La tratta di questo Palio venne messa in pericolo dall'irrigidimento dei proprietari dei cavalli. Nei giorni precedenti, in base ad una ordinanza della Questura, non venne concesso ad alcuno di poter provare il tufo della Piazza, adducendo motivi che non convinsero assolutamente i padroni dei soggetti, che avrebbero dovuto essere i protagonisti di questo Palio. Finalmente, dopo ore di discussione, la tratta si svolse regolarmente e nonostante tutto fu assai interessante. La sorte assegnò i cavalli nel seguente ordine: Torre - Rosella del Sig. Celli, Tartuca - Buriana del Sig. Mori, Onda - Gaudenzia del Sig. Giachetti, Giraffa - Pinocchio del Sig. Fontana, Civetta - Turi del Sig. Pianigiani, Aquila - Botticella del Sig. Fontani, Drago - Pola del Sig. Bianchini, Lupa - Uganda del Sig. Pianigiani, Montone - Ravi II del Sig. Fantozzi, Istrice - Saturnia del Sig. Busisi. L'assegnazione dei cavalli sembrò favorire l'Onda, l'Aquila ed il Drago, mentre buone possibilità si assegnarono all'Istrice e alla Lupa. La prima prova, ebbe il seguente allineamento: Istrice - Mezzetto, Montone - Ivan, Aquila - Arzilli, Lupa - Albano, Drago - Renzino, Civetta - Amaranto, Giraffa - Geppetto, Tartuca - Lazzaro, Torre - Gentili, Onda - Vittonino. Primo ad uscire dai canapi fu il Montone che veniva ben presto raggiunto dall'Onda che era scappata in ottima posizione, nonostante fosse di rincorsa. Le posizioni di testa non mutarono più; al primo giro a S. Martino cadde la Tartuca ed al secondo giro al Casato cadde il fantino della Giraffa. Il cavallo dell'Istrice scosso anch'esso, urtava violentemente un ragazzo di sei anni, Pasquale Corradeschi, che veniva subito trasportato al Policlinico e posto sotto osservazione. La seconda prova registrò l'assenza dell'Aquila e della Giraffa. Mentre il cavallo della contrada di Provenzano fu dovuta principalmente ad un fatto cautelativo, il cavallo dell'Aquila si era infortunato seriamente tanto da mettere in discussione la propria presenza al Palio. Partì ancora primo il Montone che però venne superato, al primo giro alla Cappella, dalla Torre che restò prima per tutti e tre i giri vincendo una battagliata prova dinanzi al Drago ed alla Civetta. Alla terza prova, oltre all'Aquila non partecipò neppure l'Onda; le monte subirono qualche ritocco e Imolo andò alla Civetta, Rondone (al suo esordio) al Drago e Renzino alla Tartuca. La mossa fu perfetta e partì ancora primo il Montone tallonato da vicino dalla Lupa che lo impegnò fino a superarlo andando a vincere la prova seguito dalla Civetta e dalla Tartuca. La quanta prova, ancora assenti Aquila ed Onda, venne vinta dalla Civetta che era scappata in testa seguita a grande distanza dalla Torre e dalla Lupa. La sera della prova generale la pioggia, caduta copiosamente, impedì la regolare effettuazione della corsa che venne perciò annullata. La provaccia venne vinta dalla Civetta dopo una corsa poco combattuta. La sera del Palio, Palio incertissimo e molto atteso, un ospite nuovo era presente alla manifestazione. Per la prima volta infatti il Palio venne dato in diretta alla televisione, e furono in molti a restare nei bar o nelle case per assistere alla corsa. L'ordine di entrata ai canapi fu il seguente: Lupa-Uganda-Albano, Torre-Rossella-Gentili, Aquila-Botticella-Arzilli, Tartuca-Buriana-Lampino, Drago-Pola-Rondone, Civetta-Turi-Imolo, Montone- Ravi II-Ivan, lstrice-Saturnia-Mezzetto, Giraffa-Pinocchio- Veleno, Onda-Gaudenzia-Vittorino. La mossa si svolse rapidamente e Vittorino con uno scatto mostruoso che sorprese persino il mossiere, partì in testa mentre la Torre, il cui fantino fu l'unico ad essere pronto fiancando perfettamente, sbatté nel canape riducendo sensibilmente ha propria possibilità di vittoria. Intanto l'Onda prese il largo e la corsa non ebbe più storia. Solo la Lupa cercò di avvicinarsi ma al secondo giro al Casato cadde trascinandosi dietro la Giraffa e la Tartuca. Il Capitano vincitore fu il comm. Adriano Tortorelli ed i tenenti il sig. Angiolino Parri e il sig. Roberto Neri. | |
