A Siena, dal X secolo fino al 31 dicembre 1749,
vigeva il calendario
detto "dell'Incarnazione", che faceva iniziare l'anno dal 25
marzo, festa
dell'Annunciazione di Maria Vergine, posticipando sull'odierno
di due mesi e 24 giorni.
Confrontandolo con il nostro, corrispondeva solo dal 25 marzo
al 31 dicembre e quindi, per
fare il computo esatto degli anni per il periodo che va dal 1°
gennaio al 24 marzo,
bisogna sempre togliere un anno.
Tale calendario fu detto anche
dello "stile fiorentino"
per l'uso che se ne fece a Firenze e in altre città della
Toscana fra cui Siena.
Papa
Eugenio IV nel 1445 lo rese obbligatorio, mentre Gregorio XIII,
cominciò a datare le bolle
con lo stile moderno, uso confermato definitivamente nel 1691
da Innocenzo XII.

Come
sappiamo, il nome di Gregorio XIII è legato al nostro
calendario, denominato appunto
"Gregoriano", in quanto egli riformò quello precedente detto
"Giuliano" (da Giulio
Cesare), che ogni 128 anni perdeva un giorno.
Per tale motivo,
con una Bolla del 24
febbraio 1581, il Pontefice riportò l'equinozio, che nel
frattempo si era spostato all'11
marzo, alla sua data naturale del 21 marzo.
Per ristabilire poi
l'equilibrio, ordinò di
sopprimere i giorni dal 5 al 14 ottobre 1582, che furono
considerati come se non fossero
mai esistiti, infatti si passa da giovedi 4 ottobre a venerdì 15 ottobre.