Le Pievi
Dal latino "plebs", fu una parola che venne usata
nella sola Italia centro-settentrionale, per definire i
distretti delle prime chiese battesimali, passando in
seguito, anche ad indicare la chiesa del capoluogo, nel suo
edificio materiale e nella sua personalità giuridica.
Ubicate spesso vicino a luoghi di culto pagano e
solitamente lungo vie romane più o meno importanti, le pievi
paleocristiane, nel duplice senso di chiesa battesimale e
distretto plebano, sorsero numerose nel IV-V secolo.
A quel tempo, cessate le persecuzioni, la chiesa
raggiunse un periodo di pace, che contribuì a favorire la
riorganizzazione delle singole diocesi.
Gli imperatori cristiani aiutarono con la loro
autorità e con i mezzi finanziari, la costruzione delle
chiese e favorirono la predicazione del Vangelo, sostenendo
la chiesa attraverso le leggi, per combattere l'idolatria
tanto diffusa nelle plebi rurali.
La prima organizzazione ecclesiastica accentrava nella
sede vescovile sia il servizio del culto, sia l'opera di
evangelizzazione.
Lo stesso vescovo, nell'impossibilità di provvedere
dal centro alla necessaria assistenza delle pievi più
lontane, concesse loro delle sedi proprie di culto con i
rispettivi presbiteri. Il pievano aveva inoltre potestà su
tutto l'altro clero e le cappelle succursali del distretto
plebano: quel distretto giurisdizionale che servì più tardi
come modello civile per la definizione del perimetro delle
rispettive comunità.
A partire dal decimo secolo, si assistette ad un altro
fenomeno di formazione delle pievi: quando cioè i servi
della gleba, scossa la soggezione che li legava ai grandi
feudatari o perchè fuggiti dai castelli, si radunarono
attorno alle cappelle o alle chiese, già esistenti in
territori abbandonati, per dare vita, sotto la guida
spirituale e temporale del pievano, a comunità che si
organizzarono ben presto in altrettanti comunelli. Questa
conquista precedette nel tempo la comparsa del comune di
castello, ove l'amministrazione rimaneva ancora subordinata
all'autorità del signore.
In altri casi, come quello di Marmoraia, la pieve
veniva fortificata a difesa della comunità e del suo
territorio. Infatti in un documento del 1160 si parla di
Marmoraia e di Agli o Alli (oggi Nagli), come di luoghi a
cui faceva capo una "curtis", ossia una circoscrizione
fondiaria e amministrativa riferita ad un centro di
castello. Benchè l'accenno sia sporadico, i resti
architettonici non lasciano tuttavia dubbi sull'esistenza di
un luogo fortificato.
L'attuale sistema parrocchiale, disseminato nei più
piccoli borghi di campagna, fu riconosciuto ufficialmente
nel XVI secolo durante il concilio di Trento, allorchè della
primitiva organizzazione corporativa e unitaria erano ormai
scomparse le tracce.
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