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La comparsa dei palchi, ai lati della Piazza, è il segnale eloquente che il Palio è alle porte e, al momento del loro montaggio (o dello smontaggio, a carriera conclusa), il Campo si trasforma in un vero e proprio cantiere. Nel XVII e XVIII secolo, quando le norme di sicurezza praticamente non esistevano, i palchi venivano costruiti un po’ ovunque, lungo il perimetro dei palazzi o addirittura sopra le tettoie delle botteghe. Vi si accedeva da alcune scale che potevano essere spostate a seconda del posto da raggiungere. Per ciò che riguarda la loro costruzione, non esistevano regole precise da seguire e, spesso e volentieri, la loro stabilità lasciava a desiderare; i controlli che venivano fatti dagli ispettori di Biccherna la mattina della corsa non riuscivano a limitare crolli o cedimenti strutturali, causati per lo più dall’utilizzo di legnami scadenti. Per ovviare a queste spiacevoli situazioni, nel 1788, prendendo spunto dall’ordine di demolizione delle tettoie delle botteghe, il Provveditore alle strade ed alle Piazze Bernardino Fantastici, presentò alla Magistratura Civica uno studio sulla ristrutturazione dei palchi, avvalendosi di un disegno in uso anche oggi. Nel giugno 1789, fu pertanto notificato ai bottegai di Piazza il nuovo regolamento per la costruzione dei palchi che, tra le varie disposizioni, fissava le modalità di erezione, il numero massimo di gradini per ogni palco, nonché l’obbligo di omogeneità nella pittura dei parapetti.

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Chiunque si fosse rifiutato di adeguarsi alle nuove regole sarebbe stato punito con la revoca della licenza. Per evitare eventuali spazi vuoti fu inoltre disposto che la costruzione dei palchi mancanti doveva essere affidata ad un legnaiolo individuato dalle autorità municipali che acquisiva tutti i diritti, ed ovviamente, anche i profitti, sul palco stesso. La questione dei palchi tornò di attualità nel 1806 quando, a seguito della consueta ispezione, il Provveditore Francesco Tanini, mise in evidenza tutta una serie di lacune nella loro erezione. Nella relazione del Tanini si legge come la stabilità dei palchi fosse decisamente messa a repentaglio dall’inadeguato comportamento dei proprietari che, al fine di aumentare il guadagno, aumentavano i posti a sedere a pagamento mentre, per diminuire i costi della manodopera, si avvalevano di maestranze inesperte e non qualificate (il garzone del calzolaio, il linaiolo, il fruttarolo). Frequenti erano inoltre le minacce ai danni dei membri della commissione di controllo, quando questi rilevavano delle infrazioni: nel luglio 1806, ad esempio, essi ricevettero insulti e gravi intimidazioni al momento del sequestro di alcuni gradini pericolanti. Per questi motivi, il Tanini invitò il Gonfaloniere a disporre una notificazione aggiuntiva a quella già esistente del 1788, con la quale si individuassero i veri obblighi per i palcaioli e cioè far costruire i palchi da soggetti esperta ed entro le 11 del giorno del Palio per permettere così approfondite ispezioni alle quali dovevano presenziare obbligatoriamente i palcaioli, nonché rimuovere i pezzi di legno pericolanti, pena l’abbattimento della struttura. Oggi i palchi di Piazza sono 54 molti dei quali di proprietà di privati, del Comune o del Magistrato delle Contrade e possono ospitare circa 2940 spettatori. Il palco più grande in assoluto è quello costruito sotto il Palazzo Comunale che ospita gli oltre 600 figuranti della passeggiata storica.

Palco delle Comparse il 2 luglio 1936
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Anche nel corso degli ultimi decenni l’argomento dei palchi è stato trattato, con delle modifiche sostanziali nella loro struttura, al fine di garantire la sicurezza degli spettatori, ma anche di cavalli e fantini (a tal proposito si veda l’innalzamento del parapetto di un palco alla curva del Casato e la conseguente diminuzione dei posti a sedere per evitare incidenti nel caso di impatto del cavallo in corsa sul palco stesso). Fino ad una trentina di anni fa, esisteva un ulteriore palco costruito con tubi metallici usati in edilizia (tubi “Innocenti”), posto dietro i materassi di San Martino, da tutti i senesi conosciuto come “palco del Mancini”, dal nome dello storico negozio presente in quella zona. Fu eretto per l’ultima volta nel Palio straordinario del 13 settembre 1986 vinto dal Valdimontone con Brandano ed Il Pesse, per essere definitivamente rimosso dalla successiva carriera.

l'immagine evidenzia la struttura metallica del palco
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