino, in Fontebranda viene confermato Tremoto.
Le prove non esprimono nulla di rilevante, si arriva al Palio nell'assoluta incertezza. Nei canapi c'è molta confusione, quando entra l'Aquila partono bene Selva e Nicchio, l'Onda rimane attardata.
Al primo San Martino gira primo il Nicchio, seguito dalla Selva, non si registra nessuna caduta.
Dopo il passaggio del Nicchio al primo Casato c'è la svolta del Palio che rompe l'assoluto equilibrio che avrebbe potuto caratterizzarlo.
L'Onda, scegliendo una traiettoria interna, ha recuperato molte posizioni, ma non riesce a evitare l'impatto con la Selva e cade.
Bastiano finisce nei palchi, resta coinvolto nella caduta anche il Drago, le altre sono costrette quasi a fermarsi, nelle retrovie cade rovinosamente l'Aquila.
Per Ercolino il resto del Palio è una formalità, lo sconosciuto Balente trova il suo momento di gloria e il Nicchio rompe un digiuno di dodici anni grazie alla Capitana Lucia Cioni, figlia d'arte del plurivittorioso Mario, Capitano nicchiaiolo degli anni sessanta.
(Da "Daccelo!" di Roberto Filiani)

















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