Quercegrossa (Ricordi e memorie)

CAPITOLO XI - COSE D'ALTRI TEMPI

Torna all'Indice Cose d'altri tempi

Vai all'Indice dei Capitoli



Servizi (L'Acqua) (Illuminazione) (La Posta) (Il Telefono) (La Strada) (Trasporti pubblici) (Mezzi privati) (Botteghe)



Trasporti e mezzi
Uno dei tanti cambiamenti prodotti dalla Seconda guerra mondiale nella società italiana fu la modifica radicale del servizio dei trasporti pubblici; la motorizzazione nell'arco di quindici anni fu totale. Oltre ad avviare una moderna ristrutturazione del parco automezzi, con conseguente abbandono dei vecchi torpedoni a legna e carbone molto diffusi fra le due guerre a causa delle ristrettezze economiche, scomparvero per sempre dalle campagne anche gli antichi mezzi a trazione animale che ancora numerosi svolgevano regolari servizi di trasporto passeggeri e merci.
E' quasi incredibile pensare che nei primi anni Quaranta del Novecento sulla strada Castellina - Quercegrossa - Siena funzionasse ancora un servizio di "diligenza" con carrozza e cavalli. Questa attività, con una corsa giornaliera di andata e ritorno, gestita da privati di Castellina in Chianti, si affiancava al trasporto pubblico della Società SITA che da alcuni decenni copriva con una sua "corriera" la linea Siena - Castellina - Firenze con quattro passaggi quotidiani.
Il servizio privato
Impossibile stabilire la data di inizio di un servizio regolare di diligenza. Forse è meglio dire che col tempo i collegamenti da Castellina in Chianti a Siena si fecero sempre più regolari fino a divenire giornalieri probabilmente nell'Ottocento inoltrato, forse dagli anni in corrispondenza con la sistemazione del percorso stradale verso il 1830. Il Servizio fu potenziato in generale dopo l'Unità d’Italia quando nacquero Società di trasporti che si avvalevano di Omnibus in città e di diligenze nelle campagne, anche se molti Comuni avevano già predisposto a metà Ottocento servizi di trasporto passeggeri. Gli Omnibus, carrozze a quattro ruote simili a vetture ferroviarie trainate da una pariglia di cavalli, fecero la loro comparsa nelle città del nord tra il 1861 e il 1870 e successivamente si diffusero ovunque in breve tempo. A Siena nel 1902 il servizio si era allargato alla provincia tanto da coprire le principali zone della campagna. Una Linea portava a Massa Marittima con partenza alle 10,45 mentre da Massa, via Chiusdino - Rosia - Costalpino, arrivava a Siena alle 14,45. Un'altra Linea andava a Casciano di Murlo e viceversa; un'altra collegava a Gaiole via Pianella e collegata era anche Buonconvento. Per quanto ci riguarda era attiva la Linea Radda - Castellina con arrivo a Siena alle ore 9 e partenza per Radda alle ore 16 nell'estate e due ore prima nella stagione invernale. A queste corse da definirsi extraurbane con diligenza, si abbinava l'Omnibus che aveva il suo unico percorso nel tratto Piazza Indipendenza - Fontebecci sulla Via Fiorentina. Don Rigatti, il parroco di Quercegrossa, certamente interessato, annota su uno dei suoi registri l'orario andato in vigore l'11 maggio 1902: la mattina da Siena dalle 8 alle 12 una corsa ogni ora; da Fontebecci al Centro alle ore 8,30 e alle 12,30. Il pomeriggio prevedeva lo stesso tipo di orario con inizio alle ore 15 fino alle 19. Il Parroco probabilmente usufruiva del servizio dal centro cittadino a Fontebecci, compiendo poi a piedi il resto della strada fino a Quercegrossa. Con l'avvento del trasporto a motore le diligenze non scomparvero affatto, ma si affiancarono a quasi tutti i servizi di linea pubblici con autobus e alle automobili private, e svolsero il loro compito fin dopo la Seconda guerra mondiale.
La mattina poco prima delle 9 la diligenza di Paolo Becciolini trainata da due cavalli affaticati dalla salita del Mulino entrava a Quercegrossa e si fermava davanti alla bottega. Era una carrozza nera a quattro ruote con i finestrini oscurati da tende dello stesso colore al posto dei vetri e uno sportello su entrambi i lati. Portava un massimo di 7/8 persone, ma anche di più a sentire la zia Sette: "E ce ne metteva un pochini e via! Una volta andai al palio ed ero seduta davanti accanto al Becciolini proprio alla coda del cavallo perché dentro non ci s'entrava più". L'ultimi tempi aveva due cavalli vecchi che massacrava dalle frustate, poco prima di cessare il servizio nel 1940/41. Il mitico Becciolini effettuava due corse giornaliere: la mattina verso Siena poi la sera ripartiva e ritornava a Castellina passando a Quercegrossa verso le 15. Il capolinea a Siena era all'Arco dei Pontani, prima in via del Paradiso dove erano le stalle. Trasportava persone, ma anche materiali vari di piccole dimensioni.
