16 Agosto 1818
- LEOCORNO -

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7 luglio. Tratta delle Contrade per la Corsa del 16 agosto. Dall’Editto Comunitcativo si rileva che il dì 14 corrente si fà la tratta delle Contrade per la Corsa del 16 del prossimo futuro mese d’agosto e questa anticipazione si fà perché le Contrade facciano qualche cosa in occasione della venuta dei Granduchi a Siena. Come fare qualche cosa se le Contrade sono fallite, e noi non concorriamo.
14 luglio. Sortita delle Contrade per la Corsa del 16 del futuro agosto. Nelle Stanze della Comunità Civica in questa mattina è stata anticipata l’estrazione delle Contrade per l’oggetto della venuta dei Sovrani in quest’agosto, onde le Contrade tirate a sorte sono Lupa= Montone, e Pantera. Le altre che corrono d’obbligo sono Tartuca= Chiocciola= Oca, Leocorno= Istrice= Selva= Nicchio=.
19 luglio
Festa alla Contrada della Giraffa. Festa alla Contrada della Giraffa ora nella Chiesa già della Cura di S.Pietro a Ovile. Il giorno fà la sua sortita consueta, come siè detto l’altre volte.
22 luglio. Lettera a S. E. da Firenze facendoli sapere che S. A. I. e R. viene a Siena nelle Feste d’agosto. S. E. il Cav. Governatore Giulio Ranuccio Bianchi nelli scorsi giorni ebbe da Firenze la notizia sicura che S. A. I. e R. veniva nelle Feste d’agosto ad’onorarci, in conseguenza scrisse alla Comunità Civica, Collegio, Seminario e Cavallerizza, ai Rinnovati, ai Rozzi, acciò tale avviso le servisse di regola per prepararsi a darle quelle feste degne di tale oggetto. In conseguenza di che la Comunità Civica previo un avviso alla Contrade che corrono il 16 agosto p.a.v. [prossimo a venire], sono stati chiamati chiamati [ripetizione] i Capitani, o Deputati che rappresentano le rispettive Contrade per fissare quello che era di necessità in tale incontro. E ieri doppo pranzo alla Comunità in presenza dei dd. Capitani fecero l’appresso estrazione delle Comparse che si devono fare per la Carriera del 16 agosto 1818 nella Piazza del Campo. Cioè
Selva – Talìa Commedia
Montone – Melpomene – Tragedia
Oca – Caliope – Poesia Eroica
Chiocciola – Urania – Astronomia
Istrice – Apollo – Dio del giorno
Lupa – Erato – Poesia Amorosa
Pantera – Euterpe – Musica Strumentale
Nicchio – Tersicore – Ballo
Leocorno – Clio – Storia e
Tartuca – Poligna [Polinnia] – Rettorica
Il Carro della Comune rappresenterà il Parnaso con le nove Muse, accompagnato dalle dieci Contrade, che ognuna avrà seco dodici individui rappresentanti le loro Deità.
5 agosto. Ove si fabbricano i due carri, l’uno dalla Comune, l’altro dalle sette Contrade. Due carri si fabbricano, quello della Comune ove si porranno le Muse già descritte sotto il dì 22 luglio 1818, sotto le Logge del Papa dai Fratelli Rosi. L’altro dietro le mura, e giardino del Bulgherini a Camollia a spese delle sette Contrade che non corrono si fabbrica dal legnaiolo Bartali sotto la sorveglianza dell’Ing. Alessandro Doveri, e quello della Comune sotto la sorveglianza del Sig. Cosimo Minucci Ragioniere di detta Comune.
6 agosto. Aumento ai palchi della Piazza. Il magistrato Civico di Siena ha accordato di aggiuntare ai palchi della Piazza un gradino di più, in occasione della venuta in Siena di S. A. I. e R.
