| |
Il 7 novembre del 1214 dopo una rottura "di patti" tra Siena e Montalcino (che ormai gravita nell'orbita senese, dopo aver giurato fedeltà e sottomissione al Comune e al Vescovo, anche se, sotto sotto, come vedremo pochi anni dopo vestirà altre maglie nella lotta tra poteri guelfi e ghibellini dell'Italia del tempo) gli uomini di Montalcino rendono una serie di testimonianze al Consiglio del Popolo riunito nella chiesa di San Cristoforo.
Ed è sempre San Cristoforo, secondo la tradizione, ad avere un ruolo determinante prima e dopo Montaperti.
Qui si decide l'intervento di Siena dopo l'arrivo dei superbi ambasciatori fiorentini; qui si racconta che i Salimbeni portassero il carretto pieno di soldi per far loro capire che Siena ha denaro per assoldare milizie e combattere; qui, dopo la vittoria, vengono portati, prigionieri, i tracotanti ambasciatori e l bottino di guerra perchè, la chiesa di San Cristoforo è un luogo, oltre che sacro, politico e istituzionale.

(cliccare sulla cartolina per ingrandirla)
Anche la piazza che si trova di fronte, dal XII secolo, viene identificata dai documenti con l’appellativo di “platea Sancti Christophori”, assumendo, essa stessa, fin dalla prima età comunale una funzione pubblica di enorme importanza.
La prima citazione di questa area urbana risale ad un atto di vendita del 1088, che costituisce anche la prima menzione della chiesa di San Cristoforo con annesso ospizio, intorno a cui si era formato un borgo (all’epoca ancora extra-moenia). L’antica “platea Sancti Cristophori” non coincideva esattamente con l’attuale piazza Tolomei, intanto perché, come è logico lo spazio urbano era totalmente diverso da oggi: a conferma di ciò, nel piano interrato del palazzo Tolomei all'epoca dei restauri di fine anni '60 del Novecento fu ritrovata una torre preesistente e, dunque, databile a prima del Duecento.

(cliccare sulla cartolina per ingrandirla)
Ma diverso era perfino il suo assetto: la chiesa era più lunga di quella attuale tanto che si allungava per circa 8 braccia (quasi 5 metri) verso Palazzo Tolomei.
Questo spazio diviene il “cuore” della prima Siena comunale: molti degli atti di sottomissione alla città dei signori del contado, avvenuti nel corso del XII secolo, furono stipulati proprio nella “platea Sancti Christophani”, in presenza delle massime autorità ecclesiastiche, in specie durante il vescovado di Ranieri (1129-1168), e civili (consoli e balitori), nonché del popolo tutto riunito nel cosiddetto “parlamentum” o “concione”, fulgido esempio di partecipazione attiva della cittadinanza agli affari pubblici.
All’inizio del Duecento la funzione pubblica della piazza San Cristoforo venne meno, probabilmente anche a causa della coeva edificazione del palazzo Tolomei, ma, come abbiamo visto, contemporaneamente assunse rilievo la chiesa sede del Consiglio del Popolo o della Campana, almeno fino agli anni di Montaperti.
|