Sempre puntuale, pagavi la quota della corsa e salivi in carrozza. Le persone prendevano la diligenza invece che la Sita per comodità d'orario, ma anche perché risparmiavano qualche centesimo. Poteva inoltre essere noleggiata all’occorrenza per nozze o altro. Negli ultimi anni, sempre prima del passaggio del fronte, iniziò a passare con la carrozza anche il Mariani che nel 1943/44 sostituì i cavalli con la macchina. Un altro vetturale fu Pietrino Baldini, il babbo di Ottorina, sempre di Castellina, il quale rilevò l'azienda del Becciolini quando questi smise e rimase attivo solo per pochi anni durante la guerra. Era stato un suo dipendente e comprò la sua carrozza e due cavalli mettendosi in proprio. E' rammentato anche un certo Mariotti, anch'esso con carrozza e cavalli, ma il suo servizio deve esser stato molto limitato nel tempo.
La fine del secondo conflitto segnò anche la fine delle diligenze e il servizio privato Castellina - Quercegrossa - Siena venne continuato dal Mariani con una grossa automobile, ma ben presto sarebbe finito il monopolio dei castellinesi sulle nostre strade perché intorno al 1950 iniziò la sua attività di autista il Mencherini di Quercegrossa.
Da ricordare anche una intraprendente iniziativa dei Mori nei mesi successivi al passaggio del fronte, quando organizzarono un popolare trasporto di passeggeri con un camion Ansaldo munito di panchette per far sedere i viaggiatori. Un servizio quindi nato per sopperire alle difficoltà di quei mesi e si dice addirittura che i primi viaggi a Siena furono fatti senza panche né copertura. La corsa era limitata al solo mercoledì e gli autisti furono Umberto Mori e Pino Nicolic. Il servizio perdurò per 5/6 mesi poi cessò e non ebbe più seguito. Il mezzo venne impiegato per il trasporto di materiali, per il quale era nato.
Il Mencherini
Otello Mencherini fu l'autista di Quercegrossa per oltre vent'anni. Svolgeva regolarmente il servizio con auto propria munito di autorizzazione e patentino. Effettuava quattro corse al giorno corrispondenti all'incirca all'orario d’apertura e chiusura della sua bottega, sede anche del capolinea. Partenza da Quercegrossa intorno alle 8,30 con ritorno alle ore 13. Poi verso le 15 ripartiva per tornare verso le 20. Per tutto il periodo della sua attività di noleggiatore servì numerosi lavoratori e studenti che segnava nel registro dei clienti fissi e dai quali riscuoteva ogni quindici giorni. Inoltre era disponibile per ogni altro tipo di noleggio, come matrimoni e feste. Riusciva a montare 8/9 persone con l'ausilio di strapuntini. Il sabato sera portava a ballare alle Badesse a Vagliagli, a Sovicille ecc. Queste escursioni serali con la macchina piena della gioventù di Quercegrossa sono rimaste famose per l'allegria da cui erano accompagnate, specialmente al ritorno, quando i bicchierini bevuti cominciavano ad avere effetto e “quando s'era in tanti si cercava sempre di tenere qualche citta in collo”.
Il primo noleggio lo fece con la 500 familiare di legno sul modello del Topolino C, munito anche di un vano portabagagli, il cosiddetto posto del cane. Poi acquistò una 1100 e in seguito ancora una 1100 con gli strapuntini ai quali aveva aggiunto dei seggiolini di legno fatti fare a Brunetto, tanto che una sera andando a Radda a ballare erano in quattordici, pigiati come sardine. “Nelle curve prese un po' a secco la ruota fregava nella carrozzeria. A Radda, in paese, non si finiva mai di scendere e un omino a bocca aperta, meravigliato e incuriosito da quella ciurma di persone scrutò dentro la macchina e disse: "Ma quanti siete".

La 1100 di Otello Mencherini con Anna Bernardeschi, Mario Bruttini e Iolanda Riversi a Fonterutoli per un matrimonio.

