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Nel 1752 Beniamino Franklin concluse le sue ricerche sui fulmini e sui fenomeni elettromagnetici presentando il parafulmine, o "barra di Franklin".

Beniamino Franklin
L'invenzione dello studioso e politico americano si diffuse rapidamente, tanto che nello stesso anno ne venne
impiantato uno anche in Francia. A Siena aspettarono un po' e il primo parafulmine fu installato sulla Torre del Mangia, fra i dubbi degli scettici, solo nel 1776.
I dubbiosi dovettero ricredersi sulla sua efficacia ben presto, infatti il
18 aprile 1777 Siena fu colpita da un fortissimo temporale con tempesta di fulmini ma, come scrive il Pecci nel suo Diario Senese, dato che “fu posta la spranga elettrica nella Torre di Piazza e (…) nel campanile del duomo per allontanare i fulmini, è da sapersi che quest’oggi ne sono caduti due, uno sulla Torre di Piazza, l’altro nel campanile del duomo, senza però aver cagionato danno”.
La decisione di installare i parafulmini sugli edifici più importanti della città venne presa dopo che dal 1730 al 1776 ben sei fulmini si erano scaricati sulla Torre del Mangia, nell’orologio o nelle stanze del Palazzo, causando danni alle strutture murarie.
Del fulmine caduto sulla Torre nel 1730 il celebre matematico Leonardo Ximenes scrive: “il fuoco fulmineo si fece strada sul grand’oriolo della Torre, al quale ruppe molte ruote, ne bruciò i denti (…). Fece moltissima rovina di muraglie e di porte dentro la stessa Torre”.
Invece il campanaro che stava suonando una delle campane proprio mentre cade il fulmine del 1775 raccontò di aver visto venire dalla sommità della Torre un gran globo di fuoco e uno “scoppio spaventevole”. I danni arrivarono fino alla cappella di Piazza. Del resto il 25 maggio del 1775, un fulmine, caduto sul campanile del Duomo lo aveva lesionato in maniera gravissima: i lavori continuarono fino al 15 ottobre del 1776 e la spesa superò i novemila scudi.
Tra il settembre e l’ottobre del 1776, dunque, sotto la direzione di Domenico Bartali e Antonio Matteucci, con piena approvazione del Granduca Pietro Leopoldo sempre aperto e attento ai progressi della scienza, la Balia approvò l’apposizione dei parafulmini. Come spesso accade nella nostra città, però, la novità del “palo calamitato” venne accolta con scetticismo dai senesi che, però, ebbero presto modo di ricredersi.
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