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- 3 dicembre -

1531: scoppia un incendio in San Domenico





Il convento di San Domenico in un disegno di Girolamo Macchi


  
Nella notte tra il 3 e il 4 dicembre 1531 le fiamme si alzano all'interno della chiesa di San Domenico e da lì, rapidamente, si propagano fino alla sottostante cappella di Santa Caterina.
Qui era conservata la preziosa reliquia della testa della Santa senese che, nonostante la paura del fuoco, viene tratta in salvo grazie al coraggio di un monaco che, protetto da un lenzuolo bagnato, riesce a penetrare nella cappella mentre stava bruciando.


Testa di Santa Caterina

Le cause dell’incendio rimasero incerte: alcuni ipotizzarono la combustione spontanea di carbone posto a seccare sotto l’organo della chiesa; altri parlarono di una candela rimasta imprudentemente accesa, anche se molti, tuttavia, ritennero che l’incendio fosse di origine dolosa.
Tra gli assertori di tale ipotesi ci fu frate Camillo, religioso di San Domenico, il quale possedeva un libretto contenente “una coniurazione” con cui credeva di poter scoprire furti ed altre cose segrete.
Frate Camillo, non potendolo fare in prima persona, chiese aiuto ad un certo Niccolò di Lorenzo Ghirlandini da San Gimignano, che si era recato da lui per prendere delle medicine per “medicare le sue donne”.
Il religioso, dopo aver consegnato a Niccolò il prezioso libretto, lo pregò di seguirne alla lettera i dettami facendo leggere la formula da un bambino, come era necessario fare, perché solo così si sarebbe potuto scoprire chi aveva dato fuoco alla chiesa.
Tornato alla sua abitazione a Ponte a Tressa l’uomo fece pronunciare la “sconiurazione alla sua puttina” senza, tuttavia, trovare “alcuna verità”.
L’episodio, però, per il povero Niccolò non fu senza conseguenze: dovette infatti comparire dinnanzi al magistrato degli ufficiali di Custodia e difendersi dall'accusa di stregoneria.


questa pagina è stata curata da Maura Martellucci e Roberto Cresti