Alla fine di quello stesso anno, il Beccafumi tornò a Siena e fu incaricato di realizzare delle opere per la Cappella del Manto nell’Ospedale del Santa Maria della Scala: alcuni affreschi – di cui resta solo una lunetta raffigurante l’Incontro di Gioacchino e Anna alla Porta Aurea – e una pala d’altare con la Trinità oggi nella Pinacoteca Nazionale.
Il risultato finale fu particolarmente apprezzato visto che già nel 1516 poteva permettersi l’acquisto di una casa nell’attuale via Tito Sarrocchi.
Infatti, chi percorre la via, se all'altezza del n° civico 35 alza gli occhi, trova sulla muraglia della casa una lapide che ricorda come quell'edificio sia appartenuto a lui.
Si tratta dalle case che originariamente il Beccafumi comprò il 9 febbraio 1516 per oltre 270 lire, una cifra che all'epoca era di una certa consistenza.

In questo acquisto l'artista investì una parte dei non pochi soldi guadagnati dopo il suo rientro a Siena dal soggiorno a Roma dove, fra il 1510 e il 1512, si era recato per studiare le opere di Raffaello e di Michelangelo.
Il livello artistico acquisito da Beccafumi gli fruttò, in questi anni, una serie di importanti commissioni (fra le quali gli affreschi nella Cappella del Manto nell'ospedale di Santa Maria della Scala) ben remunerate, prima di essere impegnato, a partire dal 1519, nell'esecuzione dei cartoni per i mosaici nel pavimento del Duomo, opera che lo vedrà coinvolto per tutta la vita.