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- 7 giugno -

1829: nasce Pietro Formichi, il compositore della Marcia del Palio






  
Il 7 Giugno 1829 a Sinalunga nasce Pietro Formichi, compositore, autore della musica della Marcia del Palio di Siena.
Trasferitosi a Siena per migliorare le proprie conoscenze musicali, si affermò ben presto come pianista e direttore d’orchestra fino ad essere preposto alla Banda musicale allora collegata alla Scuola di musica cittadina (oggi Istituto Superiore di Studi Musicali).
Dalla lettura delle sue composizioni, di degnissima collocazione nei repertori di musica romantica e da ballo dell’epoca e che annoverano trascrizioni da opere liriche per l’agevolazione di una fruibilità anche popolare emerge una versatilità inventiva davvero insolita nella foresta musicale dei tempi risorgimentali, ma è soprattutto il suo comporre pianistico che persuade inequivocabilmente sulle possibilità virtuosistiche in grado di avvicinarlo ad altri più celebrati musicisti-esecutori.
Il repertorio creativo del Formichi si appoggia principalmente ad una numerazione di 130 opere tra cui alcune non reperibili, ma è tra una breve serie di altri lavori non “catalogati” che è presente una melodia per pianoforte dal titolo “Ricordo di Siena” e, soprattutto, la partitura per la fanfara della sua “Marcia del Palio di Siena” non priva di una utilissima riduzione per pianoforte, allora unico supporto per produrne un’esecuzione in assenza di un gruppo orchestrale o almeno bandistico.
Pur dotata, realisticamente, di un “respiro” musicale assai più lieve rispetto ad altre sue composizioni, la senese “marcia”, sorgendo da un’idea piuttosto singolare, dopo l’enunciazione principale di un tema dalla polifonia medievaleggiante da parte degli squilli di una formazione di chiarine si avvale di quattro diversi “episodi” melodici proposti in successione
Il primo è costituito da un motivo di solenne staticità ed il secondo sembra destinato alla creazione di tensione attraverso semplici modulazioni armoniche che conducono ad una logica e come inevitabile ripetizione a ritornello degli squilli iniziali.
Per evocare, poi, una diversa “ambientazione” il terzo tema melodico si serve con abile efficacia di una tonalità musicalmente “vicina” e di una raddoppiata divisione ritmica la cui dinamica sonora è stata sfruttata dai parolieri per l’adeguamento di versi che ricordassero il tumulto della corsa del Palio… fino a che un tema conclusivo riconduce l’enfasi sonora ad una fiera solennità.
La volontà di fornire un testo alla Marcia del Palio che permettesse di cantarla pare essersi manifestata allorché negli anni “dell’Impero” la Corale Giuseppe Verdi decise di partecipare ad un concorso nazionale di canto dove si sarebbe dovuta eseguire anche una composizione caratteristica del luogo di provenienza ed avendo l’allora direttore del Coro senese, il Maestro Fortunato Sderci, scelto di parteciparvi con la Marcia del Palio, peraltro già conosciuta nell’esecuzione della fanfara, incaricò il poeta e scrittore Idilio dell’Era (il frate francescano Josè Ceccuzzi) di comporre alcuni versi da adattare al motivo del Formichi:




Squilli la fe’/ S’armi e vinca l’onore
in te dolce fiore Siena gentil

Mille vessilli scintillano al sol / trema il bel cielo di vivi color
Ecco degli avi risuona il valor / ecco i destrieri divorano il suol

Squilli la fe’/ S’armi e vinca l’onore
in te dolce fiore Siena gentil

La spada in pugno la fede in cuor / l’ira sul labbro ed il perdon
Passa e trionfa il vincitor / passa e s’adorna di fiori il crin

S’armin di gloria le nostre bandier / di liete rose gli ansanti destrier
Viva la palma del prode cavalier / viva la gloria di Siena gentil

Essendo, come si può comprendere, la quantità di strofe insufficiente a “coprire” la completa tessitura musicale, si pensò inizialmente di eseguire “a bocca chiusa” la parte priva di testo, ma successivamente si rimediò alla carenza inserendo all’inizio questa strofa

Mentre d’Assunto diffondesi il suon / sventola il bianco e nero color
Passano i duci dagli alti cimier / oggi di Siena si desta il valor

Permanendo comunque alcune difficoltà di abbinamento delle sillabe con la struttura musicale e il relativo e poco convincente districarsi dei cantori tra dittonghi e iati, il sacerdote Bruno Ancilli, da buon musicista, propose successivamente un nuovo testo che, ispirandosi a quello più aulico di Idillio dell’Era, si “adagiasse” con maggiore esattezza sull’intera melodia originale.

Squilli la fe’! / S’armi e vinca l’onore
di te dolce fiore Siena gentil!

Mille vessilli scintillano al sol / sventola il bianco col nero color
Passano i duci dagli alti cimier / ecco di Siena si desta il valor!

Ridono le bianche trifore / del maggior palazzo antico
fremono snelli i barberi / nell’Entron senese avito…

Ecco il segnal! / Già la gran pista è aperta
I barberi in gruppo al canape van!

Fuggono veloci nella polvere / arde in ognun la gloria
Freme e grida il popolo agitandosi / ecco il segnal “Vittoria”!

Siena dal dolce idioma / e dall’amato ostello
Siena tu sei di Roma / specchio gentile e bello!

Il Formichi desiderò e così fu che, alla sua morte (avvenuta a Siena il 22 Gennaio 1913 nella casa di Via San Pietro) la cerimonia funebre precedente la sua sepoltura al Cimitero della Misericordia fosse semplice, ma si ricorda che vi presenziarono il Conte Guido Chigi Saracini, i paggi di Oca e Tartuca ed autorità comunali provenienti da Sinalunga, mentre pare esser stata osservata l’assenza di rappresentanti del Comune di Siena.



Il 19 Giugno 1959 la Marcia del Palio di Siena viene anche incisa su disco a 45 giri in vinile dalla casa editrice discografica “La Voce del Padrone”.




questa pagina è stata curata da Franco Baldi