Per la prima volta nel secolo, il Palio "concede il bis", le dieci partecipanti a questa carriera sono le stesse che hanno corso nell'agosto 1925.
Il Palio è dedicato alla Conquista dell'Impero d'Africa Orientale, la contrada vittoriosa potrà fregiarsi del titolo di imperiale, sul drappellone di Bruno Marzi c'è la firma del Re Vittorio Emanuele.
I migliori cavalli toccano ad Oca e Giraffa. In Fontebranda per montare Folco arriva Pietrino, in Provenzano su Ruello c'è l'esperto Bovino che, alla Prova Generale, sostituisce Porcino, su cui gravano molti sospetti di tradimento.
Dalla mossa i due favoriti partono in ritardo, la Giraffa è ostacolata dal Leocorno, dove c'è il vecchio Bubbolo, al suo trentesimo ed ultimo Palio. In testa vanno Chiocciola e Pantera che girano prime a San Martino. Al Casato, Sgonfio ed Amaranto (Boccaccia) si urtano, il fantino della Pantera casca, ne approfitta la Giraffa che passa al comando.
Inizia il secondo giro con la Giraffa a condurre, seguono Chiocciola ed Oca. A San Martino, Amaranto frena a nerbate la formidabile rimonta di Pietrino e Folco, per l'Oca svanisce una vittoria ritenuta certa.
Intanto Bovino, secondo molti ubriaco, spinge Ruello al massimo, il fantino perde il nerbo ed ha lo zucchino calato sugli occhi, il suo equilibrio è talmente precario da essere costretto ad aggrapparsi al collo del cavallo.
Nonostante ciò Bovino resta a cavallo e vince il suo secondo Palio precedendo Chiocciola ed Oca. Terzo successo consecutivo per il grigio Ruello, il quinto della sua carriera
Con la Giraffa in festa il Palio ha una coda violenta per gli scontri fra Chiocciola e Pantera e soprattutto per le botte rifilate dagli ocaioli a Pietrino.
(Da "Daccelo!" di Roberto Filiani)











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