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Questa data parve da subito anche un ricordo del suo particolare modo di trasmettere l’ammirazione per l’Universo Femminile; infatti, profondamente devoto di Santa Caterina, raccomandava con infaticabile insistenza a tutti i giovani di annoverarla, come lui, tra le donne della loro vita, insieme alla mamma, alla Madonna e, in modo per niente ironico, alla… fidanzata.
Nato nel 1912 a Marciano, in periferia di Siena, nel 1937 fu ordinato sacerdote e inviato a Pontignano, dove lo si ricorda Parroco di una comunità divenuta unita e forte sotto la sua guida e, nel corso della Seconda Guerra Mondiale, incaricato dal Provveditore agli Studi di presiedere l’attività delle cinque classi della Scuola Elementare e della scuola serale per adulti.
Al termine della guerra la sua passione per lo sport lo guidò a formare la Società sportiva “Audace”, promuovendo la costruzione di un campo da Calcio.
Proprio attraverso lo sport don Vittorio aveva iniziato a proporre ai giovani un onesto modello di vita ed era in breve divenuto assistente provinciale del Centro Sportivo Italiano.
Così quando nel 1954 l’Arcivescovo di Siena Monsignor Mario Toccabelli lo nominò Direttore del Ricreatorio Pio II al Costone, egli vi giunse dotato di collaudate capacità organizzative che in breve gli consentirono di trasformare il Ricreatorio fondato da Monsignor Nazzareno Orlandi in un attivo Centro Sportivo che fu affiliato nello stesso anno alla Federazione Italiana di
Pallacanestro e la cui squadra ottenne nel 1966 la promozione nel Campionato di serie “C”.

Ma questa sua brillante passione sportiva non lo distolse mai dall’impegno sacerdotale di Cappellano presso la clinica Salus, che aveva sede presso Porta Laterina e di Insegnante di Religione nelle scuole.
La mamma Maria, da Pontignano, aveva seguito il figlio sacerdote al Costone, convinta sostenitrice delle sue attività, ora comprendenti anche la coltivazione di ortaggi e di piante da frutto e decorative. Eccellevano le rose di infinite varietà alle quali don Vittorio si era ispirato per istituire una partecipata festa annuale proprio nel Maggio, mese di spicco per la loro fioritura, dedicandola principalmente alla Madonna, verso la quale non perdeva occasione per dimostrare un’esemplare iperdulìa.
Incaricato negli ultimi anni del ‘900 di condurre la chiesa della Sapienza, all’opera pastorale affiancò l’ideazione e l’organizzazione di “SienAmica”, una rivista di cultura cittadina ospitandone la sede della redazione .

Per molti anni Correttore entusiasta della Contrada della Selva, per la quale benedisse numerosi cavalli vincenti, la sua eloquenza trascinante non mancò mai di sollevare i cuori durante le cene propiziatorie.

Nel 1983 e nel 1984 il Popolo di Vallepiatta lo volle Capitano della Contrada.
Per suo desiderio la Contrada della Selva è divenuta custode delle pubblicazioni soprattutto di carattere storico e senese da lui raccolte nel corso degli anni.
Il suo corpo, ricondotto a Pontignano, riposa nel piccolo Cimitero in attesa dell’Alleluja finale e su un libro aperto sulla sua tomba si leggono alcuni versi:

“Ho amato tanto il Libro e molti altri / per come avere sempre meglio Dio / ed imitare gli uomini non scaltri / mentre a Pontignano è il posto mio…”.
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