Ava Signora di Montemaggio
In un atto del 29 aprile 994, si legge che Tegrimo,
figlio di Ildebrando e di Ava, donasse, in conformità della
propria legge (Longobarda), la quarta parte dei beni che
possedeva nei contadi volterrano, fiorentino, senese,
fiesolano e nella corte di Staggia, alla sua futura sposa
Sinderada, ossia proprio a colei che comparirà, nel 1047, in
quell'atto di vendita, dove viene menzionata per la prima
volta la località di Marmoraia.
Un altro documento del 4 febbraio 1001, rogato nel
castello di Staggia, di proprietà di Donna Ava, riporta il
suo assenso per la donazione della chiesa di S.Cristofano e
di 42 case più vari casolari, alla Badia di S.Salvatore
dell'Isola (oggi Abbadia a Isola), da lei appena fondata.
Ad Ava, conosciuta impropriamente anche come Matilde
di Toscana, fu conferito il titolo di contessa di
Montemaggio, per essere stata Signora di questa contrada,
come in seguito lo furono i suoi figli ed eredi: i Franzesi
di Strove e i Soarzi di Staggia. Seguendo il tipico esempio
di rapporto fra fondazione monastica e nobiltà locale, la
leggenda narra che Ava facesse edificare, intorno all'anno
1000, sette chiese: Marmoraia, Molli, Pernina, Pievescola,
Simignano, Pietralata e Pieve a Castello. Tutte avevano in
comune questi particolari: la facciata guardava ad ovest,
l'Altar Maggiore era orientato ad est, l'ingresso, almeno in
origine, aveva tre scalini a scendere in modo da obbligare
chiunque entrasse a compiere un inchino di riverenza alla
casa di Dio, ma anche di devoto omaggio alla contessa. Essa
si dimostrò oltre che molto religiosa, anche un'energica
politicante, tanto che fu spesso scambiata, con la più
celebre Matilde di Toscana, vissuta nel secolo successivo.

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