POGGIO PAPEO
La terza località, meta del nostro studio, è Poggio
Papeo, che si trova fra Bolgheri e Monteverdi, a 43° 12' di
latitudine nord, in provincia di Livorno (ma vicinissimo al
confine con quella di Pisa), come è indicato nel foglio
n.119 della carta topografica dell'Istituto Geografico
Militare.
Sorge a 404 metri sul livello del mare, a levante di
Castiglioncello della Gherardesca, che era un antico maniero
citato dal Repetti come già esistente nel 785 d.C., con il
nome di "Oliveto di Maremma": prima dominio dei conti della
Gherardesca, poi dei Pannocchieschi della Sassetta e infine
dei marchesi Incontri di Volterra. Poichè a quei tempi era
considerata assai importante la retrostante vallata del
fiume Cornia (che lambisce Suvereto e Venturina e sfocia in
mare presso Piombino), è probabile che anche le colline che
si estendono a est di Castiglioncello e scendono verso il
fiume Sterza avessero una rilevanza, anche residenziale,
come denotano i toponimi della zona: Poggio Papeo, Poggio al
Tesoro, Aiaccia (zona), Cantinaccia, Volte e Cullivo (ruderi
di case coloniche) e Poggio Passonaia. La Passonaia era un
recinto con pali conficcati in terra, ai quali venivano
legati i vitelli più piccoli perchè non si allontanassero,
mentre le madri pascolavano.

Luciano Bezzini, studioso del luogo, col suo
"Dizionario Castagnetano", ci informa che Papeo è una
collina dove in passato furono rinvenuti interessanti
reperti archeologici e un misterioso tesoro che dette nome
all'omonimo colle posto accanto, detto il "Poggio al
Tesoro".
Queste alture, completamente disabitate e prive di
strade, sono ricoperte da arbusti e piante tipiche della
macchia mediterranea, anche se è probabile che vi siano
stati numerosi i castagni, pianta allora assai comune nella
regione.
Sempre in tema di alberi è curioso citare questo
aneddoto: un boscaiolo, figlio a sua volta di boscaioli,
Mario Montagnani, classe 1929, lavorò a lungo a tagliar
macchia nella zona del Papeo, dove la sua squadra, per
mancanza di strade o per difficoltà di trasferimento, aveva
imbastito una rudimentale teleferica per far scendere a
valle la legna. Pare che il Montagnani, allora giovane
spensierato, un giorno si fosse avventurato su questa
teleferica e, acquistata una forte velocità, finì per
franare su un mucchio di frasche, che fortunatamente gli
evitarono il peggio. Questa avventura gli procurò il
simpatico nomignolo di "Papeo", del quale non si è mai adontato affatto.
Comunque è certo che a partire dalla metà del XVII
secolo (epoca dalla quale iniziano i primi documenti
ecclesiastici), nessun Papei sia vissuto nel circondario. Il
Bezzini stesso, che ha compiuto anche delle ricerche
genealogiche su molte famiglie della zona, non ne ha mai
trovato traccia.
Tuttavia questo non esclude che nei dintorni, un
tempo, possa esservi stata la presenza di coloro che
avrebbero dato il nome alla famiglia; infatti, secondo
quanto riferisce Silvio Pieri nel libro "Toponomastica della
Toscana Meridionale e dell'Arcipelago Toscano" uscito
postumo e rimasto incompiuto, il toponimo sarebbe da
ricollegare al latino "paperius", o meglio, come si denota
già dal titolo del capitolo, a un "nome locale derivante da
nome personale latino".
Per suggellare ciò, va detto pure che il comprensorio
di Poggio Papeo ha sempre fatto parte della Diocesi di Massa
Marittima, città natale di Domenico Papei, singolare
personaggio seicentesco del quale avremo modo di parlare
ampiamante.
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