I PAPEI DI BELFORTE
Grazie alla filza n.108, inserita erroneamente fra le
cause criminali della Curia di Siena e per l'aiuto fornitoci
da Monsignor Bocci di Volterra, abbiamo accertato che
durante la metà del XVII secolo, un gruppo di Papei aveva
abitato a Belforte ¹.
Infatti si legge che in data 5 agosto 1659, Paolo
Ricci e Bernardino Piazzi, nonchè "Simon olim Michael Angeli
de Papeis Saecolaris Senensis" erano stati chiamati ad
attestare di aver "sempre visto fare le funzioni nella
Chiesa detta La Madonna dell'Olivo in Corte di Belforte".
L'antico manoscritto, non fornisce ulteriori notizie
sull'esistenza di questo Simone Papei, limitandosi a
informarci che era un laico, probabilmente uno sbirro, che
proprio per la sua autorità, era stato invitato a porre la
sua testimonianza.
Purtroppo anche dalla consultazione dei libri dei
battesimi non sono emersi ulteriori riscontri, poichè non
sempre il cognome figurava accanto al nome del neonato.
Fortunatamente tra queste eccezioni c'erano altri tre
Papei che possiamo pertanto considerare fra i progenitori di
tutta la stirpe oggi vivente:
MARIA - di Lorenzo e Dionisia, nacque a Belforte
il 30 marzo 1649, ebbe per comare Petronilla del
fu Giocondo Guerrieri e, come gli altri suoi
fratelli, fu battezzata dal pievano Basilio
Faleri.
AUSTINO (Agostino) - di Lorenzo e Dionisia, nacque
a Belforte il 1° marzo 1652 ed ebbe per compare il
tenente Pietro Paolo Guerrieri. Il 21 settembre
1675, fu ordinato chierico a Volterra.
STEFANO - di Lorenzo e Dionisia, nacque a Belforte
il 26 dicembre 1654 ed ebbe per comare Petronilla
Lanini nei Guerrieri.
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Dai battesimi, risulta che tutti i padrini o le
madrine erano della famiglia Guerrieri, che comprendeva il
"tenente" Pietro Paolo. Non è quindi pura fantasia pensare che
oltre a Simone, anche Lorenzo (già morto nel 1668), padre di
Maria, Agostino e Stefano, facesse parte di un
gruppo di mercenari che svolgevano servizio di ordine
pubblico intorno a Casole d'Elsa.
Ulteriore conferma ci perviene dal matrimonio fra Domenica di Giovanni Maria Papei e Pietro Petrini, avvenuto l'8 aprile 1632.
Testimone fu tal Simone di Antonio, "guardia" a Simignano.
Per risalire a dove vivessero i Papei di Belforte, abbiamo invece
esaminato una fidejussione elargita dal
nobile Orazio Vieri a favore di Agostino, (cfr. La causa
contro Agostino).
Ciò ci induce a supporre che i Papei
abitassero al podere "Ripa" o al "Casino", entrambi di
proprietà della famiglia Vieri, come appare nel "Libro del contado senese alla fine
del XVII secolo", che trova riscontro nelle ultime pagine dell'"Estratto de Beni
nella Comunità di Belforte, tassati per estimo generale", dove pure si legge:
BOTRO. Vigna di Domenico Masini hauta per Dote dal Rev.do
Austino Papei
per Donna (Maria) Papei sua sorella per deliberazione del dì 6
Aprile 1673
tassata in lire 1, soldi 0 e denari 8.
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(Archivio
di Stato di Siena - dogana - 2078)
Agostino, come fratello maggiore, orfano, trovandosi
nella condizione di capofamiglia, lasciò che sua sorella
Maria portasse in dote il vigneto al futuro marito, Domenico
Masini ². Infatti era consuetudine che le donne che stavano
per maritarsi recassero una dote al proprio sposo per
concorrere a sostenere gli oneri del loro matrimonio.
Sembrerà inverosimile, ma alcuni padri benestanti che
ebbero la "sventura" di avere solo discendenti femmine, si
trovarono in difficoltà economiche per dar loro la dote,
mentre il fatto di avere figli maschi rappresentava nella
pratica una vera forma d'investimento.
Probabilmente anche per i Papei fu un sacrificio
doversi privare di quel terreno che Maria aveva acquistato
nel 1668, come recita la "Gabella dei Contratti" n.489, a
pagina 27:
Giovanni e Francesco del quondam Pasquino Brunetti di Belforte
habitanti
in Monte Ritondo vendono un pezzo di terra di stara³ uno e
mezzo in circa,
vigneto e lavorativo in Belforte loco detto il Botro a Donna
Maria del già
Laurentio Papei di Belforte per prezzo dl scudi trent'otto à
gabella di
Donna Maria sia come per ciascun visto questo dì 17 Agusto 1668.
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Questo terreno doveva essere l'unico di proprietà dei
Papei, poichè non risulta che possedessero altri beni
fondiari.
D'altro canto la scelta che fece Agostino di lasciare
quella vigna, potrebbe essere anche stata dettata dal fatto
che in quel periodo egli studiava a Siena per diventare
chierico e quindi non aveva più la possibilità di curare
quel pezzo di terra, tanto distante dal suo paese natìo.
Altre notizie di Agostino le troviamo in un elenco dei religiosi, stilato il 13 agosto 1687, dove
compare in qualità di confessore della Madonna di Provenzano.
L'ultimo cenno che abbiamo su di lui è del 27 ottobre 1689, quando è invitato a testimoniare ad un matrimonio.
Poi più nulla...
¹ Belforte è una frazione sulle pendici di un colle nei pressi di
Radicondoli ed è dominato dalla torre mozza del suo castello, che fu
luogo di origine dei Belforti. Negli ultimi decenni del XII secolo, il
castello e il comune di Belforte erano sotto la sovranità dei vescovi di
Volterra; ma certamente già da allora i conti Aldobrandeschi
esercitavano direttamente la loro signoria. In seguito alla caduta della
Repubblica di Siena, e precisamente nel 1577, Belforte fu incorporata
nello stato mediceo. Nel 1631, questa comunità fu colpita dalla peste ed
in seguito, nel 1777 fu aggregata a quella di Radicondoli.
Emanuele Repetti, Dizionario Geografico e Fisico Storico della Toscana,
Firenze 1833
² Come avremo modo di leggere in un successivo capitolo, un altro
Masini, tale Santi, si ritrova
nello stesso anno, 1673, come padrino della nascita di Giovanni
Maria Papei a Firenze. Spontanea
sorge quindi la domanda: vi sarà stato o no un nesso di parentela
fra questi Masini?
³ Stara. Plurale di staio, ossia la superficie di terreno che
si può seminare con uno staio di
grano, antica misura oscillante tra circa 300 e 600 mq.
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