La Selva torna alla vittoria dopo ben trentaquattro anni e cede la cuffia al Bruco, a secco dal 1922. Già dall'inverno la dirigenza selvaiola aveva mosso le prime pedine per tornare al successo, ma a luglio Gaudenzia si era infortunata.
In questo Palio arriva in Vallepiatta il purosangue Mitzi che viene affidato al Biondo, si ricompone così l'accoppiata che aveva ben figurato a luglio nell'Oca. Il grande favorito è comunque Ciancone che questa volta ha fiducia in Tarantella e va a montarla per i colori dell'Onda, contrada per la quale corre per la quarta volta consecutiva.
Dalla mossa escono prime Selva, Istrice e Lupa, mentre il Leocorno cade al canape e la Torre resta ferma, l'Oca ostacola Vittorino nella Pantera.
Gaudenzia prende la testa al primo San Martino, ma dopo uno scambio di nerbate, fra Terribile e Mezzetto, è l'Istrice a passare al comando con la Selva a breve distanza. Al secondo giro Mezzetto spinge al massimo la modesta Dorina che però non regge il ritmo incalzante del Biondo che porta la Selva in testa prima di cascare all'ultimo San Martino.
Mitzi scosso continua la sua corsa, al terzo Casato un istriciaiolo entra in pista con l'intento di favorire la rimonta della sua contrada. Lo scosso della Selva evita l'impatto e dopo un attimo di esitazione riprende la sua corsa precedendo di poco l'Istrice.
Subito dopo questa vittoria storica ci sono attimi di tensione per molti fantini, ne buscano Rompighiaccio e Ciancone, anche Ranco ha qualche problema, i tartuchini che speravano nel cappotto, anche con la modesta Fusina, non inviteranno il fantino alla cena della vittoria del Palio di luglio.
Con questa carriera da l'addio al Palio l'eterno secondo Amaranto Urbani detto "Boccaccia", per tutti solo e semplicemente Amaranto, fantino dotato di grande tecnica ma incredibilmente sfortunato, rimasto nei cuori di tantissimi contradaioli più di altri fantini blasonati.
(Da "Daccelo!" di Roberto Filiani)















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