| |
Il 15 settembre 1560 avviene il cambiamento più significativo nell’araldica della Contrada dell’Onda. Infatti gli ondaioli, riuniti in assemblea, decisero di “fare uno dallfino per insennia e animale per la Chonntada di Sa’ Savadore”. La proposta viene approvata con 31 voti a favore e 5 contrari.
L’esistenza della Contrada dell’Onda è attestata dal 15 agosto 1506 quando, con altre undici Contrade, partecipa ad una caccia ai tori in Piazza del Campo. La cacciata è preceduta da un corteo durante il quale l’alfiere dell’Onda inalbera un’insegna “fatta a onde tutta biancha e nera”, con all’interno una lupa d’oro. Il vessillo era mutuato da quello della compagnia di San Salvatore, che insisteva sul territorio della Contrada, mentre la lupa si rifaceva, probabilmente, a quella bronzea posta in cima a via Duprè a fianco dell’ingresso di Palazzo Pubblico (fusa nel 1429 da Giovanni di Turino). Questa lupa è oggi conservata nel Palazzo pubblico e sostituita da una copia.

Tra il 1506 e il 1546, però, nascono, dalla scissione dello Zoccolo (una Contrada attestata dalla prima metà del Quattrocento e costituita nell’ambito della famiglia Del Taja) il Bruco e la Lupa e quest’ultima assume come emblema, appunto, una lupa bianca. Si crea così un “doppione” nell’araldica contradaiola e gli uomini dell’Onda ritengono, probabilmente, più congrua la presenza tra le loro onde, piuttosto che la lupa d’oro, dell’animale più nobile del nostro mare, il delfino, che da allora li rappresenta.
La lupa viene rapidamente accantonata così come, nel tempo, le onde nere vengono sostituite da quelle azzurre, anche se il cambiamento di questo colore nella bandiera diviene definitivo solo all’inizio del XVIII secolo.
|