Clienti in attesa della partenza pomeridiana davanti alla casa del Mencherini. Negli ultimi anni in cui Otello era attivo mi capitò di tornare alcune volte con lui alle 13. Aspettavo nella sua bottega in Via di Camollia, mentre lui lavorava da calzolaio. Pagavo 150 lire a fine anni Sessanta, ero sempre solo, ormai il ricorso al Mencherini come trasportatore era di fatto terminato. Ma non venne mai dimenticata l'opera meritoria di Otello, sempre pronto, e la disponibilità unita alla passione lo caratterizzò al di là del mero guadagno. Bastava vederlo seduto impettito alla guida della sua 1100 per capirlo.

Chiamavano Otello anche sul tardi, per andare a ballare. Gli berciavano da sotto le finestre e allora si alzava. La moglie Maria: "Ma dove vai a quest'ora. Domani mattina ci hai il lavoro”. "Stai zitta, stai zitta”, ribatteva bonariamente Otello mentre si rivestiva. Lui rispondeva sempre all'invito, anche perchè gli piaceva farsi qualche bevuta in compagnia.
Alcuni ricordi di quei viaggi: Vanda Castagnini andava a S. Girolamo nei primi tempi con la Sita delle 9 e ritornava con quella delle 17. Dopo cominciò con il Mencherini con partenza alle 8 e ritorno dopo le 20 quando chiudeva bottega con una spesa discreta di 100 lire a viaggio aumentate a 120 negli ultimi tempi, mentre con la Sita il prezzo era molto più basso. La mattina erano 7/8 persone con punte di 12 il sabato e il Mencherini in vista di qualche vigile si affrettava a suggerire: “State bassi”.
Il servizio pubblico
Immediatamente dopo la Prima guerra mondiale il servizio con autobus si impose su tutte le linee e sostituì lentamente le diligenze sui lunghi tratti. Fu istituito anche il collegamento tra Firenze e Siena via Castellina; Maria Barbetti, futura moglie di Adriano Socci, residente a Castellina nel 1919/20, si trovava a servizio presso una famiglia di Firenze e per rientrare prendeva "il Postale". Per curiosità vediamo che nel 1921 a Poggibonsi per andare a S. Gimignano funzionava un servizio di vetture e automobili della società FIAT al prezzo di lire 3,05 e un servizio di diligenza meno costoso con prezzo da concordare.
La SITA (Società Italiana Trasporti Automobilistici) venne fondata a Torino il 6 Settembre 1912 dalla FIAT e il 20 luglio 1913 inaugurava la sua prima corsa di linea nella Firenze - Siena via Cassia, seguita pochi anni dopo dalla linea Firenze - Siena via Greve e Castellina. La SITA divenne quindi sinonimo dell'autobus di servizio ed entrò nel gergo comune dire: "Piglio la Sita", insieme ad altre espressioni molto usate come "la Postale" o "la Corriera". Effettuava un servizio appena accettabile con quattro passaggi al giorno. Il primo passaggio si aveva verso le 6,30 in direzione di Firenze e poi alle 9 il secondo proveniente da Firenze via Greve verso Siena. Nella serata la corriera delle 17 da Siena, con la posta, e infine l'ultimo passaggio alle 19 proveniente da Firenze via S. Donato in Poggio. Questo orario leggermente modificato rispetto ai primi anni di servizio rimase immutabile per tutto il periodo fascista e nel dopoguerra fino alla metà degli anni Cinquanta, quando si cominciò ad usare più spesso il mezzo pubblico. Allora si potenziò la linea e le corse giornaliere diventarono sette che, grosso modo, restarono in vigore fino all'istituzione della linea del "Tram" avvenuta nel 1974/75. Questo fu un altro evento epocale per Quercegrossa.

Orario della Sita sul percorso Siena - Firenze in transito da Quercegrossa nel 1924. Si nota il “Prezzo della corsa” piuttosto sostenuto pari a ca. tre giornate di lavoro.