La tratta venne onorata dalla presenza di 13 soggetti che, dato il loro esiguo numero, non posero certamente problemi ai Capitani che dovettero scegliere i 1O soggetti che si sarebbero disputati il Palio. L'assegnazione si svolse nel seguente ordine: Onda-Ravi II del sig. Giachetti, Bruco-Forletto II del sig. Pianigiani, Montone-Pinocchio del sig. Fontani, Giraffa-Gaudenzia del sig. Giachetti, Aquila-Buriana del sig. Mori, Pantera-Dorina del sig. Ramagli, Nicchio-Rossella del sig. Celli, Chiocciola-Uganda del sig. Fagnani, Drago-Saturniella del sig. Busisi, Leocorno-Botticelia del sig. Fontani. La prima prova svoltasi alla presenza di circa trentamila persone fu molto combattuta. Le Contrade si schierarono con i seguenti fantini: Nicchio-Vittorino, Giraffa-Veleno, Chiocciola- Albano, Aquila-Arzilli, Montone-Ivan, Drago-Lazzaro, Bruco-Gentili, Pantera-Tirone, Onda-Rondone, Leocorno-Imolo. Partì prima l'Onda che venne subito raggiunta e superata dalla Giraffa che percorse tutta la corsa in prima posizione, rintuzzando gli attacchi che le venivano portati dalla Chiocciola e dal Bruco che cadde. La seconda prova registrò ancora un capitombolo del Bruco, questa volta in un luogo insolito, cadde infatti dinanzi alla Fonte Gaia, mentre a S.Martino cadde anche il Montone spianando così la corsa al Drago che si imponeva dinanzi alla Pantera. La sera del Palio, alla presenza di settantamila persone, le Contrade entrarono tra i canapi nel seguente ordine: Montone-Pinocchio-Ivan, Onda-Ravi II-Rondone, Giraffa-Gaudenzia-Veleno, Aquila-Buriana-Arzilli, Bruco-Forletto II-Gentili, Pantera-Dorina-Tirone, Nicchio-Rosella-Vittorino, Drago-Saturnella-Lazzaro, Leocorno-Botticella-Imolo, Chiocciola-Uganda- Ranco (o Albano). Partì prima la Giraffa mentre dietro, al primo giro a S.Martino, caddero Onda, Chiocciola e Leocorno che si ostacolarono a vicenda nella difficile curva. Al Casato, quando aveva già curvato, cadde anche il fantino della Giraffa, ed il Nicchio prese la testa seguito da Gaudenzia e dai tre cavalli scossi delle Contrade succitate che formarono un muraglione invalicabile per le Contrade che erano rimaste attardate alla mossa. La lotta tra Vittorino e Gaudenzia fu tremenda. Tutti ricordano l'eroicità della "storna" nel tentativo di passare, e la durezza di un fantino che la ostacolava a suon di nerbate (la cavallina che pure amava e che allenava durante tutto l'anno). Ma il Palio non ammette romanticismi e Vittorino cercò sino in fondo la vittoria che gli fu negata dal guizzo eccezionale delI'intelligente cavalla che donò così il sorriso nei volti già piangenti dei giraffini, e fece cadere nella disperazione il rione dei Pispini che aveva cullato in quei secondi la speranza di una inaspettata vittoria. Anche il Giachetti pianse lacrime di gioia e di amarezza insieme, per essere lui il padrone di Gaudenzia nicchiaiolo appassionato. Di Gaudenzia di questo Palio si è parlato molto per poter dire cose nuove. E' forse l'unico soggetto della Piazza che ha ispirato un libro; certamente è rimasta nei cuori di chi, quella sera, assisteva al suo eroismo. I giraffini si ricordarono di lei quando, dopo il Palio delle Scienze del 1967, in cui riportarono un'altra vittoria, la vollero accanto ad un altro eroe, il favoloso "Topolone", con tanto di gualdrappa a godersi gli applausi e gli sguardi dei senesi. |
