Il 31 dicembre 1895 il Cancelliere della Tartuca, Luciano Mazzini, inoltra al Comune di Siena la richiesta ufficiale affinché venga riconosciuto alla Contrada il Palio vinto il 15 agosto 1633. La richiesta è motivata da ciò che compare nel libro di deliberazioni della Contrada stessa e non solo.
Infatti, alcuni documenti attestano che il 12 luglio 1633, a due mesi appena dalla pubblicazione del Bando della "proibitione della fiera di Mont'Alcino, e di Rosia per causa della peste" , la Balia stabilì che il "Palio per la Madonna d'Agosto si corra quest'anno con i cavalli per la piazza", in quanto Siena, nonostante il "contagio dal quale d'ogni intorno è stata circondata sia miracolosamente del tutto sino adesso rimasta intatta” .
L'effettuazione "de la corsa del Palio da farsi il dì 15 d'Agosto giorno della gloriosa Vergine con i cavalli” è confermata da un verbale del 4 agosto nel quale l'Oca manifestava la volontà di non voler partecipare alla corsa perché "ochupata in altre spese".
La carriera è documentata anche in una incisione del contemporaneo Bernardino Capitelli, oggi conservata in una sala del Palazzo Pubblico.
Nell'immagine i fantini cavalcavano "a pelo", erano all'arrivo della corsa e si stavano scambiando furibondi colpi con il sovatto, una sorta di gatto a nove code col manico di zampa di capriolo, che dal 2 luglio 1703 venne sostituito da "un semplice nerbo" .
All'interno della Piazza, sormontata da un Palazzo Pubblico non ancora elevato nel secondo piano e dalla sua torre priva del Campanone , i contradaioli esultanti salutavano la vittoria scendendo dai palchi, mentre i Maestri di Campo a cavallo erano intenti a mantenere l'ordine.
Dal balcone del Municipio pendeva una lunga pezza di stoffa pregiata: era il premio per il vincitore.
La raffigurazione però non ci aiuta a comprendere quante e quali Contrade vi partecipassero e, per risalire al fatto che era stata la Tartuca a vincere, dobbiamo rifarci a documenti conservati nell'archivio della Contrada, nei quali è tra l'altro specificato che al fantino, rimasto ignoto, vennero elargite "piastre 6".
Notizie dell'esistenza di questo drappo si riebbero per la prima volta nel 1663 , quando si decise che era ormai tempo di tornare in possesso del "Palio nostro che è nelle mani del Magnifico Giovanni Francesco Pollini". Il Pollini era il Capitano vittorioso dell'agosto 1633 ed era creditore della Contrada di parte delle spese della vittoria e per questo motivo aveva ancora in pegno il Palio. Più tardi, nell'adunanza del 12 giugno 1667 , il Priore Fortunio Avanzati propose di riscattare il broccato, preziosa stoffa di seta pesante lavorata in rilievo con disegni, che nel frattempo era finito in pegno al Camerlengo Augustino Viti, tramite il padre Domenico.
Contemporaneamente venne però stabilito che, una volta riacquistato, con lo scopo di coprire alcuni debiti pregressi, questo venisse smembrato, togliendo dal broccato un paramento, "cioè davanzale, pianeta, guanciale, sopra calice e mantellina... e il restante disporlo come soprasedia".
E' palese che di questa elegante stoffa, ormai così mal ridotta, non ne sia più rimasta traccia.

Hercolani, comparsa della Tartuca
A seguito di una istanza da parte della Contrada, con delibera del 14 febbraio 1896, la vittoria venne ufficialmente riconosciuta dal Comune che ne dispose la trascrizione nell'Elenco Generale, senza però darne seguito effettivo.
E' pertanto ancora pendente l'istanza della Tartuca, recentemente rinnovata, che sollecita la formale esecuzione della delibera di quello che deve essere considerato il primo Palio corso in Piazza.