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Il 27 dicembre 1837, a Radicofani, nasce Luciano Banchi. Figlio di Luigi e della sua seconda moglie Barbara Modesti, che Luigi sposò già incinta di Luciano e da cui ebbe altri due figli: Adele, morta dopo soli otto giorni di vita, e Vittorio.
Durante la sua infanzia Luciano è costretto a spostarsi di frequente a seguito del padre, prima ad Arezzo e poi a Pisa. Nel 1848 Luigi va in pensione e decide di trascorrere il resto della sua vita a Siena. Muore però due anni dopo, lasciando la moglie e i due figli in precarie condizioni economiche.
La vedova riesce comunque a far condurre studi regolari sia a Luciano sia a Vittorio, affidandone l'istruzione ai padri scolopi del Collegio Tolomei. Mentre Luciano, avviato allo studio dei classici, della lingua francese e di quella tedesca si sarebbe dedicato agli studi universitari, il fratello Vittorio aderisce all'Ordine calasanziano e quindi, come padre scolopio, si dedicherà per tutta la vita all'attività educativa.
Iscrittosi nel 1854 al corso di notariato presso l'Università senese, Luciano Banchi approfondisce gli studi giuridici, anche se, dopo alcune esperienze come insegnante, a trenta anni è già direttore dell’Archivio di Stato di Siena, carica che manterrà fino alla morte. La posizione gli permise di pubblicare una vasta serie di statuti medievali, sui quali studiamo ancora, come: il “Breve degli Officiali del Comune di Siena del 1250”, lo “Statuto della Gabella di Siena” e, soprattutto lo “Statuto dello Spedale di Siena”.
Di pensiero moderno, negli studi storici e archivistici combatterà sempre contro il dilettantismo. Forte anche la sua passione e il suo impegno politico: dopo un’iniziale adesione ai liberali conservatori, si schiera con il “Partito dell’Avvenire”, di stampo liberale progressista, e grazie a questo è eletto Sindaco di Siena in vari mandati.
Tra le molte cariche ricoperte nel 1874 il Consiglio comunale lo nomina deputato del Monte dei Paschi, ruolo che mantiene fino al 1877 come Presidente della Deputazione; nel 1875 è “Arcirozzo” dell’Accademia dei Rozzi, mentre già dal 1870 è Presidente dell’Accademia dei Fisiocritici, carica ricoperta fino alla morte.
Colpito da emorragia celebrale muore giovanissimo il 4 dicembre 1887. In segno di lutto le porte di Palazzo Pubblico furono chiuse e si celebrarono funerali solenni. La salma è tumulata al cimitero della Misericordia.
la Tomba di Luciano Banchi con un Cristo in pietà affrescato da Alessandro Franchi
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