La Sita, in tempo di guerra e ancor prima, viaggiava a carbone. Misero un tamburlano alle macchine, dove la carbonella bruciava esalando gas, che fungeva come camera di scoppio. Era sopra il portabagagli e aveva tre o quattro balle di carbone per scorta. Ogni tanto l'autista scendeva e le riempiva. Per lunghi anni sulla nostra linea restarono in servizio il Sassi e il Giachini. Il primo era l'autista che sembrava tuttuno col grosso sterzo del Postale al quale si avvinghiava; il secondo era il bigliettaio munito della sua macchinetta attaccata alla cintura dalla quale ricavava i biglietti per i passeggeri. Per i primi anni del dopoguerra, quando la Sita era stracolma, il Giachini usava far salire la gente e metter bagagli sopra il tetto della corriera. Li "infilava sulla scaletta" posta sul dietro dell'autobus e "la sora Cice era sempre la prima a salire". Percorrevano il tratto fino a Siena, esposti al vento e alle scosse, aggrappati ai ferri portabagagli.
A un certo punto l'orario in vigore da anni non consentì più di soddisfare le esigenze di nessuno e molti per lavoro furono costretti ad usare un mezzo proprio. Si avviarono allora i primi tentativi per estendere il servizio dei bus urbani dell'AMAS da Siena fino a Quercegrossa, con tutte le corse necessarie.
Inutile dire che ci volle del tempo e furono fatte pressioni su tutti i fronti da parte delle forze politiche del paese e dai privati ma, nonostante ciò, non si riusciva nell'intento prefisso. L'ostacolo maggiore era rappresentato dalla Società SITA che non intendeva affatto rinunciare ai suoi diritti sulle linee extraurbane. La situazione ristagnava da tempo e allora si ricorse, tutti d'accordo, ad una nuova manifestazione di protesta, così come era stato fatto per l'acquedotto, visto anche il buon esito che questa aveva dato. La riunione conclusiva, dove intervennero i segretari di sezione e i capofamiglia, si tenne nei locali parrocchiali e lì scaturì l'idea di bloccare il passaggio della Sita proveniente da Castellina nella domenica successiva, pur non mancando qualche dissenso. Lo scopo doveva essere dimostrativo, bastante per sensibilizzare gli Enti preposti, e fu dichiarata la mobilitazione della popolazione. Ma questo progetto giunse agli orecchi dei Comuni e delle Forze dell'Ordine e una pattuglia di carabinieri fu inviata a Quercegrossa a impedire di fatto il blocco del servizio pubblico. Quel pomeriggio di una domenica di maggio del 1974 vide ancora una volta la popolazione unita per lo stesso obiettivo: tutti espressero la loro adesione all'iniziativa vista come indispensabile con la loro presenza. Si incominciarono a radunare subito dopo pranzo in attesa del passaggio della Sita stanziandosi sulla sede stradale, e l'arrivo dei carabinieri meravigliò ma non turbò più di tanto i numerosi manifestanti. Finalmente l'autobus giunse e fece fermata, com'era da sempre, all'altezza dell'ingresso di casa Mori. Venne spiegato all'autista e ai passeggeri il motivo della manifestazione e ci si avviò lentamente a passo d'uomo, mentre la grossa macchina seguiva il corteo che si stava infoltendo passo dopo passo fino a comprendere una cinquantina di persone. Continuava intanto l'opera di persuasione del comandante della pattuglia dei carabinieri, il quale tentò di convincere a rinunciare da quello che lui dichiarava essere un reato, coadiuvato nell'azione di persuasione anche dai due carabinieri che camminavano davanti al pullman. Così si andò avanti fino alla chiesa e lì la Sita venne lasciata partire. Quando tutto sembrava finito, ecco che alcune persone partirono improvvisamente di corsa, tornando indietro e berciando contro l'aggressione dei carabinieri verso alcuni dimostranti. Si trattava del tentativo di fermo che le Forze dell'Ordine avevano fatto con alcuni cittadini, ma la gente rispose con fermezza; di conseguenza sorse un tafferuglio con qualche cazzotto distribuito dai carabinieri. Furono brevi istanti tuttavia carichi di tensione, poi tutto si stemperò e si rinunciò all'azione del fermo. Ma la cosa non fini lì. I principali promotori, identificati nelle persone di Andrea Fagioli, Silvano Socci e Vasco Volpini vennero denunciati per interruzione di servizio pubblico e subirono il processo per cui la popolazione si fece carico delle spese. Difesi dall'avvocato Mori Pometti, riuscirono assolti. Anche questa manifestazione ebbe buon esito e non molto tempo dopo l'AMAS istituiva il nuovo servizio Quercegrossa - Siena al quale attribuì il numero di linea 13 sostituito anni più tardi col 35.

Maggio 1974. La manifestazione è in pieno svolgimento, mentre i carabinieri controllano che non avvengano disordini o atti di teppismo che nessuno si sognava di fare. Anzi, come si nota nella foto sottostante il clima è piuttosto festaiolo.



Il carabiniere ha perso la bandoliera nei tafferugli avvenuti per impedire il fermo di alcuni cittadini.



Inizio pagina

Indice Cose d'altri tempi

Vai all'Indice dei Capitoli