Il 31 gennaio 1726 il Terzo di Città e di San Martino si sfidarono in un gioco delle pugna nel Campo.
L'incontro, però, ben presto si inasprì e vennero sguainate le spade.
Alcune autorevoli persone intervennero e nessuno rimase ferito.
Lo "scontro" tra le due parti venne rimandato al 10 febbraio quando, però, venne disputata una più "tranquilla" pallonata.
Per restare in argomento, pochi anni prima, nel gennaio 1718 la Balia aveva emesso disposizioni precise per regolare i giochi delle pugna e le pallonate che si tenevano nel Campo per carnevale.
Nel tempo, infatti, erano stati introdotti troppi "abusi et inconvenienti".

La copertina della Domenica del Corriere del 29 agosto - 5 settembre 1909
Tra le disposizioni l'articolo 6 precisava che la partita di pallone durasse almeno 15 minuti, e se i capitani delle squadre fossero stati troppo occupati a "distribuire i cartelli di disfida e risposta" (veri striscioni ante litteram dove si dileggiava l'avversario) il Capitano del Popolo poteva interrompere il gioco se lo riteneva opportuno.