Rivincita dell'Oca che torna a gioire dopo un periodo costellato da delusioni, dalla rottura del TONO in poi, tanti secondi posti e le vittorie delle rivali Torre e Nicchio. Già dalle prove le cose sembrano mettersi male per l'Oca, Ciancone, approdato in Fontebranda dopo un lungo corteggiamento invernale, si infortuna seriamente alla quarta prova e viene sostituito dal Biondo che la lascia la Civetta.
Le altre due favorite Leocorno ed Onda si affidano rispettivamente all'esordiente Morino III ed al navigato Bubbolino, entrambe le monte sembrano tuttavia inadeguate per Brillante e Piero.
Protagonista assoluto di questo Palio è però nel bene e nel male Pietrino che monta nell'Istrice la modesta Anita. Proprio il fantino di Camollia esce primo dai canapi tallonato da Bruco ed Oca. Ganascia, su Mughetto in condizioni precarie, nerba Il Biondo che casca al primo San Martino.
Il primo giro si chiude con l'Istrice al comando seguito dalla scosso dell'Oca, dal Leocorno che cade al secondo San Martino e dal Bruco.
Pietrino tiene dietro a nerbate Salomè, ma il cavallo dell'Oca, stimolato dai colpi di Bubbolino nell'Onda, si fa sempre più minaccioso.
Al terzo San Martino il colpo di scena, Pietrino gira largo, Salomè si infila nel varco lasciato libero e surclassa Anita che perde visibilmente terreno, è il trionfo dell'Oca atteso per quattordici anni.
La beffa è atroce per il sempre discusso Pietrino il quale, oltre ad aver perso un Palio già vinto, non incassa nemmeno un sostanzioso partito fatto con l'Oca per aver nerbato più volte Salomè. A completare l'opera anche le botte prese dagli istriciaioli inferociti.
(Da "Daccelo!" di Roberto Filiani)

STUDIO LUCE















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