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Il 24 dicembre 1924, nella sua casa di Siena, muore lo scultore Emilio Gallori. Nato a Firenze nel 1846, dopo aver studiato all’Accademia di Belle Arti della sua città, dedica la sua vita alla scultura. Deve la sua celebrità all’aver vinto, nel 1883, il concorso per il monumento a Garibaldi sul Gianicolo a Roma, inaugurato il 20 settembre 1895.
Emilio Gallori, monumento equestre a Giuseppe Garibaldi
Roma, Colle del Gianicolo
Negli ultimi anni di vita Gallori si trasferisce a Siena. Viene nominato, nel 1890-1892, membro della giuria per concorso per il monumento a Garibaldi della Lizza, che sarà vinto da Raffaello Romanelli. Nel 1891 risulta esaminatore all'istituto d'arte e nel 1902 è membro della commissione nominata dal ministero per il restauro della facciata della basilica di San Francesco.
"Tristitia" di Emilio Gallori
Siena, Palazzo pubblico, Sala del Risorgimento
A Siena esegue un “Bassorilievo per Baldassarre Peruzzi” e un medaglione in bronzo col ritratto del conte Guido Chigi Saracini (1924), conservato nell'omonima collezione.
Di abitudini borghesi e modeste, fu massone e amico dei garibaldini, in particolare di Ettore Socci. Credette nell'arte come consolatrice ed educatrice: negli ultimi anni della sua vita istituì un premio per i giovani scultori all'Accademia delle belle arti di Firenze, a somiglianza del premio Ussi per la pittura.
Alla Galleria degli Uffizi si conserva il suo “Autoritratto” (busto in bronzo). All’artista fiorentino il Comune di Siena, nel 1960, ha intitolato una strada ai Cappuccini.
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