Palio di Siena

ANALOGIE E CURIOSITA'

Durante il nostro lavoro, alcune notizie ci sono rimaste impresse per la loro peculiarità o perchè originali; altre invece si sono mostrate come casi del tutto singolari per l'analogia che hanno presentato con i fatti attuali.
Come primo argomento tratteremo dei gemelli. Tre sono le coppie: Giovanni e Maria (di Massimiliano e Cesira Fusi), Adamo e Eva (di Raffaello e Narcisa Rabissi); Piero e Mara (di Bruno e Iris Frati), tutte formate da un maschio e da una femmina e quest'ultima, caso singolare, deceduta sempre prima del fratello.
Da altre spigolature di notizie raccolte, è emerso che alcuni fratelli sposarono altrettante coppie di sorelle. Ci riferiamo a Domenico e Mariano (di Giovanni Maria) che verso al fine del Cinquecento sposarono le sorelle Caterina e Domenica Manni, originarie di Massa Marittima. Lo stesso dicasi per Maria e Clementina Marzocchi che, a distanza di otto anni (5 gennaio 1852 e 18 febbraio 1860), si congiunsero in matrimonio rispettivamente con Giuseppe e Antonio Papei. Non possono far parte di questo elenco Angiolina e Gina Pannini, che si maritarono con uomini che pur con lo stesso cognome (Giustarini), non mostravano vincoli di parentela tra loro.
Non possono far parte di questo elenco Angiolina e Gina Pannini, che si maritarono con uomini che pur con lo stesso cognome (Giustarini), non mostravano vincoli di parentela tra loro.
Di altro genere è la notizia che riguarda Orlando (di Piero ed Elsa Casini): è l'unico sposato con una donna non italiana (statunitense, nativa della Virginia) che gli ha dato due figli: Virginia e Silvio che hanno doppia cittadinanza.

Virginia, che è stata battezzata in America, nello Stato dell'Illinois, da un Pastore Protestante, è la sola a non essere cattolica, bensì metodista.
Se rimaniamo in tema di religione, dobbiamo ricordare che tre Papei divennero preti. Ciò nonostante, pare che nessuno della nostra famiglia abbia deciso di ritirarsi a vivere in un convento, anche se furono non pochi quelli attratti da coloro che si chiamavano "Frati"...
Ben cinque: Bernardino con Giulia, Luisa con Desiderato, Giuseppe con Carolina, Elvira con Modesto e Bruno con Iris, scelsero per consorte qualcuno o qualcuna con il cognome sopra mensionato.
La stessa nonna di Orlando, era una Frati come Giulia, la moglie di Bernardino. E proprio tra Orlando e Bernardino si riscontra una rara analogia: quella di essere nati a distanza di 124 anni l'uno dall'altro, alle 11 di sera dello stesso giorno: venerdì 7 gennaio, da madri che avevano lo stesso cognome: Casini.

Al dì 8 gennaio 1831 - Nel giorno suddetto è stato battezzato un infante di sesso mascolino al quale sono stati imposti i nomi di Bernardino - ora, giorno, mese ed anno della nascita: alle 11 della sera precedente di detto giorno - Cognome e nome del padre: Papei Agostino fu Giovanni - Cognome e nome della madre: Casini Carolina - Mestiere e condizione del padre e della madre: contadini - Popolo al quale appartiene il nato: S.Bartolomeo a Pilli - Comunità nella quale è compreso detto Popolo: Sovicille - Cognome e nome del compare: Casini Carmine di S.Salvatore a Pilli - Indicazioni particolari a piacimento del Paroco: e per esso Maria Orsola moglie.

Bernardino e Orlando, comunque non sono gli unici a essere venuti al mondo lo stesso giorno dello stesso mese, vi sono state addirittura tre persone: Giovanni (di Narciso e Giuditta Forni), Ennio (di Giuseppe e Caterina Gradi) e Francesco (di Fabio e Maria Grazia Puppis), che nacquero il 7 settembre.
Date ricorrenti anche per Silvio (di Orlando e Helen Sadler) che vide la luce il 27 marzo, giorno del compleanno di sua madre.
L'ennesima coincidenza concerne Silvana (di Giuseppe e Caterina Gradi) e Giorgio (di Gustavo e Narcisa Monciatti): entrambi nacquero il 14 agosto 1928, ma stranamente non si sono mai conosciuti.

