(Gobbo Saragiolo) 15/59 - detto anche Gobbino del Ciaj - Nato a Montalcino (SI) il 14 dicembre 1809 (vedi battesimo) Morto a Siena (Castelvecchio) il 27 ottobre 1865 (vedi morte)
- Secondo il Sergardi avrebbe corso anche il Palio di luglio del 1825 nell'Istrice. - È il fantino che dopo Francesco Bianchini detto Campanino e ha corso più Palii consecutivamente: 34 tra il 1823 e il 1842 (cfr.), dividendo tale primato con Niccolò Chiarini detto Caino. - Dopo Mario Bernini detto Bachicche è il fantino più giovane del quale abbiamo la data certa di nascita, ad aver corso il suo primo palio: aveva 13 anni e 8 mesi (cfr.). - Come si osserva, egli rimase inattivo nel 1858 e 1859. Pur tenendo conto che nel 1859 i Palii non vennero disputati, la spiegazione della sua lontananza dalla Piazza nel 1858, si trova nel registro dei reclusi di Siena (Arch.Stato Siena - Prefettura 2781 n.271). Dovette infatti scontare una condanna a 19 mesi e 8 giorni, a iniziare dal 10 aprile 1858, per furto aggravato. La parte iniziale della pena la scontò a Siena, prima di essere trasferito alle Murate di Firenze. 1 Palio straordinario corso con 17 contrade. 2 Palio straordinario. L'età che compare nella didascalia, anche se di poco, è comunque errata.  
Fabbro di professione, seguiva il mestiere del padre. Ma più che il mantice la sua passione erano i cavalli. E altro non poteva essere per colui che in seguito avrebbe eccelso nella storia del Palio. L'alto computo delle vittorie (ben 15) lo lega alla leggenda della festa senese.
Esordì giovanissimo in Piazza: non ancora quattordicenne difese i colori della Chiocciola, al Palio dell'Assunta del 1823, riportando una clamorosa vittoria. Piccolo (una stampa dell'epoca, in occasione della prima vittoria, lo descrive alto 2 braccia, cioè circa 120 cm, e di 80 libbre di peso, cioè appena 36 kg!) e gobbo (per questo il soprannome), incantava Siena con la sua abilità col nerbo, la sua freddezza e la sua capacità di vincere anche con barberi di poche pretese trasformandoli in campioni, doti che ne fecero un mito anche presso i suoi contemporanei. Le Contrade quasi lo pagavano a peso d'oro per averlo. Tra tutte la contesa tra le due grandissime rivali Oca e Torre, che già all'epoca si davano battaglia per guadagnare il maggior prestigio cittadino. Le dirigenze dei due rioni cercarono in ogni modo di guadagnarsi la fiducia del Gobbo Saragiolo. Ma lui, ambendo per lo più al denaro e lontano da ogni tipo di influenza contradaiola, vestì sia il giubbetto di Salicotto che quello di Fontebranda: per l'Oca corse 9 Palii, vincendone 3, per la Torre ne corse 11, vincendone 5. Del resto Francesco Santini corse per quasi tutte le Contrade: solo Aquila, Civetta e Lupa non lo montarono mai. E oltre a Chiocciola, Oca e Torre, regalò la gioia della vittoria anche a Montone, Bruco e Onda. Gioie che regalò però nell'esclusivo interesse per i soldi. Che il Gobbo Saragiolo fosse un autentico mercenario non vi era dubbio: quando nel 1855, correndo per la Selva con uno dei cavalli favoriti, andò di proposito dritto a San Martino, ai delusi quanto irati contradaioli ribatté: «Ma che dovevo vincere per voialtri miserioni che mi davi 140 monete, quando ne ho guadagnate 170!». Nella Torre corse l'ultima carriera, il 2 luglio 1860, a ben 51 anni di età. In totale corse 59 Palii, vincendone ben 15. Nel 1834, Francesco Santini Fantino in Piazza abitava in Piazzetta Ugurgieri, nei pressi dell'attuale via Duprè Archivio di Stato - Governo di Siena 344 - 7 luglio 1832
Per contravvenzione ai Regolamenti alla corsa dei cavalli eseguita nel due di Luglio corrente (1828) sulla
Piazza del Campo di questa città fù nel predetto giorno condannato
Francesco Santini detto il Saragiolo uno dei fantini in detta corsa nella carcere per circa a 24 ore sofferta. Matrimonio celebrato a Siena nella cura di S.Salvatore in S.Agostino il 14 aprile 1830
Non essendo stato trovato reperibile al suo domicilio alle ore 10, e mezza della sera de' 24 andante il connoto precettato temibile in materia di furti Francesco Santini fantino di Siena, gli diedi debito lo scorso giorno di disobbedienza al precetto serale e domandai che fosse adeguatamente coercito. |