10 agosto. Arrivo di S. A. I. e R. Ferdinando III Granduca di Toscana. In questa mattina alle ore sei e mezzo è arrivato in Siena S. A. I. e R. Ferdinando Terzo Granduca di Toscana, con la sua figlia nubile per nome Maria Teresa, con quattro carrozze, che due a sei cerchi, una a quattro, ed’un carrozzino a due, con il Corriere allo sportello del Granduca, sono smontati a Palazzo ove vi era S. Ecc.za il Cardinale, S. E. il Governatore, più varie cariche della Milizia, Ciamberlani sanesi ed’altri per ricevere sì degno Sovrano, che doppo un piccolo colloquio li ha licenziati per essere un’ora per tali soggetti un poco incomoda. Non è stato ricevuto dalle Contrade e perché. Poi non è stato ricevuto dalle Contrade perché Egli lo fece intendere sabbato per mezzo del Governo, che intimati i Nobili Capitani, ed’i Deputati alle Feste, perché sarà determinato un giorno a posta perché le Contrade con le loro bandiere si portino nel cortile del Palazzo I., ed’allora tripudieranno in quella forma popolare dovuta ad’un sì felice Sovrano.
12 agosto. Chiama dei Capitani da S. E. il Governatore. La mattina del dì P.mo agosto 1818. S. E. il Governatore fece chiamare a Palazzo i Capitani, ed i Deputati delle Contrade della Città, e per mezzo del suo Segretario fece leggere un ordine di Firenze nel quale si diceva che S. A. I. e R. nella sua venuta in Siena nulla di formale voleva dalle Contrade e che queste sarebbero state chiamate un giorno acciò si portassero a Palazzo con bandiere, Banda per tributare alla R. A. S. I. quelli omaggi dovutili, ed in tale occasione /forse/ S. A. I. e R. avrebbe fatto sentire al suo fedele Popolo senese qualche ordine di beneficenza, e si ordinava ai Capitani sotto la sua responsabilità di custodire le bandiere. Sciolto l’ennimma dell’ordine venuto da Firenze relativo alla chiamata dei Capitani. Ieri mattina essendo a corte il Gonfaloniere gli fù fatto sentire un dispiacere della freddezza con cui il Popolo sanese si era diportato in tale circostanza. Il Gonfaloniere fece in copia sentire l’ordine venuto da Firenze, allora si quietò il Ministro, e disse che avrebbe fatto sentire a S. A. I. e R. il seguito. Lettera del Gonfaloniere alle Contrade che si portassero con torcia, e bandiera al Palazzo R. Il Gonfaloniere prendendo forza di tal parlare dopo il pranzo andò in Comunità e fece scrivere diciassette lettere alle Contrade acciò la sera con torce, e bandiere andassero al Palazzo per accompagnare i RR. Sovrani al Teatro, subbito il Popolo elettrizzato fece l’ordinanza, e S. A. I. e R., con gli Arciduchi gradirono tale officiosità popolare, ma cosa ne resultò, che il Gonfaloniere avendo fatto senza l’intelligenza di S. E. Bianchi, avanti che le RR. persone sortissero dal Teatro il Tenente ordinò alle Contrade che non facessero niuna rimostranza alli RR. Padroni, e che le bandiere sortissero, con le torce dal Teatro, e così fù fatto. Etichetta del Governatore con il Gonfaloniere e la popolazione ne soffrirà. Ma il Gonfaloniere unitamente all’altro Priore della Comunità si posero al corridore del Teatro a ringraziare i Capitani da parte di S. A. I. e R. della riconoscenza usata dal Pubblico alla prefata A. I. e R. e R. Famiglia. Ora udiremo il resultato dell’etichetta fra il Governatore ed’il Gonfaloniere. Ma intanto la popolazione dietro tale etichetta ci fà cattiva figura.
