UNA PROMESSA NON MANTENUTA
L'11 agosto 1782, il pievano di S.Salvatore a Pilli,
scriveva al Cancelliere della Curia di Siena per avvisarlo
che era stato costretto a sospendere le procedure di
matrimonio tra Giovanni Papei e Caterina Brizzi, perchè una
tal Caterina Bastiani si dichiarava anch'essa come promessa
sposa del Papei.
(Archivio Arcivescovile - Cause Civili - 5089)
Come da prassi, la Curia iniziò gli accertamenti,
interrogando alcuni testimoni portati da entrambe le parti.
Bisogna premettere che il Papei e la Bastiani erano al
servizio dei nobili Signori Grassi: elemento da non
trascurare, perchè a spingere il nostro antenato a non
mantenere la promessa fu probabilmente anche il parere
espresso dal Sig. Augusto Grassi che interrogato,
rispondeva: "...noi altri Padroni non eramo molto contenti,
che il servitore, e la serva si sposassero, così la promessa
tra loro fatta non fù eseguita. Già poi hò sentito dire, che
questo mio servitore si sia già proclamato a S.Salvatore con
un'altra ragazza, e questo se hà fatto senza forzatura di
noi altri Padroni" (Archivio Arcivescovile di Siena, Cause
Civili, 5089).
Pure tutti gli altri testimoni convennero
nell'affermare che in realtà una promessa di matrimonio
c'era stata, aggiungendo però che ultimamente i litigi fra i
due erano divenuti sempre più frequenti.
L'amore era certamente terminato e, viste le circostanze, alla mancata sposa sarebbe
bastato "un accomodamento": chiedeva soltanto 6 scudi per non opporsi più alle nozze.
Soddisfatta questa richiesta di risarcimento,
Giovanni, liberatosi da ogni vincolo, sabato 18 gennaio
1783, potè finalmente sposarsi con Caterina Brizzi* nella
chiesa di Fogliano.
Al momento della proclame, Giovanni era già
cinquantenne (morì nel 1798 a circa 66 anni) e pure la
stessa Bastiani non doveva essere molto più giovane di lui
(addirittura potrebbe essere stata più anziana); ce lo fa intuire
l'irriverente frase con la quale era solito schernirla: "vecchina, io sono sposo della Brizia...".
Dall'angosciata missiva che quel pievano inoltrò alla
Curia di Siena, emerge una frase che però ci è parsa priva di fondamento: "L'uomo è della Cura di S.Cristofano...".
Non risulta infatti che Giovanni abbia mai fatto parte del popolo della Parrocchia di S.Cristoforo e ulteriori indagini lo hanno confermato.
Non era neppure natìo della Diocesi di Siena, quindi resta incomprensibile un così grossolano errore.
Era invece al servizio della famiglia Grassi alla Loccaja, nei pressi di S.Rocco a Pilli:
tale mansione veniva generalmente svolta da orfani "ingombranti", i quali venivano
indirizzati dai patrigni (che nel frattempo si erano
ricostruiti un'altra famiglia) nelle case di qualche
nobiluomo benestante.
E' certo comunque che questo dibattimento non avrebbe
l'interesse che gli abbiamo rivolto, se il protagonista fosse stato un familiare
di un ramo collaterale o secondario.
Al
contrario, se oggi noi tutti Papei abbiamo queste
caratteristiche, sia fisiche che morali, è proprio perchè
discendiamo direttamente dall'unione di Giovanni con la
Brizzi: se egli avesse deciso di sposarsi con la Bastiani,
per la sua età avanzata e quindi non più fertile, i Papei avrebbero
finito di esistere già dalla metà dell'Ottocento.
(Archivio Arcivescovile - Cause Civili - 5089)
* Caterina morì soltanto 12 anni dopo il matrimonio, il 5
settembre 1795 nel letto n°48 dello
Spedale S.Maria della Scala, dopo circa un mese di degenza.
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