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- 21 gennaio -

1982: la rapina delle Brigate Rosse e lo scontro a fuoco Monteroni




I funerali dei due carabinieri


  
Alle ore 10 circa di giovedì 21 gennaio ci fu una ennesima rapina anche a Siena. Luogo prescelto dai ladri armati: l'Agenzia n.3 del Monte dei Paschi di Siena situata alle Terrazze al Pietriccio.
La notizia corse veloce per tutta la città, ancor più impressionata quando fu testimone più tardi di un susseguirsi di macchine della polizia in corsa verso le porte più vicine alla via Romana.
Era successa una tragedia al posto di blocco di Monteroni d'Arbia.
Durante il controllo dei documenti operato dal maresciallo Barna, comandante la stazione locale, i brigatisti, presenti come innocui passeggeri nella corriera per Montalcino, vedendosi scoperti, hanno aperto il fuoco improvvisamente, freddando a colpi d'arma da fuoco i due militi di scorta al maresciallo, che, pur cadendo anch'egli gravemente ferito, ha trovato il tempo di reagire uccidendo il suo interlocutore, il terrorista Lucio Di Giacomo, e raggiungendo con una raffica la donna brigatista, ferendola all'addome e alla spalla.


i Carabinieri Giuseppe Savastano e Euro Tersilli
barbaramente uccisi dai terroristi

Dopo la barbara aggressione, gli assassini poterono darsi alla fuga, approfittando di un furgone di passaggio, estorto, armi alla mano, al suo possessore.
Naturalmente non potevano, senza maggiore rischio, avventurarsi per la Cassia.
Scelsero vie traverse come la strada di Murlo, per scendere sulla Grossetana.
A Paganico i fuggitivi dovettero fare sosta forzata in un cascinale abbandonato per portare i primi soccorsi alla compagna ferita. Dopo circa sei ore, col favore delle prime oscurità, requisiscono un'Ape e una vespa ad un passante e suo figlio per procedere alla volta di Roma, per vie traverse lungi dall'Aurelia, andando a finire verso Tuscania. Quivi dopo un nuovo conflitto a fuoco al posto di blocco, due brigatisti vengono catturati per le campagne circostanti, ove si erano dispersi fuggendo a piedi.
Quando gli arrestati, condotti in catene, dai carabinieri, passarono davanti alla gente radunata presso la caserma, vennero fatti oggetto da incessanti contumelie e minaccie, tanto da far temere una invasione della caserma e un susseguente linciaggio.


questa pagina è stata curata da Orlando Papei
crediti: La Voce del Popolo del 31 gennaio 1982