14 agosto. Contrade dalla Comunità con Banda, sono passate al Palazzo di S. A. I. e R. ed’i RR. Sovrani si sono compiaciuti di tale atto. In questa mattina le Contrade si sono riunite alla Comunità Civica ed alle ore 10 circa, con Banda si sono portate nella Piazza del Duomo a fare la sbandierata ponendosi in circolo, con la Banda in mezzo, e le bandiere giravano per la Piazza del Duomo. Essendosi affacciata la Real Famiglia, ed’ [il] Principe, con il solo Cav. Montalvi Maggiordomo degli Arciduchi, che domandavano al med. cosa rappresentavo le bandiere e colori, fermandosi così più d’un terzo d’ora, ed in seguito si sono ritirate, ed il convojo siè portato per la Strada Maestra dirigendosi in Piazza, e così è terminata la festa. La R. Famiglia, unitamente al Granduca a piedi sono andati a vedere il Duomo …
15 agosto di giorno di sabbato. Prove. Prove alla tonda a mattina ed’il giorno, doppo la Corsa alla lunga.
16 agosto, Domenica, S. Giovacchino Confessore e S.Rocco. Sovvenzione elargita da S. A. I. e R. Granduca alle Contrade. S. A. I. e R. per mezzo del Luogo Tenente Generale, e Governatore di Siena Cav. Priore Giulio Ranuccio Bianchi ha fatto dispensare alle diciassette Contrade Scudi quindici per Contrada, onde ha elargito Scudi d’argento cinquantacinque in tutto, e la sovvenzione ha posto le Contrade in buono arnese. Festa della Corsa del Palio alla tonda. Alle ore 5½ S. A. I. e R. e sua R. Famiglia si portò alla linghiera del Casino ove era stato posto il Trono, e terminato il corso delle carrozze, che queste facevano il girotondo della Piazza, fù dato il segno perché la gente si ritirasse e fù ridotta la Piazza del corso tutta pulita, onde il colpo d’occhio era veramente stupendo, poiché vi erano tre bande una rimpetto al Casino, che era Comunitativa, una a S. Martino, e l’altra al Casato foreste, entrò in Piazza un corpo di Cavalleria, che fece ritirare il Popolo, rendè la corsa spulita. Entrarono i tamburi vestiti alla Greca, siccome i trombi [leggi: trombetti], come ancora c.a trenta vestiti pura alla Greca con lance, di poi il Carro delle sette Contrade, che non correvano, rappresentante sacrificio d’Ercole Ideo istitutore e preside de’ Giuochi Olimpici. I dieci cavalli della Carriera bardati, e poi i dieci fantini vestiti sopra i cavalli con valdrappa accompagnati da un Greco vestito per cavallo, in seguito le Comparse che fecero soltanto la sbandierata dal Sovrano, e con le bandiere spiegate. Terminato il giro si riunirono tutte le Comparse nei tre sedili fatti alla Pianata che facevano una bella mostra. In fine il Carro con Apollo, e le nove Ninfe, e terminato il giro furono posti i due Carri lateralmente alle Comparse. Ed’il Lacché preso l’ordine dai Giudici che stavano sotto la linghiera del Casino, e dato fuoco alla bomba, che questa è stata tirata alla Gavina di Piazza /per ossequio dei Sovrani/ si presentarono le Contrade con i fantini, e cavalli al canape. Fù data la mossa da Rinieri [forse il successore di Filippo?] scarpone della Cavallerizza Faiticher /in luogo dei Giudici che erano il Cav. Antonio Palmieri e Barone Luigi Bichi Borghesi, che non si azzardò questo a dare la mossa per tema di non riuscirvi/. La mossa fù poco buona, e scappò il p.mo il Nicchio con Chiarini, alle costole il Leocorno con Piaggina, e Chiocciola Ciccina, e a vicenda p.mo il Nicchio, e Leocorno, ma alla terza girata il Nicchio fù tenuto da Leocorno, e questo riportò il Palio, che non ci correva se non la testa del cavallo di d.a Contrada del Leocorno, la Chiocciola arrivò tarda, e la Tartuca terza a vincita di Palio per avere il cavallo piccolo, ed il fantino grave Ferrino grande. Il tutto terminò senza uno sconcerto, e con assai soddisfazione del Sovrano ed’Arciduchi, siccome dei forestieri concorsi.
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