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Come risulta dai loro libri contabili, questo Straordinario venne fatto correre dai Signori della Conversazione del Casino per la visita dei Principi di Toscana , mettendo in premio un Palio di lama incarnato.
Il Comune attribuisce la vittoria al Bruco con Monco, nonostante che tale Contrada non appaia fra quelle descritte dal contemporaneo Padre Domenicano Angiolo Maria Carapelli, nel suo manoscritto redatto fra il 1717 e il 1720. Infatti, attraverso la sua minuziosa descrizione delle comparse e dei carri, veniamo a conoscenza che vi parteciparono l'Oca, l'Onda, la Torre, la Selva e il Nicchio, senza accennare ad altre eventuali partecipanti, che non si esclude possano esservi state.
Il successo del Nicchio, indicato anche dal Bandini e del Macchi, non è suffragato dalla Compagnia di Santo Stefano, bensì dal Libro delle Memorie del Valdimontone, che nel 1685 ci porta a conoscenza che: "alcuni fratelli della Compagnia di Santo Stefano commoranti nella nostra Contrada, nemici scoperti di questa del Nicchio, à causa che il Palio vento dalla medesima due anni sono, quando fu fatto Correre dal Casino per la venuta della Serenissima Gran Duchessa Vittoria, no lo vollero donare alla di loro Chiesa di Santo Stefano conforme ne havevano donati altri sei venti [vinti] in diverse volte dalla Contrada del Nicchio nel breve spatio di poch’anni col valore de’ quali hanno fatto diversi Argenti", che gli permisero di acquistare una “casa della Madonna del Forcone à Pispini per fabbricarvi una chiesa, come in effetto ce l’hanno fabbricata”.
L’indebitamento, dovuto alla costruzione di questo edificio, comportò la cessione di questo Palio a favore di un creditore, il contradaiolo Leoncini, che infatti nell’assemblea del 1° agosto 1683 “espose qualmente [che], per causa della vendita fatta da lui alla Contrada predetta della casa sopradetta della Madonna Santissima del Forcone, andava creditore per prezzo della medesima della contrada in somma di scudi sessantasette, compresovi anco le spese, che però stante la vencita seguita del palio, per far cosa grata alla contrada, era gionto di pigliarsi per il detto suo credito di palio quale era stato stimato scudi sessanta e gl’altri sette scudi gli lasciava gratis, e per elemosina a detta contrada”.

Chiesa di San Gaetano Thiene sorta nel luogo in cui era collocata l’immagine della cosiddetta “Madonna del Forcone"
Di tale Palio non se ne trova traccia nei verbali della Compagnia di Santo Stefano, la quale riunitasi il 28 luglio, invece di far riferimento al successo da poco conseguito dalla Contrada, si limitava a sostituire il proprio Priore reo di aver "furtivamente levati di nostra Compagnia alcuni drappelloni che stavano ne pali venti dalla Contrada del Nicchio", col fine di donarli al nuovo oratorio.
E’ certo che il Palio venisse corso l'8 giugno in quanto, una minuta del giorno precedente, ci rende partecipi che“fù fatto hieri una bella pallonata e la sera festino dal Sig. Marchese Zondadari questo giorno ci è la solenne ostenzione in Duomo del Braccio destro di S.Gio: Batta, dimani ci sarà un’ palio in Piazza e nella corrente sera due o’ tre commedie, si che si segue a’ stare in allegria ma però la maggiore è il godere la presenza di Principi si divertiti e affabili”.
L'effettuazione della pallonata è pure confermata dal Collegio di Balia quando, in data 4 giugno, il relatore Della Ciaja espose ai presenti che bisognava attivarsi per trovare i fondi necessari, poiché "le Serenissime Altezze gradirebbero una Pallonata nostra nella pubblica Piazza".

la Pallonata del 1909
A tal proposito, il Macchi ci porta a conoscenza che per quell’occasione furono contrapposti il Terzo di Città, vestito di bianco e quello di San Martino in livrea rossa. Vinse il Terzo di Città.
Tornando a parlare di Palio, vediamo che l'Onda si aggiudicò "il premio d'una guantiera d'argento di peso libbre una e once sette", equivalenti a circa 650 grammi, per essersi presentata in Piazza con una "comparsa d'una galera con la prigionia di Turchi e Mori".
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