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- 1 novembre -

1481: Sano di Pietro viene sepolto in San Domenico





Predica di San Bernardino in Piazza del Campo
Siena, Museo dell'Opera del Duomo


  
Il 1° novembre 1481 viene sepolto nel chiostro di San Domenico il pittore Sano di Pietro di Mencio.
Era nato nel 1406 (venne battezzato il 2 dicembre) ed ebbe da madonna Antonia, sua moglie, numerosi figli di cui due morirono in tenera età.
Ebbe inoltre due femmine mentre il figlio Girolamo studiò legge. Sappiamo questo da una denuncia dei beni e possedimenti da lui fatta alla Lira proprio nel 1481 in cui Sano di Pietro confessa: “io so’ d’età d’anni settantacinque, et so’ quasi infermo”.
Allievo del Sassetta, si impose seguendo le orme del suo maestro, divulgatore abile di uno stile raffinato che ritroviamo in molte pale dipinte per chiese del senese, oggi in gran parte conservate in Pinacoteca.
La semplicità della sua pittura lo portò ad avere grande successo ed un vasto consenso popolare, anche perché prediligeva figure care al popolo come San Bernardino, in quegli anni diffusamente venerato, come risulta dalle due splendide "Prediche di San Bernardino" e da un particolarissimo "San Bernardino", datato 1450 e oggi esposto nella Pinacoteca Nazionale senese.


Predica di San Bernardino davanti a San Francesco
Siena, Museo dell'Opera del Duomo

Dal 1428 è iscritto alla corporazione dell’arte dei pittori, mentre il primo pagamento documentato è del 1443 per aver realizzato una figura di Federico il Barbarossa nella “Sala della Balia” di Palazzo Pubblico.
Il “Polittico dei Gesuati” (Siena, Pinacoteca), firmato e datato 1444, per i colori limpidamente smaltati e l'elegante e raffinato disegno, lo rivela ormai artista maturo, vicino al Maestro dell'Osservanza, che alcuni critici hanno identificato con lo stesso Sano di Pietro giovane.


Madonna dei Gesuati (particolare)
Siena, Pinacoteca nazionale

Dopo il 1450 Sano di Pietro si dedica anche alla miniatura, arte nella quale esprime al meglio la sua vena narrativa e descrittiva.
Negli ultimi decenni della sua vita il ductus pittorico perderà gli ottimi livelli qualitativi raggiunti scivolando spesso in un'ingenua e talvolta esteriore religiosità, unita ad un modo poco originale e stereotipato di narrare.
La sua produzione fu, tuttavia, vastissima e oggi le sue opere sono conservate nei maggiori musei del mondo.


questa pagina è stata curata da Maura Martellucci e Roberto Cresti