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- 19 dicembre -

1891: Edoardo Farsetti detto Mugnaino si trasferisce a Siena





l'atto di cambio di residenza del Farsetti


  
Il 19 dicembre 1891 Edoardo Farsetti, figlio di Angelo, “emigra” da Firenze a Siena.
Due anni dopo, lo troviamo già annoverato tra i fantini di Piazza con il nome di Mugnaino: corre, infatti, nella Tartuca lo straordinario del 1893.
Nel Campo disputa sette Carriere (partecipa anche al Palio alla Romana dell’agosto del 1894) senza mai vincere.
Alla sua presenza in Piazza, tuttavia, le cronache legano un fatto che in qualche modo sembra abbia “condizionato” il destino paliesco della Contrada della Chiocciola.
È il Palio del 2 luglio 1896 e alla Chiocciola, che monta Mugnaino, tocca in sorte (insieme alla Torre) uno dei cavalli favoriti.
Mugnaino resta in testa per quasi tre giri ma all’ultimo Casato, per rinserrare e nerbare la Torre che incalza, cade e così sarà proprio la Torre a giungere prima al bandierino.
Questa caduta di Mugnaino (che chiuderà la sua carriera paliesca dopo aver corso ancora i due Palii del 1897 nella Chiocciola senza successo) determinerà uno degli episodi più particolari della storia del Palio.


Sant'Antonio abate, immagine in ceramica gettata nel pozzo
dal contradaiolo chiocciolino Francesco Dominici, detto Cecco.

La Chiocciola, infatti, veniva da un periodo sfortunato: dal 1888 non aveva più vinto, anzi aveva perso vari Palii clamorosi, mentre la Tartuca aveva vinto ben tre volte (1889, 1891, 1895). Dopo questa ennesima, bruciante sconfitta, un contradaiolo, Francesco Dominici, detto “Cecco” (questo era il nome del giovane ragazzo), si dice che sia entrato arrabbiatissimo nella stalla, abbia preso la ceramica raffigurante Sant’Antonio abate, protettore degli animali, e l’abbia buttata nel pozzo di San Marco.
Per lui il Santo, essendo il patrono della rivale Tartuca (che in realtà ha come protettore Sant’Antonio da Padova) era il responsabile della sfortuna della Contrada.
La Chiocciola, prosegue, però, il suo periodo nero fino agli inizi del 1900: nell’inverno del 1910, un gruppo di donne della Contrada, indicono una sottoscrizione straordinaria per prosciugare il pozzo e recuperare l’effige di Sant’Antonio.
Recuperata la sacra immagine e restaurata, vengono effettuate varie cerimonie per riparare al gesto commesso e, coincidenza o meno, nella successiva Carriera del 2 luglio 1911 la Chiocciola torna alla vittoria.




questa pagina è stata curata da Maura Martellucci e Roberto Cresti