Questo Palio venne corso in onore dell'Anno Mariano. Il Drappellone venne dipinto da Bruno Marzi. La mattina della tratta, dopo le operazioni di rito si svolse l'assegnazione che dette i seguenti accoppiamenti: Giraffa-Uganda del sig. Pianigiani, Aquila- Botticella del sig. Fontani, Tartuca-Buriana del sig. Masi, Oca-Saturniella del sig. Busisi, Lupa-Forletto II del sig. Pianigiani, Pantera-Uria del sig. Selvolini, Drago-Rosella del sig.Celli, Leocorno- Gaudenzia del sig. Giachetti, Civetta-Pinocchio del sig. Fontani, Selva-Ravi II del sig. Fantozzi. Molti spettatori, durante le batterie di selezione, ebbero difficoltà a riconoscere tutti i cavalli, perché a molti mancava inspiegabilmente il numero. La batteria più veloce fu quella vinta da Saturniello, che si impose in 1'23". La prima prova ebbe una partenza disastrosa: la Lupa, scattata in anticipo, battè nei canapi e cadde. Il mossiere non riuscì a far allineare tutti e la mossa risultò imperfetta perché quasi tutti i cavalli erano ammassati in pochi metri. Quando calarono i canapi partì subito in testa la Tartuca seguita dalla Selva e dagli altri in gruppo che forzarono l'andatura. Il Gentili comunque, fantino della Tantuca, prese il largo mentre la Giraffa, che lo seguiva, rinunciò alla possibilità di vincere la Prova. Dopo la corsa gli ocaioli malmenarono Imolo, fantino della Civetta, reo, secondo loro, di aver ostacolato la corsa della propria Contrada. L'ordine tra i canapi ed i relativi fantini era stato il seguente: Civetta-Imolo, Drago-Lazzaro, Lupa-Ivan, Oca- Lampino, Giraffa-Veleno, Pantera-Tirone, Tartuca- Gentili, AquiLa-Mezzetto, Leocorno-Vittorino, Selva- Arzilli. Nella seconda prova accadde un fatto inconsueto. Il cavallo della Pantera, che tanta parte aveva avuto nel disordine alla Mossa della sera precedente, venne fatto uscire dallo entrone con a testa nascosta in un sacchetto per evitare che si innervosisse. Quando venne data la mossa, scappò prima la Selva che vinse la prova davanti al Leocorno ed alla Tartuca. L'Aquila non era presente alla corsa ed il proprio fantino era montato nella Lupa. La terza prova registrò, oltre a quella dell'Aquila, anche l'assenza della Giraffa il cui cavallo si era infortunato nella prova della mattina. Nell'Oca montava Bruscolo, esordiente della Piazza. Come al solito scappò prima la Tartuca, la Selva ed il Leocorno, ma a S.Martino si ebbe un rallentamento generale e solo l'Oca forzò l'andatura andando a vincere la prova tra il tripudio del Popolo di Fontebranda che portò in trionfo il fantino. Alla Prova Generale, svoltasi di fronte a 35 mila persone, erano presenti tutte e 1O le Contrade. Partì prima la Giraffa che si mantenne, per i tre giri, in quella posizione rintuzzando gli attacchi dell'Oca e della Lupa che le giunsero dietro nell'ordine. Alla presenza di circa 80.000 persone le Contrade entrarono fra i canapi nel seguente ordine, per disputarsi il Palio corso in onore dell'Anno Mariano: Civetta-Pinocchio-Imolo, Tartuca-Buriana-Gentili, Selva-Ravi II-Arzilli, Drago-Rosella-Veleno, Pantera-Uria-Tirone, Giraffa-Uganda-lvan, Aquila- Botticella-Rondone, Oca-Saturnia-Bruscolo, Lupa- Forletto II-Mezzetto, Leocorno-Gaudenzia-Vittorino. Il Leocorno rischiò subito di rimanere imbottigliato e di essere sbattuto contro al verrocchio. Vittorino, che si confermò ancora grande fantino, riuscì a liberarsi della morsa in cui era stato stretto e, superando tutti all'esterno, nonostante che qualcuno lo nerbasse, curvò primo a S. Martino e la corsa non ebbe più storia. Al primo giro al Casato cadde la Pantera e subito dopo cadde anche l'Oca. Gaudenzia e Vittorino, che nel frattempo avevano fatto pace dell'episodio dell'Agosto, portarono al rione di Pantaneto la 24ª vittoria. Dopo il Palio vi furono incidenti tra la Pantera e l'Aquila e tra l'Oca ed il Leocorno. |