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Il 1 maggio 1759 fu ricollocata, dopo il restauro effettuato dallo scultore senese Giuseppe Mazzuoli, la statua della "Pubblica Carità" sulla Fonte Gaia.
L’evento che aveva portato alla rovina di questa opera fu davvero increscioso ed era dovuto al fatto che durante le feste in Piazza la fonte era considerata un punto di osservazione privilegiato per cui veniva presa d’assalto dagli spettatori. Durante il Palio del 2 luglio 1743, vinto dalla Selva con il fantino Bechino su un cavallo che le cronache dell’epoca chiamano “sfacciato morello delle Donzelle”, per assistere meglio alla corsa, “alcuni plebei”, come li definisce il Pecci, salirono sopra ad una delle statue rappresentanti la Pubblica Carità collocate nel prospetto di sinistra della Fonte Gaia.

Giuseppe Zocchi "Palio in onore dei Granduchi", 1739-1751 Siena, collezione MPS
Da notare gli spettatori seduti sulla Fonte Gaia durante il Palio
L’opera di Jacopo della Quercia, comunque già deteriorata dagli agenti atmosferici (scrive sempre Giovanni Antonio Pecci nel “Giornale Sanese” che la statua era “maculata dal tempo e da gieli”), fu letteralmente troncata dal peso dei vandali e cadde rovinosamente, andando in pezzi. Peggiori, tuttavia, furono le conseguenze per i tre uomini: uno addirittura morì, mentre due rimasero feriti.
Del resto, nei secoli, sono attestati vari danni subiti dalla fonte: già il 15 agosto 1468, durante una caccia ai tori, ad un angelo erano stati rotti un braccio e una testa, in seguito restaurati. Nel secolo successivo, Sigismondo Tizio, racconta che “alcuni pessimi giovinastri” ridussero in pezzi la statua “di un bambino sedente” collocata “nel sovraciglio della fonte”.
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