Si ignora la ragione per la quale questo Palio, riconosciuto anche dal Comune alla Giraffa, non venisse effettuato a luglio e una corrispondenza privata del 18 agosto fra Galgano Bichi* e sua madre, rimarcò che a vincere era stata proprio la Giraffa, della quale il Bichi si vantava di essere Protettore.
"Si corse lunedì il Palio de Barberi e lo vinse quello del Duca di Modena come haverà sentito dal Moro del Sig. Principe.
Martedì lo corsero in Piazza le Contrade che erano 14 e lo vinse la nostra Giraffa della quale m'havevano fatto protettore me" .
Questo successo venne suggellato il 28 agosto dalla Compagnia del Suffragio, che fu ben lieta di accettare il dono "del Palio ò Baccile vinto", facendosi carico di donare dieci scudi all'anonimo fantino.
Fra le Contrade che vi parteciparono vi furono il Nicchio, come da delibera del 19 giugno, l'Oca e l'Onda.
Come già accennato, non venne emesso nessun bando dalla Biccherna, perché evidentemente la terra non fu mai tolta dopo che era stata posata in previsione del Palio di luglio.

* Galgano Bichi (Siena 1662 - 1727). La famiglia, d'antica nobiltà del Monte dei Nove, possedeva il castello di Rocca Albegna, sotto il titolo di marchesato e la contea di Scorgiano.
Laureatosi in diritto canonico e civile il 2 gennaio 1686, nel marzo dello stesso anno partì per Osimo con lo zio paterno Antonio, già vescovo di Montalcino e allora presule di quella città.
Vi si trattenne per circa sei anni e spesso accompagnò a Roma lo zio - che intanto era stato creato Cardinale - e vi soggiornò a lungo.
Nell'ottobre 1692, dopo la morte del suo protettore, tornò definitivamente a Siena. I suoi interessi per la storia e i documenti antichi furono così vasti e profondi da farlo annoverare fra i più illustri eruditi senesi.
