Dopo trent'anni la Pantera torna al successo e la cuffia passa all'Aquila. Il Palio si presenta incertissimo sin dalla vigilia, la tratta è ricca di soggetti ambiti e pone in primo piano Tartuca, Lupa, Bruco, Pantera, Onda ed Istrice. Nelle prove i movimenti dei fantini sono molto intensi.
L'Aquila cede Nappa alla Pantera che "smonta" Martellino dopo tre prove, nel Casato arriva Popo dall'Istrice che, dopo aver provato Testina, si affida all'esperto Tabarre. Molti cambi anche nell'Onda che, dopo aver provato Massimino e Testina, si affida a Benvenuto lasciato libero dal Bruco.
Poco prima della carriera il Capitano panterino, Grazio Lenzi, presenta le dimissioni, al suo posto un triunvirato formato dal Priore Comucci, dal Consigliere Dinelli e dall'ex Capitano Sabatino Forni.
La mossa è perfetta, partono in testa Aquila e Tartuca, Popo ostacola Picino. A San Martino gira prima la Pantera, Ida ha però una leggera incertezza, ne approfittano Tartuca ed Onda che passano al comando.
Le posizioni restano immutate, il terzo giro inizia con Picino in testa tallonato da Benvenuto, terzo Nappa in grande progressione.
Davanti il Palco delle Comparse il fantino della Pantera passa l'Onda e si appresta a sferrare l'attacco decisivo alla Tartuca.
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Nappa e Picino procedono appaiati per alcuni metri, l'arrivo in volata è incertissimo, la Pantera riesce a spuntarla di un soffio.
Molti tartuchini, convinti di aver vinto, contestano violentemente questo verdetto e pretendono di ricevere il drappellone, accusando i Giudici della Vittoria di aver favorito la Pantera in virtù del suo lungo digiuno. La calma tarda a tornare ed il Palio viene consegnato ai panterini solo il giorno dopo.
(Da "Daccelo!" di Roberto Filiani)
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