Il 15 aprile 1771, a seguito di una delibera di Balia, si iniziano a pavimentare le strade di Siena con “pietra spugnosa legata insieme con calcina”.
La sperimentazione della nuova lastricatura viene fatta tra palazzo Paparoni e Camollia, precisamente nel tratto che, scrive il Pecci, “andava dalle monache della Concezzione (il monastero delle monache agostiniane della Concezione era a fianco del palazzo Paparoni) fino a Camollia ... la esecuzione e l'impresa delle strade fu data ad un certo Pesciulli fiorentino”.
Le pietre vengono estratte all’Acqua Calda nel podere di tal Pompilio Faleri. Due anni dopo, il 16 aprile 1773, i lavori proseguono in Pantaneto “principiando da casa Landi a S.Giorgio” (cioè il tratto che da palazzo Landi-Bruchi, già Biringucci, arriva al numero civico 105 di via Pantaneto).
Il caustico Pecci non digerisce la scelta e, dato lo scarso risultato avuto con la lastricatura, il 12 marzo 1776 scrive: “le conseguenze delle passate coglionerie nel aver fatto le strade di pietre si cominciano a vedere; in alcuni luoghi sono sì guaste che avendo necessità di pronto riattamento, il Magistrato delle Strade con editto di questo giorno ha ordinato ... che le risarcischino" concludendo "che non si starà molto a rivederle di ferretti, come prima”.
via del Poggio quando era lastricata a ferretti