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Il 30 agosto 1777 il granduca Pietro Leopoldo emana un editto che scardina un’altra parte fondamentale dell’assetto istituzionale della Siena medievale: vengono soppresse, infatti, le rappresentanze e i corpi delle Arti cittadine, che nei secoli precedenti avevano riunito coloro che svolgevano lo stesso mestiere, raggiungendo un cospicuo potere economico e politico.

Ambrogio Lorenzetti Allegoria degli Effetti del Buon Governo in Città (1338-1339) Palazzo Pubblico di Siena, Sala dei Nove
D’altronde, gran parte della legislazione leopoldina stava andando in una direzione liberista, per cui le antiche Corporazioni vennero considerate un ostacolo alle libertà individuali. L’editto, infatti, parla chiaro: lo scopo della soppressione era quello di "ovviare all’impedimento notabile che dai corpi d’arte resultava alla libertà delle lavorazioni del popolo minuto", con l’intento, assai moderno, di "eliminare i privilegi lesivi di quella giusta libertà dalla quale sola poteva dipendere una maggiore industria e prosperità dello Stato".
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