
Vinse il Palio la Contrada della Torre correndovi un pigionale (era detto pigionale il contadino che lavorava a giornata e pagava l'affitto della casa in cui abitava) del signor Cesare Nannini detto Pettiere nel vecchio cavallo sauro di Ricci Bernardino.
La carriera riuscì divertente per essere andate molte Contrade in S.Martino. Dal canape scappò prima l'Onda, la quale dopo mezza girata fu passata dall'Oca, che si mantenne prima fino alla svolta di S.Martino alla terza girata, essendo stata condotta nella strada di detto nome dalla Giraffa, la quale essendo andata essa pure alla prima girata in detta strada rientrò nel corso la prima, e non voltò. Oltre la Giraffa andarono in S.Martino alla prima girata anche la Tartuca, e l'Aquila.
L'Istrice fermò alla mossa il cavallo della Lupa, e nerbandosi entrarono esse pure in S.Martino. Andata l'Oca nella detta strada di San Martino, entrò prima inaspettatamente la Torre, e vinse il Palio.
Essendo nato dubbio se questa Contrada avesse fatte veramente tre girate, e pretendendo la vittoria la Contrada dell'Onda, il cui cavallo era secondo, restò sospesa la consegna del Palio fino alla mattina seguente, nella quale seguì la decisione del signor maire (termine francese per sindaco) a favore della Torre; ma nonostante la sera stessa della corsa tanto gli abitanti della Torre, che quelli dell'Onda andarono a Provenzano a cantare il Te Deum.
(Da "Memorie di Palio a cavallo tre secoli" a cura di Paolo Tertulliano Lombardi)









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