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Il 28 febbraio 1748 era l'ultimo di Carnevale. Si fecero le consuete veglie con maschere e balli, ma con minore allegria di altri anni. Questo era infatti un inverno estremamente difficile per Siena dato che era un'annata, scrive il Pecci, "cotanto penuriosa di tutte le cose necessarie all'umano sostentamento".
Così fu deciso che per la processione della domenica in Albis sarebbe stata portata in processione la Madonna del Voto, ritenuta miracolosa (dal Trecento la sua fama di opera miracolosa le valse l'appellativo di "Madonna delle Grazie"). Si diceva, infatti, che nel 1716 la stessa immagine, portata in solenne processione, fece sì che Siena passasse dalla carestia all'abbondanza.

Anche la città Siena come altre città italiane può vantare una sua maschera: Cassandro, nato dalla penna e dall’estro dall’“Intronato” Girolamo Bargagli verso la fine del XIV secolo.
Questa maschera fu portata sul palco per la prima volta nel 1580 durante la rappresentazione della commedia “La Pellegrina”, scritta dallo stesso Girolamo Bargagli e rappresentata in occasione delle nozze granducali tra Ferdinando de’ Medici e Cristina di Lorena.
Fin da subito Cassandro divenne una maschera molto popolare. Infatti rappresentava la classica figura del vecchio dell’antica Commedia dell’Arte: incapace, avaro e lussurioso, sempre pronto a mettersi d’intralcio alle storie d’amore dei protagonisti e a correre dietro al “primo svolazzare di sottana”, per poi ritrovarsi immancabilmente ridicolizzato, gabbato e messo alla berlina.
La maschera di Cassandro per tutto il ‘600 scomparve dai palcoscenici italiani per riapparire in Francia nel ‘700 dove, grazie al talento del comico Chapelle, che ne fece uno dei suoi cavalli di battaglia, divenne popolassimo e acclamato dal pubblico.
Purtroppo del costume originale di Cassandro, come lo aveva ideato Girolamo Bargagli, non se ne è conservata memoria; infatti a noi è arrivata solo la mise settecentesca, con l’immancabile parrucca, sormontata da un cappello a tricorno nero, un abito color amaranto, con un gilet a disegni rosa, le giarrettiere rosse, i guanti verdi, sul naso un paio di occhiali appuntiti mentre in mano la tabacchiera o un bastone con il pomo d’avorio.
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