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Così come accadde nel luglio 1955 anche questo Palio ha un esito ampiamente annunciato. Il "nonno" Istrice torna al successo dopo ventuno anni e cede la poco ambita cuffia al Drago che non vince da soli undici anni.
Una prima svolta del Palio si ha nella prove, la dirigenza di Camollia è molto indecisa sulla monta più adatta per Gaudenzia. Vittorino è bloccato dal Nicchio, Tristezza e Giove non convincono, Ciancone cade, s'infortuna e consiglia la monta di Mezzetto che scende dall'Aquila.
La mossa è caotica, con Civetta e Montone rigirate, partono in testa l'Istrice, l'Onda ed il Nicchio, in pratica le tre favorite.
Mezzetto, liberatosi dello zucchino, resta al comando per due giri lottando duramente con Vittorino e Rondone, dalle retrovie rimonta decisa la Civetta. All'inizio del secondo giro Mezzetto respinge alla grande l'attacco dell'Onda che alla curva di San Martino viene passata dal Nicchio, nelle retrovie casca la Pantera.
Il piccolo Mezzetto è primo con un discreto vantaggio, ma Gaudenzia appare stremata, Nicchio ed Onda hanno possibilità di recuperare, ma i due fantini perdono tempo prezioso nerbandosi a vicenda.
Per l'Istrice ormai è fatta, Rondone cade all'ultimo San Martino, Vittorino molla, la Civetta, cui è stata fatale la pessima partenza, si piazza seconda. Per il siciliano Francesco Cuttone detto "Mezzetto" è il cappotto personale.
Nel dopo-Palio i sospetti su Rondone e Vittorino tengono banco, ma la dirigenza nicchiaiola decide saggiamente di ignorare il comportamento del proprio fantino che li ripagherà a peso d'oro negli anni successivi.
(Da "Daccelo!" di Roberto Filiani)
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