Il 4 maggio 1740 Siena fu sommersa da un’abbondante nevicata, che si ripeté anche il giorno 6, portando come conseguenza brinata e ghiaccio in una misura tale, dice il Pecci nel “Giornale Sanese”, “che i vecchi non si ricordano di caso consimile”.
La rovina per le persone e i raccolti fu tale che “per placare l’ira d’Iddio e interceder misericordia” il 13 maggio, nella chiesa dell’ospedale di Santa Maria della Scala, venne tenuto esposto alla pubblica preghiera la reliquia del Sacro Chiodo "quel chiodo - racconta ancora Pecci - che credono esser uno della Crocifissione del nostro Signore Gesù Cristo".

L'attuale piazza Giacomo Matteotti (dopo il 1912)
al tempo intitolata a Re Umberto I
E siccome ancora la furia della natura non si placava, il giorno 14 i senesi rivolsero le loro suppliche alla "Santissima Vergine delle Grazie del Duomo, riconosciuta per avvocata e protettrice di questa città, e nel dì 15 il sacramento nella medesima chiesa del Duomo" .