Per gli amanti della numerologia, abbiamo riscontrato che alcune date si sono ripetute all'interno dello stesso nucleo familiare.
Ci riferiamo ai fratelli Gustavo e Massimiliano, (di Giovanni e Angiolina Angiolini) che morirono il 23 giugno: Gustavo nel 1864, Massimiliano nel 1914. Quello che poi ha dell'incredibile, è che pure un altro fratello, Mario, nonchè la sorella Eva, nacquero entrambi il 3 febbraio, rispettivamente nel 1852 e nel 1856.
Lo stesso accadde a Rosa e Savina, due fra i nove figli di Giuseppe e Albina Burroni, venute alla luce il 24 dicembre: Rosa nel 1792 e Savina nel 1809. Bernardino, un loro fratello, è invece colui che per combinazione ha contribuito al "logo", ricavato dalla calligrafia del parroco che aveva registrato la sua nascita.
Da lì lo abbiamo ripreso e posto all'inizio della nostra monografia perchè ne costituisse il titolo. La foto che appare più in basso nella copertina, una delle più vecchie rinvenute, fu scattata a Siena nell'aprile del 1915 e ritrae partendo da sinistra: Giuseppe (che aveva 17 anni), Brunetta . (7 anni), Bianca (20 anni) e Bruno (13 anni), tutti figli di Giulio e di Annunziata Savelli.
Giulio ebbe due mogli: Sestilia Masi a cui "dette l'anello" il 15 ottobre 1885 a Barontoli e Annunziata Savelli, che addirittura dovette sposare due volte, conseguenza dell'ostracismo della Chiesa.
Infatti, come alcuni ricorderanno, nel 1870, a seguito dell'occupazione di Roma da parte delle truppe italiane, il Papa si ritirò in Vaticano, rifiutando qualsiasi accordo con coloro che considerava degli invasori.
Per questa situazione, che si protrasse fino ai Patti Lateranensi del 1929, veniva negato fra le altre cose, il riconoscimento reciproco del rito del matrimonio.
Ecco i motivi per i quali Giulio dovette sposarsi a Serravalle il 28 ottobre 1893 e quindi con rito civile diversi anni più tardi: il 1° febbraio 1900, probabilmente per poter beneficiare di qualche servizio offerto dal comune di Siena, considerato lo stato di indigenza nel quale versava la sua famiglia.
Stessa cosa accadde per Narciso che il 21 ottobre 1909 portò all'altare della chiesa di Quercegrossa la giovane Giuditta Forni, ratificando civilmente il matrimonio il 5 dicembre dello stesso anno.
Da non scordare neppure che il cognome Papei è legato strettamente alla vita contradaiola. Piero ricoprì con successo la carica di Priore dell’Aquila dal 1978 al 1982 ed ebbe la gioia di veder vincere il suo rione addirittura due volte: nel 1979 e nel 1981.
Roberto fu dal 2002 al 2007 Capitano della Civetta, contrada nella quale suo fratello Mario svolse per ben 21 anni la mansione di Barbaresco.
In qualche modo legata al Palio lo fu anche Maria, classe 1831, abitante a S.Rocco a Pilli, figlia di Pietro, che salvò da un risarcimento in denaro e probabilmente pure da qualche giorno di carcere il Gobbo Saragiolo. Fu infatti una sua testimonianza, nel lontano 1846, a far scagionare il celebre fantino. (PER SAPERNE DI PIU')
L'ultima curiosità riguarda Mara, che incinta di sette mesi fu raggiunta dalle doglie quando era in vacanza a Follonica. Trasportata all'ospedale di Massa Marittima, il 3 luglio 1969, ovvero a 326 anni di distanza dalla nascita dell’ultimo antenato della città maremmana, venne data alla luce, da una giovane madre Papei, una figlia alla quale fu imposto il nome di Maria Ilaria.


Pur non distinguendosi per particolare importanza dagli altri Papei, un personaggio che merita attenzione è Antonio.
Più giovane di due anni di suo fratello Giuseppe, nacque il 21 ottobre 1765 al podere Santa Mustiola di Torri e fu battezzato con il nome di Giovanni Evangelista Antonio.
Dopo la morte del padre Gaetano nel 1767, venne svezzato dalla madre Maddalena Franceschini (nata a Belforte il 6 giugno 1735) e dal suo secondo marito Giovanni Borresi di Torri. In questa zona, Antonio trascorse probabilmente la sua gioventù (il 6 maggio 1774, giorno della Cresima, risultava ancora a Torri), poi nel febbraio 1800 lo troviamo che si era trasferito vicino a Barontoli, come ci testimonia pure lo "Stato d'Anime, compilato il 15 settembre 1809 d'ordine del maire (sindaco) di Sovicille", che comprendeva tutti i capi di Famiglia o coloro che li rappresentavano e generalmente tutti i maschi maggiori di 21 anni, che godevano dei diritti Civili e erano domiciliati almeno da un anno nel territorio comunale.
Ormai già anziano, Antonio si sposò il 23 febbraio 1828 con Caterina Becatti vedova Sani, mentre era in attesa di Maria Luigia (o Luisa), che nascerà da lì a quattro mesi. Rimasto a sua volta vedovo, condusse una vita grama, costretto a mendicare fino al giorno della sua morte che avvenne alle 5 del pomeriggio del 19 dicembre 1841 nel letto n°16 dello Spedale di Siena.
Il suo nome verrà ripreso da altri tre Papei: uno di questi oggi vive a Genova.