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- 25 maggio -

1913: nasce Rolando Brandani, pianista e compositore senese di musica popolare






  
Il giorno 25 Maggio 1913 nasce Rolando Brandani, pianista e compositore senese di musica popolare.
La sua attività musicale ha inizio a poco più di dieci anni con l’affiancare il maestro pianista che, al Cinema Senese nella seconda metà degli anni venti del secolo scorso, commentava con un pianoforte verticale posto sotto lo schermo le immagini provenienti dal fondo della sala che forando il buio proiettavano le immagini dei film allora ancora muti ed i relativi dialoghi che, apparendo scritti tra una scena e l’altra, suscitavano il brusio degli spettatori per la lettura a voce alta in favore dei vicini di posto… poco esperti, per così dire, in vocali e consonanti.
Così il giovanissimo Rolando apprese la tecnica pianistica necessaria, specialmente con i film dotati della partitura da suonare durante lo spettacolo, ad una speciale elasticità dell’esecutore nel dover seguire il film con la coda dell’occhio per allinearsi musicalmente alle scene e perfino “improvvisare” in caso di difetti nel montaggio della pellicola.


anni '50, La lizza
Giardino dei Tigli

Il Brandani perfezionò poi, con l’insegnamento del Maestro Arrigo Provvedi, l’arte della tastiera che fino al 1964 (anno in cui, per motivi familiari, si trasferì a Bologna) lo rese conosciuto esecutore e la sua opera musicale, svolta nel tempo libero dall’impiego presso il Consorzio Agrario, può ritenersi davvero impegnativa, considerato che il suo nome figura con frequenza tra le formazioni delle piccole orchestre di musica leggera da ballo e da teatro con le quali egli spesso si esibiva, forse per primo a Siena, anche avvicinando al pianoforte una tastiera elettronica per poter produrre con la mano destra un suono che ricordasse quello del voluminoso organo Hammond a valvole.
Alla sua prematura scomparsa, nell’Ottobre 1983, la consueta enfasi di Silvio Gigli cita in un ricordo giornalistico la composizione “Al gatto nero” come primo tra i suoi successi e motivo conduttore, su testo di Mario Barbini, di un magnifico veglione organizzato nella vecchia palestra della Mens Sana in Via Sant’Agata.




Della sua “Serenata a Siena” (che aveva già raggiunto una certa celebrità locale alla fine degli anni ’40 quale “sigla” del Quartetto Senese da lui diretto e che costituisce l’unico lavoro per cui, da uno spartito stampato a Firenze nel 1960, sia documentata la “paternità” musicale del Maestro) pochi conoscono la particolarità di essere nata su testo dello stesso Silvio Gigli con incipit “Fanciulla sconosciuta…” e solo in seguito trasformata da Giulio Alessi, poeta e collega di lavoro di Brandani, in “Cinta da vecchie mura…”, così come si ascolta e si canta ai giorni nostri.
E se di lui poco rimane, dunque, dal punto di vista degli scritti musicali, anche la voce del suo pianoforte ha lasciato solo una traccia sonora in una registrazione fonografica su disco a 78 giri al minuto risalente agli anni ’40 del secolo scorso e realizzata con la Corale Senese (della quale suo padre Alfredo era stato tra i fondatori) dove lo si ascolta nell’accompagnamento di un coro maschile che si cimenta nell’inno della squadra di calcio del Siena.


anni '60, Circolo dei Riuniti

Ciò che rimaneva dei solchi nella bachelite, esausti e crepitanti per i ripetuti ascolti, fu fortunosamente messo in salvo alla fine degli anni ’60 dai fratelli Mario e Giordano Bianciardi, titolari di una ditta di riparazioni televisive di tipo elettronico e da sempre tifosi del Siena anche quali primi “Fedelissimi”, che ebbero la lungimirante intuizione di riversare fortunosamente lo storico contenuto su un nastro magnetico il cui ascolto ha costituito la base per “ricostruire” nella sua originale totalità quell’inno dei bianconeri, attribuito allo stesso Brandani dalle testimonianze di chi, con lui al pianoforte, cantò al microfono per quel vecchio disco.
Una tale frammentarietà di informazioni di carattere musicale su questo personaggio potrebbe infine far percepire un velo di modestia volutamente da egli stesso steso sui suoi lavori… un po’ come la dissolvenza nei finali “ad libitum” delle nuove canzonette “urlate” che, secondo il pubblico più giovane, cominciarono a rendere un po’ démodé lo stile di esecuzione caratteristico della musica leggera della ormai trascorsa prima metà del ‘900.


questa pagina è stata curata da Franco Baldi